Carnevale Ambrosiano, ecco i dolci tipici di Milano

Quest’anno il Martedì Grasso cade il 28 febbraio e segna la fine dei festeggiamenti in tutta Italia. Mentre nel capoluogo lombardo sfilate e carri sono in programma il 4 marzo

Tortelli a Milano

Tortelli a Milano

Milano, 8 febbraio 2017 - Carnevale si avvicina. E con lui anche i peccati di gola. Il rito ambrosiano inizia quando tutti gli altri sono conclusi. La festa meneghina, infatti, per tradizione si celebra la domenica successiva al Mercoledì delle Ceneri, quando prende il via la Settimana Grassa. Quest’anno il Martedì Grasso cadrà il 28 febbraio e segnerà la fine dei festeggiamenti in tutta Italia. Mentre a Milano sfilate e carri sono in programma per il 4 marzo, sabato grasso per l’appunto, una giornata in cui la città è protagonista con numerosi eventi. Tra stelle filanti, masschere e coriandoli, non mancheranno neppure i dolci tipici del Carnevale. 

Le famose chiacchiere sono il dolce più popolare in tutta la penisola, vengono preparate da Lampedusa alle Alpi. Anche se la ricetta è semplicissima, praticamente uguale per tutti, prendono nomi diversi da regione a regione. Il nome originale, 'chiacchiere', è lombardo ed è quindi il dolce di carnevale più diffuso in tutta la regione. Oltre al nome, le chiacchiere si differenziano anche nel tipo di vino usato nell'impasto, che è fatto semplicemente di farina, zucchero, uova e burro e che viene cotto a forma di strisce croccanti, cosparse poi di zucchero a velo.

La peculiarità delle chiacchiere milanesi è che vengono cotte al forno (e sono quindi molto più leggere), anziché fritte come si faceva in passato. Ma nel capoluogo lombardo ci sono anche i tortelli milanesi: dolcetti che vengono preparati con lo stesso impasto delle chiacchiere (quindi farina, uova, zucchero e burro); dal composto, che deve restare fluido, si ricavano delle piccole palline che poi vengono immerse nell’olio bollente. Durante la cottura i tortelli aumentano di volume restando cavi all’interno: vengono quindi farciti con crema pasticcera, crema chantilly oppure crema al cioccolato.

Per questi saporiti bigné fritti, la paternità della ricetta è ormai certa: quelli veri, autentici si chiamavano 'farsòe', sono milanesi e sono nati per il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, il santo che già nella Bibbia viene definito 'industriante in friggitoria'. E dato che i tortelli, da soli, non bastavano, si preparavano anche i 'làciàditt', tortelli fritti ma arricchiti di mela a cubetti nell' impasto. E se non c' erano mele si poteva usare l' uvetta, per i tortelli della Bassa Padana arricchiti con uva savoret della qualità fontana o lambrusco. Spostandosi verso la bassa padana, i tortelli si preparano nello stesso modo ma vengono riempiti con marmellata di uva savoret, una saporitissima conserva realizzata con mele e uva nera della qualità fontana o lambrusco.

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