
Il chitarrista di Peter Gabriel e il tastierista Giovanni Amighetti presentano “The Fermi Paradox“ "In futuro inviteremo ai nostri concerti anche scienziati della Nasa per fondere musica e racconti" .
MIlano – Figlio delle stelle (e pronipote di sua maestà Peter Gabriel), The Fermi Paradox è il progetto discografico che David Rhodes, chitarrista storico dell’ex cantante dei Genesis e collaboratore di uno stuolo di artisti italiani tra cui il Battiato de “L’imboscata”, ha presentato nei giorni scorsi a Milano assieme al tastierista Giovanni Amighetti, accompagnando poi l’uscita sulle piattaforme del relativo concept album con un paio di suoi assaggi live a Parma e a Tavazzano con Villavesco, nel lodigiano, assieme ad E-Wired Empaty, collettivo coordinato da Amighetti stesso. Il paradosso di Enrico Fermi nasce davanti al moltiplicarsi di avvistamenti Ufo degli anni Cinquanta, e riguarda la probabilità di entrare in contatto con forme di vita intelligente extraterrestri. "Se nella galassia ci sono così tante civiltà evolute, perché non siamo ancora riusciti ad averne prova scientifica?", si chiedeva il fisico romano trapiantato a Los Alamos. Domanda attorno a cui da una settantina d’anni ruotano le più sperticate teorie.
Da cosa nasce questa nuova avventura discografica? Rhodes: "Tutto è iniziato da un’idea di Giovanni, che ci ha chiesto di improvvisare alcuni pezzi riflettendo onde gravitazionali, viaggi interstellari e identità umana. Poi lui e Stefano Riccò si sono messi a tagliare e cucire in studio queste improvvisazioni, ad essere sinceri piuttosto sconclusionate, per trarne dei brani".
Amighetti: "Il progetto origina da una collaborazione con gli astrofisici del Jet Propulsion Laboratory (JPL) di Pasadena e in particolare con Michele Vallisneri. Questo perché volevamo che il lavoro avesse un reale basamento scientifico".
L’album ha preso forma qua e là. Amighetti: "Abbiamo iniziato a lavorare negli ex studi di Ligabue a Correggio, e poi ancora a Nashville e a Rubiera. Il mastering, invece, l’ha fatto Alessandro Marcantoni ai Metropolis qui di Milano".
Come avete formato la band? Amighetti: "Lavorando con Mari Boine, cantante norvegese che incide per l’etichetta di Peter Gabriel Real World, siamo entrati in contatto con Paolo Vinaccia, batterista italiano che vive ad Oslo, e poi ancora con Jeff Coffin, sassofonista della Dave Matthews Band. Via via si sono aggiunti gli altri, perfino il clarinettista Moreno Conficconi (ex Orchestra Casadei ed ex Extraliscio, ndr) che lo scorso settembre ha invitato David alla Notte del Liscio di Gatteo a Mare per mettere a confronto suoni e culture musicali diverse".
Ed ora? Rhodes: "A questi due primi concerti esplorativi, messi in strada per capire cosa fossimo in grado di fare, se n’è aggiunto un altro estivo all’Arena del Rubicone, in Romagna, con il percussionista indiano Trilok Gurtu nei panni di ospite speciale". Amighetti: "Stiamo andando passo dopo passo per vedere se questa formula ci piace, se ha un senso, e non escludiamo in futuro d’invitare sul palco pure astrofisici della Nasa per coniugare sul tema musica e racconti".
E lei Rhodes, ora cos’altro ha in agenda? Rhodes: "A febbraio ho registrato con Peter Gabriel alcuni brani per il suo prossimo album. Sono al lavoro pure su alcune tracce di chitarra per la cantante macedone Yova, che fa un pop piuttosto eccentrico, ma collabora con un mio vecchio amico e quindi gli do una mano".