
I vigili del fuoco e le ricerche di una possibile arma del delitto nel canale a Tromello e, a destra, la casa della famiglia Poggi
In principio fu l’uomo dei tombini. Nel lungo elenco dei testimoni scartati e ripescati, attendibili e bocciati a seconda dei gradi di giudizio e delle opinioni dei giudici, oggi torna fondamentale la dichiarazione di Marco Demontis Muschitta.
Il 13 agosto 2007, il giorno del delitto, Muschitta era a Garlasco. Impiegato nella municipalizzata della zona, stava curando la manutenzione di un condotto. Si presentò agli inquirenti il 27 settembre 2007, oltre un mese dopo il delitto. “Tra le 9.25 e le 9.40-9.45 del 13 agosto 2007 ho visto lungo via Pavia (strada che incrocia via Pascoli, dove sorge la villetta del Delitto, ndr) mentre mi trovavo a bordo del furgone di lavoro, su una bicicletta, la cugina bionda di Chiara Poggi con un attrezzo da camino nella mano destra”. Poi, l’allora 32enne ritrattò: “Sono uno stupido. Mi sono inventato tutto quello che vi ho detto. Mi dispiace e non volevo farvi perdere del tempo. Scusate ancora”. Il caso è finito con un processo per calunnia da cui il netturbino è uscito assolto.
Oggi, 18 anni dopo, spunta un secondo "super testimone", che due mesi fa non ha scelto di parlare con gli inquirenti, ma con una trasmissione televisiva, 'Le Iene'. Mister X ha registrato una lunga intervista, il cui filmato è finito ai carabinieri e in Procura. Ma non viene trasmesso: lo sarà solo dopo qualche settimana. E così, martedì 20 maggio, è andato in onda su Italia 1. 'Carlo', identità coperta, volto in controluce, ripreso nella penombra di un locale ha raccontato che “poco dopo l’omicidio” ha incontrato “in ospedale una donna di Tromello che abitava vicino alla casa della nonna materna delle gemelle Cappa". La donna gli avrebbe riferito di aver “visto Stefania Cappa agitata”, intenta a entrare nella vecchia casa con una “borsa pesante”. Poi il tonfo nell’acqua. Le persone che avrebbero visto, “già anziane all’epoca”, sono morte.
Le gemelle non erano “mai state viste lì”, avrebbe raccontato la donna dell’ospedale, “molto colpita” da quell’episodio. “Non ho mai parlato di un alare, contrariamente a quanto riportato dai giornali”, ha precisato Carlo, che ha spiegato di aver segnato tutto “su taccuini per non dimenticare nulla”. Chi ha parlato di un sostegno da camino, in effetti, non è lui, ma Muschitta. Gli inquirenti a quel punto collegano le due testimonianze. E Muschitta risorge, perché il suo racconto si incastra alla perfezione con quello del supertestimone di 'Italia 1'. Da qui la caccia al “piedistallo da camino“, divenuto per semplicità, oggi, un attizzatoio, nel canale a Tromello. Il testimone misterioso, comunque, ha sottolineato che si è deciso a parlare oggi perché allora, secondo lui, “non c’era stata volontà di ascoltare”. L’anonimo de 'Le Iene' ha fatto il nome del legale dei Poggi, Gian Luigi Tizzoni, che prima “gli avrebbe chiesto aiuto” per avere elementi utili e che poi, quando Carlo avrebbe riferito del racconto dell’anziana, gli avrebbe detto: “C’è già un’inchiesta su Stasi”. Circostanze su cui il legale dei Poggi ha preferito non replicare.