
L’avvocato Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, all’uscita del tribunale di Pavia
Garlasco (Pavia) – Dopo il “sogno“ del sicario collegato al santuario della Bozzola e “l’incubo“ del Dna sul Fruttolo, ora c’è anche un “ricordo, preciso”. L’avvocato Massimo Lovati, che con la collega Angela Taccia difende Andrea Sempio, indagato nella riaperta indagine della Procura di Pavia per l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco il 13 agosto 2007, lo ha raccontato mercoledì sera in tv, ospite in studio della trasmissione Zona Bianca su Rete4: “Alle 11.30, tra le bancarelle della Fiera di Vigevano, già tutti sapevano che a Garlasco era stata uccisa una ragazza”. “Questo è importante” l’immediato commento di un altro ospite nel medesimo studio televisivo, l’avvocato Antonio De Rensis, che con la collega Giada Bocellari difende Alberto Stasi, condannato in via definitiva (e ora in semilibertà) per lo stesso omicidio. “Ma non è credibile”, l’obiezione posta da tutti gli altri ospiti.
Vediamo perché. La telefonata di Alberto Stasi al 118 è delle 13.50, alle 14.11 l’accesso dei primi operatori sanitari nella villetta di via Pascoli. “Il mio ricordo è vivido – ribadisce l’avvocato Lovati a Qn-Il Giorno – perché il 13 agosto è il giorno del mio compleanno. Nel 2007 cadeva di lunedì. Io ero al lavoro nel mio studio, che all’epoca avevo in via Sforza a Vigevano. Ogni anno il secondo lunedì del mese a Vigevano c’era la Fiera d’agosto, proprio sotto il mio studio. Sono sceso in tarda mattinata, se non erano le 11.30 sarà stato anche mezzogiorno, sull’orario esatto non so essere preciso. Ma tra le bancarelle la notizia dell’omicidio di una ragazza a Garlasco già circolava, ne sono sicuro”.
Sono passati 18 anni, non può ricordarsi male, magari era pomeriggio? “No – risponde Lovati – sono sicuro che fosse tarda mattinata, di pomeriggio no, non vado mai alle bancarelle di pomeriggio. Ma a quell’ora Chiara Poggi era già stata uccisa, cosa c’è di così clamoroso? Io ho questo ricordo, che va a confermare la mia idea che Stasi non sia neanche mai entrato in quella casa. Ha detto quello che gli hanno detto di dire e anche male. perché la sua versione non sta in piedi. Non è credibile quello che ha raccontato Stasi, menzogne provate dal fatto che non aveva le scarpe sporche di sangue”.
L’orario della morte di Chiara Poggi è stato indicato tra le 9.12 (orario in cui disattiva l’allarme di casa) e le 9.35 (orario in cui Alberto Stasi accende il computer) nella sentenza dell’Appello-bis poi confermata dalla Cassazione, anche se nella consulenza tecnica del pm era da collocare tra le 11 e le 11.30. In quel 13 agosto Andrea Sempio fino alle 10 è in casa con il padre, delle 10.18 è invece lo scontrino del parcheggio a Vigevano (che per gli inquirenti potrebbe però essere della madre).

Il “ricordo preciso” dell’avvocato Lovati, e cioè che alle 11.30 a Vigevano già circolasse la notizia dell’omicidio di Garlasco, in realtà non farebbe cambiare nulla per gli alibi né di Stasi né di Sempio. “Ma quale alibi – sottolinea l’avvocato Lovati – Sempio non c’entra niente, è estraneo a tutta questa storia. Parlano di alibi per le gemelle Cappa, anche per loro madre, ma un alibi serve quando ti accusano, non serve a chi non c’entra niente. Se l’ora della morte è tra le 9 e le 9.30, il fatto che alle 11.30 si sapesse non è strano, per me che non credo a una parola di Stasi. Io comunque Sempio lo difendo in tribunale, non in televisione. Non sto difendendo Sempio quando racconto il mio ricordo di quella mattinata. All’epoca non mi sono occupato del caso, mi sono disinteressato del processo, non l’ho seguito. Ho iniziato a difendere Sempio nel 2016, quando è stato archiviato”.

La mattina del 13 agosto 2007 a Garlasco viene trovata morta una ragazza di 26 anni: Chiara Poggi. Il corpo senza vita è riverso sulle scale che portano in taverna, nella sua abitazione in via Pascoli. Era sola in casa, perché la famiglia (padre, madre e fratello) stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza in montagna, in Trentino. A fare la terribile scoperta è il fidanzato Alberto Stasi, che si era recato da lei perché non rispondeva al telefono: il giovane chiama i soccorsi e si reca in caserma dai carabinieri. Entro pochi giorni diventa il primo indiziato per il delitto della 26enne: verrà poi condannato a 16 anni con l'accusa di omicidio volontario (da aprile 2025 è in regime di semilibertà).
Oggi che c'è un altro indagato: Andrea Sempio, grande amico di Marco, fratello della vittima. Il 37enne è rientrato nelle indagini a marzo 2025, dopo che era stato scagionato nel 2017. Ma nella nuova inchiesta spuntano tanti nomi: dalle gemelle Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara, a Roberto Freddi e Mattia Capra, amici di Sempio e Marco Poggi.