
La stazione Centrale di Milano, centro nevralgico delle linee ad Alta velocità della Lombardia
Milano – Partire dalla stazione Centrale di Milano con la certezza di arrivare puntuali a destinazione è ormai un’illusione. L’ultima indagine dell’associazione Altroconsumo presentata il 15 settembre alla Camera dei deputati fotografa una situazione preoccupante: almeno un treno dell’alta velocità su cinque accumula ritardi, con punte che superano il 70% su alcune tratte che partono dal capoluogo lombardo.
Lo studio, condotto tra il 25 luglio e il 5 settembre su 54 tratte e oltre 28.000 rilevazioni, mette nero su bianco quello che molti pendolari milanesi sperimentano quotidianamente. Se la Milano-Roma resta relativamente salvaguardata con “solo” il 18% dei Frecciarossa in partenza da Centrale in ritardo (che diventano il 25% nel senso opposto), la situazione precipita quando si guardano i collegamenti verso Sud.
Il caso più emblematico è la Bari Centrale-Milano Centrale, dove oltre il 70% dei treni arriva fuori orario. Un dato che racconta le difficoltà di chi dalla Puglia deve raggiungere il capoluogo lombardo per lavoro o studio. Anche la Milano-Bologna, fiore all’occhiello dell’alta velocità con i suoi tempi teorici di un’ora, non è immune da problemi: anche qui i ritardi coinvolgono comunque una percentuale significativa dei convogli.
Trenitalia vs Italo
La competizione tra Trenitalia e Italo, che sui binari milanesi è particolarmente accesa, vede prevalere il secondo operatore. Sulla Milano Centrale-Roma Termini, Italo registra ritardi nel 15% dei casi contro il 18% dei Frecciarossa. Una differenza che si accentua nel senso opposto: 19% per Italo, 25% per i treni di Trenitalia.
“Dietro questi numeri ci sono le difficoltà reali di chi viaggia”, ha dichiarato Federico Cavallo di Altroconsumo. L’indagine parla esplicitamente di una “cronica mancanza di puntualità”. Una considerazione che assume particolare rilievo per Milano, crocevia fondamentale del sistema ferroviario nazionale e punto di partenza per milioni di spostamenti di lavoro verso il resto d’Italia.

Peggio ancora gli Intercity
La situazione diventa drammatica se si considerano gli Intercity, che spesso rappresentano l’unica alternativa economica all’alta velocità: qui i ritardi toccano il 40% dei casi. Per chi parte da Milano verso destinazioni non servite dai treni veloci, il rischio di arrivare in ritardo va sostanzialmente messo in conto ogni volta che si compra il biglietto.
Roma-Milano veloce ma non troppo
Ma c’è un altro aspetto che colpisce i viaggiatori milanesi: i tempi di percorrenza si sono allungati negli anni. La Milano-Roma, che un tempo veniva coperta in tre ore esatte, oggi richiede mediamente 3 ore e 20 minuti. In caso di cantieri o situazioni straordinarie, sempre più frequenti, il viaggio può arriva a durare mediamente 5 ore e 11 minuti (quest’ultima rilevazione è stata fatta in un periodo importante per il turismo: tra l’11 e il 17 agosto).

Il problema degli indennizzi
L’indagine evidenzia anche un problema di indennizzi (che lamentano anche i pendolari Trenord). Con le regole attuali, solo i ritardi superiori ai 30 minuti danno diritto al rimborso. Ma se la soglia scendesse a 15 minuti, come chiede Altroconsumo, la platea dei passeggeri risarciti si raddoppierebbe: per i Frecciarossa si passerebbe dal 5,7% al 13% dei casi, per Italo dal 3,6% al 7,8%.
Una rivoluzione che interesserebbe particolarmente i viaggiatori da e per Milano, considerando gli alti volumi di traffico della stazione Centrale (che serve la regione più popolosa d’Italia). Questi dati rappresentano un campanello d’allarme: la mobilità ferroviaria, fondamentale per l’economia lombarda, mostra crepe sempre più evidenti in un sistema che promette velocità, ma spesso non mantiene nemmeno la puntualità.
La petizione di Altroconsumo
Altroconsumo ha lanciato una petizione (a questo link) per chiedere alle autorità italiane ed europee di innalzare le percentuali di indennizzo e di abbassare la soglia di ritardo per la quale può scattare il diritto al rimborso del viaggio. In particolare, l’associazione chiede:
- che l’indennizzo sia fissato per tutti i tipi di treno e che scatti già dopo 30 minuti di ritardo (dopo 15 minuti per quelli ad Alta velocità). In questi casi l’indennizzo sia pari al 30% del costo del biglietto, mentre oggi non è previsto alcun tipo di indennizzo;
- che sia riconosciuto un indennizzo del valore del 50% del costo del biglietto in caso di ritardo superiore a 60 minuti (dopo 30 minuti per l’Alta velocità);
- che ci sia il rimborso integrale del biglietto in caso di ritardo pari o superiore a 120 minuti. Ad oggi il rimborso del biglietto è previsto per un massimo del 50% e solo per ritardi superiori alle due ore;
- che i rimborsi siano accreditati in modo automatico (come di recente è stato stabilito per i ritardi dei treni regionali) e che il passeggero possa scegliere di avere il risarcimento in denaro o in forma di voucher.