
Alice Mariani in Odette, principessa trasformata in cigno da un incantesimo
È il sogno di ogni ballerina, la fiaba di ogni bambina. Il "Lago dei cigni" di Cajkovskij ritorna domani alla Scala con la coreografia di Nureyev/Petipa, scene di Ezio Frigerio, costumi di Franca Squarciapino; sul podio Vello Päh. Il 10 e il 15 luglio Alice Mariani e Navrin Turnbull, per la prima volta insieme, saranno i protagonisti del balletto più romantico della storia. Navrin sarà Siegfried, Alice Odette, principessa trasformata in cigno da un incantesimo, per poi diventare la sua rivale Odile. Un talento assoluto, una musicalità fuori del comune.
Alice Mariani, prima ballerina scaligera, essere la protagonista del Lago dei cigni significa ereditare le grandi interpretazioni delle ballerine del passato. Le pesa?
"Un po’ sì, ci sono state artiste incredibili, uniche come Natalija Makarova, non si potranno mai copiare. Sono una ballerina diversa, da loro posso imparare guardando i video e cercare di trasformare il loro insegnamento, le inclinazioni della mano, gli sguardi nella mia tipologia di ballerina. Sono Alice, porto il mio essere ballerina, la mia storia in questo ruolo".
Sarà due figure in contrasto: Cigno bianco/Cigno nero.
"Odette/Odile, è difficile nella stessa serata interpretare due opposti. Odette con la sua fragilità, vulnerabilità, il movimento particolare delle braccia, in contrasto con quelli del corpo, così precise, certe morbidezze, come se nuotasse nell’acqua, la rendono davvero una figura complessa da portare in scena. In Odile voglio fare risaltare la sensualità, la femminilità, la sicurezza. Il Cigno nero non è cattivo vuole solo sedurre il principe. Per noi ballerine danzare il Lago è sempre una sfida, un viaggio; lo è anche quest’anno in cui siamo perfettamente in forma, dopo Paquita".
Come comunicherà in scena il conflitto fra Odette e Odile? "La coreografia aiuta a mostrare il carattere di entrambe. Le emozioni che vivi sul palcoscenico, le luci i tanti movimenti, le atmosfere ricordano sia a me, sia al pubblico che in scena ci sono due giovani diverse, anche se è la stessa ballerina a interpretarle".
Si è mai sentita vulnerabile come Odette?
"Quando sono venuta a Milano per la prima volta, dopo aver superato l’esame per entrare all’Accademia della Scala, avevo 13 anni. E stato un momento delicato della mia vita, lasciavo la mia famiglia, la città in cui ero cresciuta per entrare in una scuola così rigorosa. Oggi so che è stato molto duro anche per i miei genitori, sono stati coraggiosi; mi hanno dato l’opportunità di provare una strada nuova senza sapere dove mi avrebbe portato. Mi sono sempre stati vicini con tutto il loro amore, anche quando lavoravo all’estero non hanno mai mancato un mio debutto".
È piena di certezze come Odile?
"Quando ho lasciato la compagnia di Dresda e ho partecipato al bando di concorso per entrare alla Scala. Ero convinta della mia professionalità sapevo che mi avrebbero preso. Oggi il Teatro, Milano sono la mia casa mi danno sicurezza, sono consapevole del lavoro che ho fatto e so che potrò ancora andare avanti".
Odette/Odille vive una storia d’amore sbagliata. E lei?
"Io sto benissimo con Federico, la nostra è una grande storia d’amore. Quando vivevo in Germania, ha frequentato un dottorato nei Paesi Bassi per starmi più vicino. Incontrandolo ho subito capito che era il ragazzo giusto per me anche se all’inizio mi sono sentita smarrita, mi sentivo troppo giovane per una storia definitiva. Stiamo insieme da 15 anni, ciò ci rende felici".