Velca, mostra amarcord per la storica azienda

L’esposizione al Museo Fratelli Cozzi "Da Legnano al Moma" riaccende la curiosità

La mostra

La mostra

Le lancette del tempo per Velca parevano essersi fermate dopo la vendita al gruppo Knoll nel 1986 e la storia dell’azienda legnanese pareva essere ormai seppellita sotto la polvere di un incomprensibile disinteresse: la mostra organizzata ieri al Museo Fratelli Cozzi e intitolata "Dove c’è gente c’è Velca. Da Legnano al Moma" ha fatto ripartire l’orologio del tempo e riacceso la fiamma della curiosità e dell’interesse non solo per la storia di questa realtà, ma per tutto un mondo sommerso di aziende la cui storia potrebbe essere oggi letta non come un pedissequo ripasso di ciò che è stato ma come una lezione per il futuro. Velca, fondata da Luigi Vedani e Aldo Casaroli, era arrivata ad avere 140 dipendenti producendo mobili e complementi per la casa e per l’ufficio con un design e una qualità costruttiva che consentono ad oggetti creati nel secolo scorso di arrivare ad oggi ancora integri e utilizzabili: una qualità che ha consentito alla scala Scaleo di entrare nella collezione del Moma di New York. Una storia - il periodo preso in considerazione andava dal 1954 al 1986 - nella quale si sono intrecciati i nomi di Renzo Piano, di designer come Roberto Lucci e Paolo Orlandini, Albert Leclerc, Franco Annoni, di art director come Claudio Platania che aveva "diretto" campagne che potevano contare sulle foto di un giovanissimo Oliviero Toscani: un lavoro svolto sempre nel segno della massima qualità.

"Questa mostra vuole semplicemente essere un esempio in un momento di grande difficoltà sociale, ma anche uno stimolo per puntare a una ripresa – ha commentato Gabriele Vedani, figlio di uno dei due fondatori di Velca, che ieri è intervenuto dopo la padrona di casa e direttrice del museo Fratelli Cozzi, Elisabetta Cozzi -: anche partendo dal nulla senza mezzi, investendo nella ricerca della qualità e nelle relazioni personali si possono raggiungere vette inaspettate. Credo che la storia di tante aziende come questa, che hanno dato lustro al territorio, meriterebbe forse uno spazio espositivo permanente in città". Con lui anche Daniele Casaroli, figlio dell’altro fondatore di Velca, che è intervenuto prima del sindaco Lorenzo Radice, e dell’assessore alla cultura, Guido Bragato. Nella sala rossa del museo un centinaio di persone, hanno toccato con mano la qualità dei prodotti della storia azienda legnanese. La mostra dedicata a Velca si chiuderà con un appuntamento clou: una sorta di "palco aperto" al quale prenderanno parte i figli dei due fondatori di Velca, Gabriele Vedani e Daniele Casaroli, e tre altri protagonisti del successo dell’azienda dalla fine degli anni Sessanta in poi: Roberto Lucci e Paolo Orlandini che hanno firmato i pezzi più importanti in quel momento storico dell’azienda legnanese e Claudio Platania, l’art director che avrebbe alimentato gli investimenti pubblicitari di Velca sulla stampa di allora.