Garlasco (Pavia), 16 maggio 2025 – Continua a tenere banco l’inchiesta sul delitto di Garlasco, avvenuto nell’agosto del 2017 e per il quale l'allora fidanzato della vittima, Alberto Stasi ha quasi finito di espiare una condanna a 16 anni di reclusione (il 41enne ha da poco ottenuto la semilibertà, ndr).
Le nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi sono concentrate sulla figura di Andrea Sempio. Ma oggi, in tribunale a Pavia, durante l’udienza per l’incidente probatorio è stato disposto che sarà acquisito anche il Dna delle gemelle Cappa, Paola e Stefania, oltre a quello di Marco Panzarasa, amico di Stasi, di Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti, tutti e tre amici di Marco Poggi e Andrea Sempio, oltre a quelli del medico legale e di inquirenti e investigatori della prima inchiesta.

L'estensione a queste persone, tutte non indagate, servirà alle comparazioni con le tracce che saranno repertate. La gip Daniela Garlaschelli ha ammesso solo i quesiti sui profili genetici escludendo quelli sulle impronte presenti nella villetta dove venne uccisa Chiara Poggi. La decisione arriva al termine della discussione tra le parti e accoglie la richiesta di 'allargare' quanto più possibile la ricerca per evitare - tra qualche anno - di ritrovarsi ad analizzare ancora tracce e reperti del delitto di quasi 18 anni fa. Il tempo concesso agli esperti per dare delle risposte è di 90 giorni, mentre per il 24 ottobre e' stata fissata davanti alla gip Daniela Garlaschelli l'udienza in cui di discuteranno gli esiti delle analisi.
“Oggi è una tappa importante ma ce ne saranno altre, anche d'indagine. Noi vogliamo osservare questa inchiesta ancora per molto tempo. L'ipotesi di una revisione in caso di novità per noi è al momento in secondo piano”, ha detto l'avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, entrando in Procura a Pavia. “Vedo che gli inquirenti hanno grande determinazione - ha aggiunto -. Noi ci aspettiamo che questa indagine possa riscrivere questa storia”.

“Se a 18 anni di distanza siamo ancora di fronte a questa situazione, evidentemente qualcosa in più poteva essere fatto”, ha dichiarato Davide Radaelli, consulente della famiglia Poggi, prima di entrare in Tribunale. “Non so niente - ha aggiunto continuando a rispondere a chi gli chiedeva se si potrà arrivare a qualcosa di nuovo - mi limito a quelli che sono gli elementi emersi nel processo di rinvio della Cassazione. Prendiamo atto di quanto viene evidenziato nella conclusione della perizia; per tutto quello che è avvenuto dopo, ci mettiamo a disposizione per collaborare con le indagini avviate dall'autorità giudiziaria”.
“La perquisizione a casa di Andrea Sempio? Solo fumo negli occhi”, ha detto Massimo Lovati, uno degli avvocati dell’unico indagato nella nuova inchiesta per l'omicidio di Chiara Poggi. Per il legale “è fumo negli occhi” anche la ricerca effettuata nel canale di Tromello (Pavia) per trovare la possibile arma del delitto, così come l'ipotesi sull'allargamento dell'indagine ad altre persone.
Il collegio di genetisti
Oggi davanti alla giudice Daniela Garlaschelli ha giurato la nuova genetista incaricata, Denise Albani, allieva di Giardina e dal 2016 in polizia Scientifica. Con lei è stato nominato anche il sovrintendente Domenico Marchigiani, in servizio alla Scientifica di Milano, che si occuperà invece della parte dattiloscopica. . Ossia il confronto e l’analisi delle impronte, circa una sessantina, che in parte non erano state analizzate al tempo delle prime indagini. L’attività di analisi inizierà il prossimo 17 giugno a Milano. La gip ha concesso un termine di 90 giorni per depositare la loro consulenza. Si tornerà in aula a Pavia il prossimo 24 ottobre.
I due esperti sono stati scelti dopo che, nella scorsa udienza, la gip aveva accolto la ricusazione del genetista Emiliano Giardina, sollevata dalla Procura che sosteneva la mancanza di imparzialità per alcune dichiarazioni rilasciate nel 2017 alla trasmissione televisiva 'Le Iene' sui reperti al centro del nuovo incidente probatorio.
Il Dna
Per i pm Stefano Civardi e Giuliana Rizza e per gli avvocati del condannato (Giada Bocellari e Antonio De Rensis) è di Andrea Sempio il Dna trovato sulle unghie della vittima. Ora, i periti nominati dalla gip dovranno stabilire se la traccia genetica trovata sulle unghie della vittima sia compatibile con il patrimonio genetico dell'amico del fratello della vittima.
Il primo punto è il più controverso: valutare l'utilizzabilità del profilo estratto dal materiale biologico, rinvenuto sotto le unghie della vittima. Nel processo d'appello bis contro Stasi, il perito Francesco De Stefano aveva concluso, in accordo con i consulenti, sull'inutilizzabilità dei risultati. Conclusione sempre condivisa dal genetista Marzio Capra (famiglia Poggi) e dall'ex comandante del Ris Luciano Garofano (Sempio). Di opposto avviso il genetista forense Ugo Ricci consulente di Stasi e Carlo Previderé che nella sua relazione chiesta dalla Procura di Pavia parla di compatibilità. La traccia prelevata a Sempio lo scorso 13 marzo potrebbe restituire il match, ma il cromosoma Y (sui frammenti delle unghie della vittima) non è identificativo: indica solo la linea paterna e non è databile. Difficile possa bastare da solo per formulare le accuse contro il giovane che frequentava la villetta di via Pascoli. (segue) Inoltre, l'elemento poco si sposa anche con la dinamica dell'omicidio: Chiara Poggi, chiarisce ogni sentenza, è stata sorpresa dall'assassino e non ha provato a difendersi.
I reperti ritrovati
E ancora, verranno fatto altri accertamenti genetici su una lunga lista di reperti ritrovati e alcuni dei quali mai analizzati perché mai ritenuti fondamentali alle indagini del caso. Quali sono? Un tappetino del bagno, confezioni di tè, yogurt, cereali, biscotti e sacchetti. Per questo la comparazione non avverrà solo con le impronte dell'indagato ma anche con tutte quelle delle persone che frequentavano la villetta di Garlasco.
I ‘para-adesivi’ delle impronte
Si procederà anche con l'estrazione del Dna dai "para-adesivi" delle impronte trovate nella villetta di Garlasco. In questo ulteriore passaggio si provvederà all'estrazione del dna “dai campioni biologici e dai reperti” mai sottoposti ad analisi negli anni o che hanno dato “esito dubbio” o inconcludente.