Alghero, non solo mare nella città del Piccolo principe

Storia, vino e arte: dalla boutique dello stilista Antonio Marras all'atelier del maestro Elio Pulli con la mostra dedicata ad Antoine De Saint-Exupéry

Ad Alghero e dintorni è vacanza tutto l'anno

Ad Alghero e dintorni è vacanza tutto l'anno

Non solo mare cristallino e spiagge da sogno. Oltre i bastioni di Alghero c'è una Sardegna da vivere dodici mesi l'anno. Certo, ci sono le suggestioni della natura, ma anche l'arte e i piaceri della tavola, a partire dal vino.

Alghero è mura antiche, una città fortezza, un centro storico che è una bomboniera, con gli edifici catalani in stile gotico e una chiesa, quella di San Michele, con la cupola decorata di piastrelle colorate. Proprio qui, dove la cronaca di questi giorni racconta le vicende dell'ex presidente indipendentista catalano Puigdemont, tutto profuma di Catalogna: dai particolari architettonici fino alla paella che si può trovare in numerosi locali lungo le antiche mura.

Alghero è anche la città dello shopping raffinato, della boutique dello stilista Antonio Marras, cui vale la pena di dedicare una visita anche solo per lustrarsi gli occhi, ma anche del corallo, cui è dedicata una un'installazione in centro, ed è soprattutto aperitivi e tramonti mozzafiato, da gustare dai bastioni e dalla spiaggia cittadina Maria Pia.

E a pochi chilometri di distanza, la vista a perdita d'occhio dalla falesia del faro di Capo Caccia, le Grotte di Nettuno e il vento che soffia sull’Isola Foradada. O ancora le dune sulla lunga spiaggia di Platamona, una decina di chilometri di sabbia che si snodano fra il golfo dell’Asinara e le pinete dal profumo particolare e intenso. E poi il privilegio del mare caraibico di Stintino, dove per accedere alla Pelosa occorre registrarsi e fare il biglietto online. Sulla strada, imperdibile una piccola sosta al Pozzo San Nicola dove vengono sfornati i biscotti più apprezzati di tutto il territorio, in particolare le tumbarelle e le seadas take away. O, per cambire scenario, spostandosi verso Porto Torres, Turris Lybissonis con il suo museo con terme e scavi romani.

Ma Alghero è soprattutto la città del Piccolo PrincipeAntoine De Saint-Exupéry, il suo celebre autore, arrivò qui con il suo aereo e da qui ripartì per inabissarsi per sempre nel mare. A ricordare gli ultimi mesi della sua vita trascorsi nella cittadina del Nord Sardegna c'è un museo allestito in una torre costiera all'interno del Parco di Porto Conte, ma anche una libreria n città con una vetrina dedicata, che espone il libretto illustrato che ha rappresentato la prima educazione sentimentale di migliaia di adolescenti tradotto in tutte le lingue. Anche in dialetto, come quello utilizzato da Luciano Goddi con il suo "Su Printzipeddu Nostru". Una fatica, quella di Goddi, che si è spinta oltre, in un connubio artistico con il maestro Elio Pulli, pittore ceramista, uno degli artisti contemporanei più famosi dell'isola.

I suoi tagli di vasi in scultura sono stati paragonati a quelli delle tele di Lucio Fontana e le sue opere hanno viaggiato per il mondo. Se il suo atelier è aperto alle visite, nelle quali accoglie con la stessa umile semplicità vip e persone comuni, a pochi metri dalla sua casa-fucina c'è la mostra permanente dedicata proprio al Piccolo Principe, dove ogni personaggio della fantastica storia vissuta con gli occhi di un principe bambino è diventata una scultura.

E poi non si può lasciare l'isola senza gustarne il vino, dal Vermentino al Cannonau, anche questo, prorio come l'arte, fatto dagli uomini. Tappa obbligata ai poderi Parpinello, dal nome di Paolo, l'enologo che approdò qui dl Veneto nel 1964 e che in Sardegna creò il famoso vino Aragosta. Non a caso, Sessantaquattro, un Vermentino nato in occasione delle sue nozze d'oro con la Sardegna, è il nome di uno dei vini bianchi più famosi del podere, insieme con il Centogemme, Alghero Torbato doc. Un altro famoso vino di queste cantine è il Monica di Sardegna, la cui storia è un intreccio di fascino e mistero. Intorno all'anno Mille i monaci spagnoli impiantarono il vitigno tra Sassari e Alghero, e successivamente i Camaldolesi lo fecero conoscere al resto dell'isola.