REDAZIONE PAVIA

Chiara Poggi, la vittima del delitto di Garlasco

Aveva 26 anni quando è stata uccisa. Era riservata, gentile e molto legata alla sua famiglia

Chiara Poggi, la vittima del delitto di Garlasco

Chiara Poggi aveva 26 anni quando è stata uccisa, la mattina del 13 agosto 2007, fra le 9.12 e le 935. Il suo corpo senza vita è stato trovato adagiato ai piedi delle scale che portano in taverna, nella sua abitazione di via Pascoli, a Garlasco. A scoprire il cadavere e a chiamare i soccorsi, quel giorno, fu il fidanzato Alberto Stasi.

Il giovane si era recato a casa di Chiara (raccontò di aver scavalcato il cancello e di aver trovato la porta chiusa ma non a chiave, ndr) perché lei non rispondeva al telefono ed era da sola con i suoi gatti Piuma e Minù: la sua famiglia (papà Giuseppe, mamma Rita e il fratello Marco, ndr) era infatti partita per una vacanza in Trentino, il 5 agosto. Dato che non vennero mai trovati segni di effrazione, le indagini puntarono sul fatto che l’assassino fosse qualcuno di fidato. Fin dai primi giorni, gli investigatori concentrano i sospetti proprio su Alberto Stasi, l’ultimo ad aver avuto contatti con Chiara. Nonostante il giovane si sia sempre professato innocente, nel 2015, dopo cinque gradi di giudizio, è stato condannato a 16 anni con l'accusa di omicidio volontario. Ha ottenuto da poco la semilibertà.

Stando ai racconti di chi la conosceva, Chiara era una giovane donna riservata, gentile, molto legata alla sua famiglia e al suo paese. Seppure non le piacesse stare al centro dell’attenzione, era sempre presente con una parola dolce o un gesto di affettoSi era laureata in Economia con 110 e lode, aveva fatto uno stage all’Asm di Pavia (la società pubblica che gestisce le acque), poi era stata assunta alla Computer Sharing di Milano, ufficio marketing.

La 26enne coltivava poche amicizie selezionate. Pochi i numeri salvati sul suo cellulare. Per questo, il fidanzato l’aveva introdotta nel suo giro di amici, nella sua numerosa compagnia, dove Chiara si era timidamente inserita. Lei non amava uscire la sera, aveva una routine che prevedeva l’uscita di casa al mattino per andare al lavoro e il rientro con i mezzi pubblici prima di cena. Il sabato sera era dedicato ad Alberto, che l’andava a prendere, aspettandola in macchina. Durante la loro frequentazione di circa tre anni, sembra che il giovane non fosse mai stato a casa della fidanzata, in presenza dei genitori. Certo, Rita e Giuseppe sapevano chi fossero gli Stasi e viceversa, ma fra loro non c'era nessuna conoscenza approfondita. 

 

Continua a leggere questo articolo