Ferragni, Clooney, Paris Hilton e il lago di Como vip: super turismo sulle sponde fragili

Boom di presenze, soprattutto straniere, ma il livello dell'acqua non è mai stato così basso. Difficoltà per le barche

Como - Quello di Como non è il solo lago della Lombardia, ma è ugualmente unico. Iconico come il suo brand che negli ultimi anni è cresciuto in lustro e fama fino a divenire, soprattutto oOtreoceano, più celebre di quello della regione che lo ospita, sinonimo di glamour al pari della Costa Azzurra e della Costa Smeralda.

Il lago dei vip

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Per rendersene conto basta fare un giro sui social, da Instagram a Twitter le star prima o poi passano da qui. Non solo i Ferragnez che sono praticamente di casa con tutta la famiglia allargata al seguito, così come George Clooney che si trasferisce qui – a Villa Oleandra in quel di Laglio – durante l’estate, ma anche tutti gli altri. Tanto per fare qualche nome l’ultima avvistata sul lago è la regina del gossip Paris Hilton, ma prima di lei era stato ospite sul Lario per partecipare a un matrimonio Michael Jordan mentre Lady Gaga a fine giugno si era addirittura esibita, super ospite al party per le nozze del miliardario inglese Alan Howard che per l’occasione affittò per un mese Villa Olmo, una delle dimore più belle del lago, staccando un assegno da 1,3 milioni di euro. Benzina per il mito di Lariowood che rende questo lago così speciale anche per chi gli alberghi da duemila euro a notte e i motoscafi che filano veloci può solo accontentarsi di osservarli da lontano.

Il ritorno degli stranieri

Per sognare bastano dieci euro, il prezzo del biglietto che permette di arrivare comodamente in treno da Milano Centrale a Como San Giovanni in poco più di un’ora. Il lago è bello da mozzare il fiato già a Como, ma è consigliabile limitarsi a osservarlo da riva perché fare il bagno è vietato in buona parte del primo bacino. Inutile dire che con le temperature alle stelle dei giorni scorsi i turisti se ne sono infischiati e nonostante i cartelli c’è chi si è tuffato anche di fronte alla foce del Cosia, che appena un mese fa si era meritata la bandiera nera dalla Goletta di Legambiente. Per fortuna la situazione migliora notevolmente allontanandosi dalla città anche se riuscire a trovare uno spazio, non solo per fare il bagno ma per lasciare l’auto può essere un’impresa soprattutto durante il week-end. Gli operatori stimano che questa estate grazie al ritorno degli stranieri, inglesi, tedeschi e francesi in particolare, le presenze siano aumentate del 40% rispetto al 2021. Di sicuro riuscire a trovare una stanza o un appartamento libero da Cernobbio a Menaggio da qui alla fine settembre è un’impresa e i prezzi sono schizzati letteralmente alle stelle.

Siccità e acque basse

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Nell’anno della rinascita turistica dopo la parentesi del Covid l’unica nota stonata è la siccità che da queste parti ha registrato valori record. Il più celebre dei laghi lombardi infatti non è mai stato così privo di acqua, con il suo livello che a più riprese negli ultimi due mesi è stato al di sotto addirittura della soglia limite di -40 centimetri sotto lo zero idrometrico. In situazioni normali le chiuse della diga di Olginate, che è un po’ il tappo del Lario, si sarebbero chiuse, ma questo è un atto eccezionale e anche il lago delle star è stato costretto a pagare il suo tributo, salatissimo, alle colture della Pianura Padana. Attraverso l’Adda miliardi di metri cubi d’acqua sono defluiti per finire ad irrigare i campi della Bassa, e poco importa se da queste parti stanno crollando le sponde e il 35% dei posti barca sono già inutilizzabili perché nonostante l’utilizzo delle idrovore le chiglie toccano il fondo. “È una vera catastrofe, il nostro lago sta pagando un prezzo altissimo – denuncia Luigi Lusardi, il presidente dell’Autorità di Bacino del Lario e dei Laghi Minori che da anni si batte perché anche a Como sia dato almeno un rappresentante nel Consorzio dell’Adda – Ci sono già danni per milioni di euro e il quadro rischia di peggiorare ulteriormente nelle prossime settimane. Non stiamo scontando solo gli effetti della siccità estiva, ma anche quelli di un inverno in cui praticamente non è mai piovuto”.

Navigazione a rischio

Così il Lario già a secco di suo è stato ulteriormente svuotato per far fronte alle necessità degli altri. Abbastanza da provocare una fronda anche tra molti dei 60 sindaci del lago, in particolare quelli di centrodestra, pronti a presentare il conto alla Regione che da anni dice di volersi occupare del problema, ma poi lascia tutto così com’è. “In passato ci hanno detto che non c’erano le risorse – conclude Lusardi – ma adesso con il PNRR ci sono miliardi di euro per tutto tranne che per risolvere i problemi del lago. Per non svuotarlo andrebbero realizzati dei bacini artificiali a valle in cui raccogliere l’acqua quando c’è, un po’ come accade con i bacini delle dighe. In questo modo anche in caso di siccità prolungata ci sarebbe il modo di garantire una riserva idrica per l’agricoltura senza svuotare per forza il Lario”. Invece finora non si è fatto nulla e senza l’aiuto di Giove Pluvio entro i prossimi giorni rischiano di bloccarsi anche i battelli della Navigazione. Allora a scorrazzare sul lago saranno – forse – solo i motoscafi della star e dei vip. Gli unici a potersi permettere di godere il mito di Lariowood, nonostante tutto.