
Le gemelle Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara Poggi
Le gemelle Cappa hanno 41 anni e sono cugine di primo grado Chiara Poggi, perché la loro mamma Mariarosa Poggi è la sorella del papà delle 26enne uccisa a Garlasco. Al momento della morte di Chiara avevano 23 anni, e se con Paola si parlava di un rapporto più freddo, tra Chiara e Stefania la frequentazione sarebbe stata più assidua. "Il rapporto che avevo con mia cugina era caratterizzato fino al maggio 2007 da incontri occasionali in coincidenza quasi sempre con le festività tradizionali… Abbiamo iniziato a sentirci telefonicamente con maggiore frequenza. La chiamavo quasi ogni settimana", aveva dichiarato poco dopo la morte di Poggi. Una testimone, una donna di 48 anni, si è invece fatta avanti solo nei giorni scorsi, attraverso il proprio legale, con una memoria in Procura, sostenendo che invece i rapporti fra loro fossero molto freddi.
Paola Cappa all’epoca del delitto studiava alla Iulm e sognava di diventare giornalista, viveva un periodo difficile della sua vita (problemi di salute) e nelle immagini dell’agosto 2007 appare in stampelle, vittima di un infortunio in bicicletta: oggi vive tra l'Italia e Ibiza ed è una food blogger. Realizza reportage nelle cucine e nei laboratori di noti chef e pasticceri durante le loro lavorazioni. Studia cucina macrobiotica e organizza spesso pranzi e cene per gli amici.
Stefania allora studiava Giurisprudenza, si è laureata all'Università di Pavia ed ha conseguito il Master in diritto penale societario presso la Scuola 'Just Legal Services' di Milano. Abilitata all’esercizio della professione forense nel 2012 nel Foro di Milano, si è specializzata in diritto penale societario e in diritto sportivo. La sua è un carriera di rilievo, come si legge nel suo curriculum. Oggi lavora nello studio del padre, l'avvocato Ermanno Cappa, in zona Brera, a Milano. Nel 2017 ha sposato Emanuele Arioldi, amico da sempre (secondo le ricostruzioni erano insieme anche il giorno del delitto, in piscina), figlio di 'Annina' Rizzoli e del campione di equitazione Roberto (Vanity Fair documentò “la cerimonia intima a Cassano d'Adda: tra candele, fiori bianchi e la passione per i cavalli”). La coppia ha due figli.
Nel 2007, le due ragazze finirono al centro dell'attenzione per una fotografia ritoccata con la vittima, uno scatto mai avvenuto nella realtà. Allora si disse che le due sorelle (ribattezzate le gemelle K) cercavano fama usando l'immagine della 26enne uccisa. Persino Fabrizio Corona si era recato a Garlasco per un'esclusiva con le due sorelle. Dopo quel primo momento di notorietà e le polemiche che ne seguirono, le gemelle Cappa sparirono progressivamente dalla scena mediatica. Interviste sempre più rare, poi la chiusura nei confronti dei giornalisti da parte loro e del padre Ermanno.
Non sono mai state indagate e non lo sono neppure oggi, sebbene è possibile che vengano ancora ascoltate. Qualche tempo dopo l'omicidio, infatti, un supertestimone, Marco Muschitta, tecnico della municipalizzata della zona, aveva raccontato che la mattina dell'omicidio, tra le 9.30 e le 10, mentre stava effettuando un controllo alle centrali dell’acqua a Garlasco, vicino alla casa di via Pascoli, aveva notato una bicicletta: "A bordo c’era una ragazza con i capelli biondi a caschetto, indossava occhiali da sole scuri a mascherina, come quelli di moda. La ragazza aveva delle scarpe bianche con una stella blu". Disse di non aver riconosciuto la ragazza, che nella mano destra teneva un oggetto simile a un piedistallo da camino, ma di averla poi vista in tv: era Stefania Cappa. Una versione che poi venne smentita dallo stesso Muschitta, che ammise di aver inventato tutto fu bollato come inattendibile.
Oggi, a 18 anni di distanza, i nomi di Paola e Stefania Cappa tornano alla ribalta, alla luce di nuove testimonianze che sembrano mettere in discussione le versioni fornite in passato. Il 20 maggio scorso, 'Carlo', identità coperta, si è raccontato alle telecamere della trasmissione Mediaset 'Le Iene', che aveva sospeso la messa in onda in attesa che Mister X fosse ascoltato dagli inquirenti. Volto in controluce, ripreso nella penombra di un locale, ha raccontato che "poco dopo l’omicidio” ha incontrato “in ospedale una donna di Tromello che abitava vicino alla casa della nonna materna delle gemelle Cappa”. La donna gli avrebbe riferito di aver “visto Stefania Cappa agitata”, intenta a entrare nella vecchia casa con una “borsa pesante”. Poi il tonfo, forse nell’acqua. Le persone che avrebbero visto, “già anziane all’epoca”, sono morte. Dal combinato disposto delle due dichiarazioni, è partita la massiccia operazione del 14 maggio, con il piccolo fosso che costeggia Tromello sbarrato e passato al setaccio: fra i reperti “interessanti” ripescati, un martello. Un oggetto simile potrebbe essere l’arma del delitto. Il testimone misterioso, comunque, ha sottolineato che si è deciso a parlare oggi perché allora, secondo lui, “non c’era stata volontà di ascoltare”.
Nel frattempo, nel giorno dell'udienza sull'incidente probatorio è emersa la notizia che la Procura di Pavia, che da mesi è tornata a indagare sul delitto di Garlasco e in particolare su Andrea Sempio, ha disposto che vengano acquisiti, tra gli altri, anche i Dna delle gemelle Cappa.