
Una delle ultime performance di danza con molta coreografia
Lorenzo Conti, 37 anni, è il nuovo direttore-progettista di Milano Oltre, un festival glorioso nato nel 1986, oggi di casa al Teatro Elfo Puccini. L’entusiasmo e la voglia di innovare sono la molla che lo spinge, come “mediatore culturale”, attento alla formazione, impegnato alla DanceHaus come docente, curatore dei programmi di danza al Lac di Lugano.
Il tema del festival è “danza e moda”, più che mai appropriato quando si saluta Giorgio Armani. È stata una premonizione questa scelta di campo 2025? "Più che altro covavo da tempo un’intuizione, visto che Milano Oltre inizia subito dopo la Fashion Week, che lancia la nostra moda ai vertici della creatività globale; il festival raccoglie questa specificità, nella città che cambia, quando la danza, i corpi danzanti sono più che mai un valore aggiunto".
Come si svilupperà il festival dopo questa edizione, che parte dal 23 settembre ed è la prima di un triennio tutto da inventare? "L’anno prossimo il focus sarà su danza e sport, e il seguente su danza e design, mondi in cui Milano eccelle. Adesso con la Camera della Moda abbiamo attivato delle residenze intensive unendo tre giovani stilisti e tre coreografe aperte e sensibili; non si conoscevano ma ha funzionato; da tre atelier sono nati lavori nuovi sorprendenti".
Qualche anticipazione? "Le coreo-autrici sono Masako Matsushita con la performance ‘UN/DRESS Moving Painting’, sul corpo femminile, per il MA*Ga di Gallarate, con i tessuti dell’archivio MIssoni; questo suo solo sarà poi anche trasmesso a un danzatore, Aurelio Di Virgilio; Andrea Peña, colombiana con base in Canada, che presenta ‘Replica’, un duo sul concetto del copiare, e Alexandra Bachzetsis, svizzero-greca, con ‘Exposure’, uno sguardo radicale sulla nudità-costume per il leggendario Cullberg Ballet svedese. L’approccio è internazionale, sostenibile, anti-stereotipi".
Ci saranno artisti associati nel triennio? "Il Ballet de Lorraine, che porta il 4 e 5 ottobre un classico di Trisha Brown, ‘Twelve Ton Rose’ su Webern e ‘A folia’ del portoghese Marco Da Silva Ferreira, tra estasi, voguing e clubbing".
Quest’anno il festival è denso di performance site specific, masterclass, Dj set, conferenze danzate; c’è un evento speciale? "Manus Manus, installazione abitabile immersiva, attraversata da corpi danzanti come un paesaggio da visitare, a firma di Antonio Marras, autore anche di ‘Mio cuore, io sto soffrendo’ ad hoc per il festival transfrontaliero Visavì di Gorizia, Città Europea della Cultura".
Quali ambizioni coltiva Milano Oltre di qui in avanti? "Attivare una resistenza culturale combattiva, fare comunità nel sistema danza lombardo".