Ville del Brenta, in viaggio con Casanova e Goethe

Da Villa Pisani alla Malcontenta, le dimore patrizie firmate da Appiani e Tiepolo che hanno fatto la storia tra Venezia e Padova

Villa Pisani con la sua vasca scenografica

Villa Pisani con la sua vasca scenografica

Una villa che lega il suo fosco soprannome, quello di Malcontenta, a una dama rinchiusa in solitudine in quelle stanze per trent'anni per scontare una condotta troppo libertina. E poco distante una dimora patrizia, oggi museo nazionale di Villa Pisani, che ospitò il primo incontro negli anni Trenta fra Hitler e Mussolini.

A collegarle un corso d'acqua dalla storia importante, navigato dai reali di Francia e di Russia, costellato da dimore di delizie dove soggiornarono Napoleone, gli Asburgo e i Savoia. Siamo tra Padova e Venezia, sulle rive del Brenta, per anni il canale alla moda, una sorta di prolungamento ideale del Canal Grande a Venezia, dove in meno di tre secoli fiorirono decine di ville lussuose, firmate dai signori della storia dell'arte, dal Palladio al Tiepolo. Una riviera frequentata da Casanova, Galileo, Byron e D'Annunzio, decantata da Goethe e Goldoni, solcata da un'imbarcazione, il burchiello, sulla cui scia si naviga ancora. Era una tipica imbarcazione veneziana con una grande cabima in legno e due o tre balconi, utilizzata per trasportare nei luoghi di villeggiatura i grandi signori: all'epoca si contavano 200 ville nella zona.

Se le porte di queste ville si aprono e si chiudono in base ai colori delle regioni e alle restrizioni imposte in materia di contagio, la bella stagione e l'allentamento delle misure anti-Covid offrono la possibilità di andare oltre stanze e corridoi, per tuffarsi nei giardini e godere del paesaggio in bicicletta, a piedi o in automobile, o ancora in battello: la riaoertura delle gite in barca è prevista a giugno, orari e tariffe aggiornati sul sito www.ilburchiello.it.

Da Villa Foscari, detta Malcontenta, la residenza monumentale realizzata a Mira da Andrea Palladio per una delle più potenti famiglie del momento, si può raggiungere Villa Foscarini Rossi a Stra, una delle due residenze estive che la nobile famiglia possedeva lungo il fiume Brenta, insieme ad un Casino a Mira, costruito da Giacomo Foscarini, per ben due volte Capitano da Mar e uno dei celebrati vincitori della battaglia di Lepanto nel 1571.

Un elenco strabiliante di bellezze, che prosegue con Villa Badoer Fattoretto a Dolo, con il suo parco secolare di oltre 20mila metri quadrati arredato con statue e marmi d’epoca, un percorso che porta dritto a Stra, dove sorge la più nobile, non a caso oggi museo nazionale: Villa Pisani. Qui dormì Napoleone Bonaparte, visse a lungo Eugenio de Beauharnais con la moglie Amalia, soggiornarono i Savoia, mentre Hitler e Mussolini si videro per la prima volta nel1934.

Fu costruita nella prima metà del Settecento per celebrare i fasti della ricca e potente famiglia Pisani e la recente elezione a doge di uno dei suoi membri, Alvise. Per celebrarne la gloria furono chiamati a decorarne le sale i più noti artisti dell'epoca, come Giovan Battista Tiepolo, che affrescò l'”Apoteosi della famiglia Pisani” sul soffitto del grande salone da ballo a doppia altezza. Una costruzione tanto imponente che Napoleone in persona decise di acquistarla, per farne la dimora di villeggiatura, al pari di quella di Monza, del viceré Eugenio, della principessa Augusta Amalia di Baviera e dei loro quattro figli, come dimostra la stanza dei bambini, con la culla in stile impero, la poltroncina e un piccolo cavallino in legno laccato usato per i giochi.

La villa è ancora intatta: girare nelle sue stanze è compiere un tuffo nella vita quotidiana dei suoi ospiti. Come la stanza in cui Napoleone dormì due notti e in suo salotto, arredato con i preziosi tavolini realizzati dalla famosa ebanisteria di Giuseppe Maggiolini. Col 1814 la proprietà passò agli austriaci, fino ad arrivare ai Savoia, che dopo la caduta del dominio austro-ungarico si insediarono nei palazzi appartenuti alle precedenti monarchie. Nel percorso ci si imbatte anche in una camera allestita per ospitare re Vittorio Emanuele II, e nella fedele riproduzione di uno degli eleganti abiti indossati dalla moglie Rosa Maria Vercellana, contessa di Mirafiori e Fontanafredda, ritratta con lui in una fotografia del 1865. Un museo ricco di suggestioni, fra letti a baldacchino, tavole imbandite e il colossale affresco del salone da ballo, da apprezzare col naso all'insù. Fuori un parco di 10 ettari che si estende in un'ampia ansa del Brenta, dove spicca la grande vasca con statue e cascatelle che collega lungo il parterre centrale il palazzo alle scuderie. Una trovata posteriore, ma di grandissima efficacia scenografica, poiché la grande vasca fu realizzata solo nel 1911 per scopi scientifici. Una passeggiata nel parco offre altri angoli suggestivi, dalla limonaia, immancabile in queste ville, all'esedra, collegata ai magazzini e alla casa del giardiniere, alle serre, alla ghiacciaia e ai giochi di siepi, filari, piccoli rondò e statue di soggetto mitologico (informazioni su riaperture, orari e prezzi su www.villapisani.beniculturali.it).

Un'immersione nella storia, ma anche una zona ricca di tradizioni gastronomiche, come quella legata alla carne di cavallo e alla gallina padovana, come pure al pesce, al giro delle osterie dove bere un'"ombra" o quello dei bar con cicheti, spritz e sponcetti.