
Il conservatore Stefano Lusardi nella Casa del Podestà
Dal mondo a colori della Casa del Podestà, una delle case museo più affascinanti del Paese, al viaggio in bianco e nero nei luoghi sacri del mondo, dal Tibet all’Egitto, visti attraverso l’obiettivo e la profonda sensibilità di Kenro Izu, colto e raffinato fotografo giapponese.

La sua mostra è arrivata, per rimanervi fino al 31 agosto, alla Rocca di Lonato del Garda (Brescia), fra le più imponenti fortificazioni lombarde, monumento nazionale, dalle cui mura si gode un incomparabile panorama sul
basso Garda.
La grande mostra internazionale
Curata da Filippo Maggia e intitolata “Kenro Izu - Luoghi dell’anima”, l’esposizione è allestita nella Sala del Capitano della Rocca nel Complesso monumentale della Fondazione Ugo Da Como e presenta 55 opere realizzate dal maestro giapponese appartenenti alle serie “Sacred Places”, “Eternal Light”, “Bhutan Sacred Within”, “India Prayer Echoes”, “Angkor”, “Laos Charity” e “Fuzhou - Forgotten Land”, in un affascinante e coinvolgente percorso nella fotografia di viaggio, attraverso i luoghi dell’anima.

(Orari: dal lunedì alla domenica, dalle 10 alle 18). Fotografie che raccontano un lungo percorso spirituale e introspettivo per immergersi e capire culture differenti ed entrare in sintonia con loro. Oltre che per i loro soggetti, le fotografie, realizzate in analogico con il banco ottico, colpiscono anche per la tecnica con cui Izu le stampa: stampe ai pigmenti e stampe al platino.
Nato a Osaka nel 1949 e cresciuto ad Hiroshima, Kenro Izu inizia a fotografare negli Anni Settanta, completando la sua formazione alla Nihon University di Tokyo. Nel 1970 si trasferisce a New York, dove vive per 50 anni prima di tornare in Giappone dove attualmente risiede, a Kanazawa.

Ispirato dalle immagini del vittoriano Francis Frith e dalle antiche spedizioni fotografiche in Egitto, nel 1979 intraprende il suo primo viaggio nella terra delle Piramidi, dove resta impressionato dalla spiritualità del luogo. Da questa esperienza e dalle fotografie realizzate in questo viaggio prende avvio la raccolta “Sacred Places”, il lavoro che diventerà nel tempo uno dei cardini della sua ricerca: per oltre trent’anni, Izu si è spinto verso mete sempre più lontane fotografando i più suggestivi luoghi sacri del mondo, dalla Scozia al Messico, dalla Cambogia all’India e all’Indonesia, dalla Siria al Tibet, dal Perù all’Isola di Pasqua.
Cosa vedere a Lonato

La Rocca visconteo veneta è il simbolo della città: visibile da ovunque, era una delle più estese fortificazioni della Lombardia (lodata per la sua imponenza e posizione strategica anche da Napoleone Bonaparte). Dalle sue mura si gode una vista ineguagliabile sul Basso Garda. Nella Casa del Capitano si trova la Sala immersiva (in cui i visitatori vengono avvolti da straordinarie immagini di grande spettacolarità, che sono un invito alla visita e alla scoperta del territorio del Garda e delle colline che circonda Lonato) e, al piano rialzato, il Museo Civico Ornitologico.
Ma ciò che più stupisce il visitatore è la quattrocentesca Casa del Podestà, fulcro del complesso monumentale della Fondazione Ugo Da Como, istituita dal senatore bresciano che ne era proprietario e volle crearvi un ameno luogo di cultura disponibile a tutti.

Ugo Da Como (1869-1941), avvocato, senatore liberale, uomo colto e illuminato, collezionista e filantropo, elesse a propria dimora la Casa del Podestà, restaurata dall'architetto bresciano Antonio Tagliaferri, collocandovi le sue straordinarie collezioni disposte secondo un gusto comune del periodo giolittiano. Una affascinante Casa Museo, rimasta inalterata con le sue ricchissime collezioni di arte e i suoi antichi arredi, importante testimonianza del gusto altoborghese per l’abitazione fra ‘800 e ‘900. Si visitano oltre venti ambienti ricchi di migliaia di preziosi oggetti antichi: dipinti, sculture, arredi lignei, maioliche, vetri, bronzi, peltri. Sono di Girolamo Romanino, il più originale pittore della Scuola Bresciana del Cinquecento, i tre monumentali strappi da affresco raffiguranti Capitani di ventura che campeggiano sulle pareti della Galleria d’entrata.
La biblioteca
Ma ciò che rende assolutamente unica la visita alla Fondazione Ugo Da Como è la presenza di una delle biblioteche private più importanti in Italia. Il senatore bresciano amico di Zanardelli, oltre alla costante passione per la vita pubblica italiana e per le sorti dello Stato, fu un instancabile collezionista, un colto e raffinato bibliofilo.

La dimora di Lonato custodisce oltre 52mila libri: manoscritti, codici miniati, centinaia di incunaboli, migliaia di cinquecentine, rarità bibliografiche e preziose curiosità come degli autografi di Ugo Foscolo. Qui è possibile accedere a 48 lettere dell’epistolario del poeta con Marzia Martinengo, la nobildonna bresciana a cui Foscolo dedica la prima edizione dei “Sepolcri”. Tra le chicche custodite fra i titoli dal XII secolo alla metà del Novecento c’è anche il libro più piccolo del mondo (microedizione del 1897 stampata a Padova), oltre alla prima edizione illustrata (1487) della Divina Commedia, nota come “il Dante bresciano”.

Il grande Parco della Rocca, che fa parte del circuito Grandi Giardini Italiani, è uno straordinario esempio di bosco ceduo con olivi, vigne e specie spontanee e scenografici pendii erbosi.
Rocca, Casa del Capitano e Casa del Podestà sono Monumento nazionale dal 1912 e sono gestiti da una fondazione voluta dallo stesso Ugo Da Como, morto nel 1941 senza eredi.
Una visita (12 euro Rocca e Casa del Podestà) è una cartolina della storia della letteratura e dell’arte italiana in uno dei luoghi più belli e suggestivi del Paese, affacciato sul lago.

E per chi vuole fermarsi qualche giorno a godere il panorama, ci sono gli storici alloggi della Fondazione appena restaurati.
Info: www.fondazioneugodacomo.it