GUIDO BANDERA
Cronaca

“Stefania Cappa era nel panico, con un borsone”: alle Iene il superteste di Garlasco, gli sms di Paola, le telefonate di mamma Sempio

L’uomo si sarebbe deciso a parlare ora perché prima “non c’era la volontà di ascoltare”. Gli sms dell’altra Cappa, Paola: “Voglio fior di milioni per dire tutto quello che so”

A sinistra, le cugine di Chiara Poggi, Stefania e Paola Cappa; a destra, i lavori di svuotamento del canale di Tromello, dove è stato ripescato anche un attizzatoio da camino

A sinistra, le cugine di Chiara Poggi, Stefania e Paola Cappa; a destra, i lavori di svuotamento del canale di Tromello, dove è stato ripescato anche un attizzatoio da camino

Garlasco (Pavia) – “Stefania era nel panico, è arrivata con una borsa con dentro qualcosa di pesante, perché lei era magrolina e non riusciva quasi neanche a tenerla, non riusciva a infilare le chiavi”. “Poi il rumore di qualcosa che cade, in casa o nel fosso”. È la versione del “supertestimone“ che si è confessato con “Le Iene“ e ha fatto aprire il secondo filone della nuova inchiesta su Garlasco, che gli inquirenti seguono parallelamente a quello su Andrea Sempio.

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La doppia verità di Garlasco: gli indizi contro Sempio (Dna, telefonate anomale e scontrino) e le 6 prove nella condanna di Stasi (dalla bici al pigiama)

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“Carlo“, identità coperta, si racconta alle telecamere della trasmissione Mediaset, che aveva sospeso la messa in onda in attesa che Mister X fosse ascoltato dagli inquirenti. Volto in controluce, ripreso nella penombra di un locale, racconta. “Poco dopo l’omicidio” ha incontrato “in ospedale una donna di Tromello che abitava vicino alla casa della nonna materna delle gemelle Cappa”. La donna gli avrebbe riferito di aver “visto Stefania Cappa agitata”, intenta a entrare nella vecchia casa con una “borsa pesante”. Poi il tonfo nell’acqua. Le persone che avrebbero visto, “già anziane all’epoca”, sono morte.

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Le gemelle non erano “mai state viste lì”, avrebbe raccontato la donna dell’ospedale, “molto colpita” da quell’episodio. “Non ho mai parlato di un alare, contrariamente a quanto riportato dai giornali”, precisa Carlo, che spiega di aver segnato tutto “su taccuini per non dimenticare nulla”. Chi ha parlato di un sostegno da camino, in effetti, non è lui, ma un altro teste: Marco Muschitta, l’uomo che lavorava a un tombino e che disse di aver visto una bionda con gli occhiali da sole in bici con un supporto da focolare. Dichiarazioni presentate nel 2007, un mesetto dopo il delitto, e poi ritrattate con un laconico “scusate, sono uno stupido”.

Dal combinato disposto delle due dichiarazioni, è partita la massiccia operazione del 14 maggio, con il piccolo fosso che costeggia Tromello sbarrato e passato al setaccio: fra i reperti “interessanti” ripescati, un martello. Un oggetto simile potrebbe essere l’arma del delitto. Il testimone misterioso, comunque, ha sottolineato che si è deciso a parlare oggi perché allora, secondo lui, “non c’era stata volontà di ascoltare”. L’anonimo delle Iene fa il nome del legale dei Poggi, Gian Luigi Tizzoni, che prima “gli avrebbe chiesto aiuto” per avere elementi utili e che poi, quando Carlo avrebbe riferito del racconto dell’anziana, gli avrebbe detto: “C’è già un’inchiesta su Stasi”. Circostanze su cui ieri il legale dei Poggi ha preferito non replicare.

La trasmissione ha puntato poi su un altro elemento: le telefonate della madre di Andrea Sempio, Daniela Ferrari, a un giornalista della trasmissione di Italia 1. La donna chiamò per difendere il figlio dai sospetti. Con “Le Iene“ avrebbe parlato anche lei dell’avvocato Gianluigi Tizzoni, che difende la famiglia Poggi, affermando che egli avrebbe passato documenti della procura al difensore di Sempio. Nelle telefonate, la donna riferisce di una presunta testimone che, il giorno prima dell’omicidio, avrebbe assistito a un litigio tra Chiara e la cugina. Anche in questo caso, però, la testimone non avrebbe parlato. Anzi, alle Iene ha smentito.

Daniela Ferrari afferma che a Garlasco “in pochi credono davvero che Alberto sia l’assassino”. In tv, infine, anche i messaggi di Paola Cappa, sorella di Stefania, a un amico. Nessuno riporta la frase “abbiamo incastrato Stasi”. “Guarda, io non ho mai aperto bocca, però arriverà il giorno che la apro. Voglio essere pagata fior di milioni… però dirò tutto, tutto, tutto, tutto”, avrebbe invece affermato la ragazza in un vocale. Cosa sia quel “tutto“, però, non è ancora dato sapere.