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Tromello, si cerca l’arma che ha ucciso Chiara Poggi: oltre un chilometro di canale dragare, ma interessano 300 metri

Idrovore al lavoro per prosciugare la roggia, in parte tombato. Focus sul tratto nel centro paese, dove si trova la casa della nonna delle gemelle Cappa, cugine della vittima

Le idrovore per svuotare il canale di Tromello

Le idrovore per svuotare il canale di Tromello

Tromello (Pavia) – Sono in corso le operazioni di dragaggio del canale che scorre tra le abitazioni di Tromello, nel Pavese, propedeutiche alla ricerca della possibile arma del delitto di Chiara Poggi, avvenuto nel vicino comune di Garlasco il 13 agosto 2007.

Protezione civile e vigili del fuoco hanno per prima cosa chiuso il flusso con del paratie, sono quindi entrate in funzione le idrovore che prosciugheranno l'acqua del canale, profondo qualche decina di centimetri, per oltre un chilometro. Il tratto che dovrebbe venire dragato, in parte tombato, è lungo 1,2 chilometri. Il tentativo, al momento, è quello di ridurre la lunghezza della porzione di canale da prosciugare, anche perché le ricerche dell'arma si concentrarono solo nei trecento metri che scorrono lungo il paese.

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È qui, infatti, che un testimone ha dichiarato in un'intervista alle 'Iene' che sarebbe stata gettata l'arma del delitto di Chiara Poggi. Nel video della testimonianza, sequestrato dai carabinieri del nucleo investigativo di Milano e che il programma Mediaset ha annunciato verrà trasmesso integralmente nella puntata del prossimo 20 maggio, il 'supertestimone' - a quanto si apprende - avrebbe raccontato che l'arma del delitto, descritta come un lungo oggetto metallico (compatibile con un attizzatoio da camino) è stata gettata nella roggia che scorre tra le case.

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Una di queste, disabitata, era della nonna delle gemelle Cappa, le cugine di Chiara Poggi. Una delle due gemelle, Stefania, sarebbe stata avvistata in bicicletta con “in mano un piedistallo tipo da camino di colore grigio” il giorno del delitto, secondo un’altra testimonianza resa da un netturbino del 2007. La vicenda non fu tuttavia approfondita e anzi l’allora 31enne dipendente della municipalizzata finì a processo per calunnia

Sulla porta del’abitazione, tra le ragnatele, si scorge ancora la targhetta col cognome di famiglia. In passato ci avrebbe abitato il fratello maggiore delle gemelle, ma a quanto risulta la casa era vuota il 13 agosto 2007, quando la 26enne venne uccisa a Garlasco, a pochi chilometri di distanza