Alla scoperta di Frasnedo di Verceia, angolo incantato arroccato sulla sponda del monte

Sabato 17 settembre il Centro di studi storici valchiavennaschi terrà una visita guidata nel borgo in Val dei Ratti

Uno scorcio del borgo di Frasnedo

Uno scorcio del borgo di Frasnedo

Verceia, 5 settembre 2016 - Sabato 17 settembre il Centro di studi storici valchiavennaschi terrà una visita guidata a Frasnedo di Verceia in Val dei Ratti. Per raggiungere la località, a Verceia si prenda via Serto e si raggiunga in auto il Tracciolino a quota 912, dove alle ore 15 si imboccherà insieme il sentiero per Frasnedo. Dopo meno di un’ora a piedi, si arriverà alla meta, a quota 1287. Nell’occasione non occorrerà il permesso di transito con l’auto.  Si visiterà il paese e la chiesa della Madonna della neve del 1677, benedetta nove anni dopo, con campanile del 1844. In caso di cattivo tempo la visita sarà rinviata di una settimana.

La Valle dei Ratti è un angolo incantato che si arrampica sopra il Lago di Mezzola. La tarda estate è una stagione meravigliosa per compiere un’escursione in questo luogo ancora intatto, dominato dal borgo di Frasnedo, a 1290 metri di quota. Resterete affascinati dalla magia del paesino arroccato sulla sponda del monte, al quale Legambiente ha assegnato il premio Bandiera Verde per aver promosso un’iniziativa finalizzata a riqualificare i pascoli e contrastare l’abbandono delle pratiche agricole. 

Nei boschi della Valle dei Ratti predomina il castagno. Il panorama che si gode durante la salita è suggestivo e domina lo specchio del lago fino in fondo alla Valchiavenna. A un certo punto del cammino verso Frasnedo si incontra una cappella circondata da grandi aceri: è il segno che ormai mancano pochi passi alla meta. Frasnedo è un borgo ben tenuto e curato. I suoi viottoli in pietra conducono alle abitazioni alpine, molte delle quali sono state ristrutturate. Dopo il Cinquecento il paese cominciò ad essere abitato tutto l’anno.

Può meravigliare la presenza di tante chiese anche nei paesi più piccoli in tempi in cui la povertà la faceva da padrona. Bisogna ricordare che, se le risorse erano scarse, grande era la fede in coloro che ci hanno preceduto e che, lavorando gratuitamente alla costruzione dell’edificio a seconda delle possibilità, ci hanno regalato queste importanti testimonianze storiche. Non bisogna pensare che la costruzione di queste chiese fosse celere: si procedeva anzi lentamente, com’era allora il ritmo di vita, facendo il passo secondo la gamba e avanzando a mano a mano che se ne creavano le possibilità. Spesso si chiedeva al vescovo il permesso di benedire la chiesa quando ancora era in piedi solo l’abside. Per non parlare dei campanili, che in più casi furono aggiunti a distanza di secoli, come avvenne anche per Frasnedo.