
Chiara Poggi, uccisa nella villetta di via Pascoli a Garlasco il 13 agosto 2007. A sinistra, l’impronta trovata sul muro della casa, vicino al cadavere della vittima, e attribuita ad Andrea Sempio
Garlasco (Milano) – Sporca, ma non di sangue. È la traccia della suola di una scarpa sul muro di destra, all’altezza del secondo gradino della scala dello scantinato dove viene ritrovato il corpo senza vita di Chiara Poggi. Si trova sotto la proiezione di sangue (che non dà colatura perché assorbita dalla parete) classificata con il numero 44 nella Consulenza tecnica redatta dal Ris di Parma nel 2007. Entrambe sono quasi in perpendicolare con la traccia 33, stampata all’altezza di un metro e mezzo: una consulenza della Procura di Pavia l’attribuisce per 15 ’minuzie’ a un’impronta palmare della mano destra di Andrea Sempio, il nuovo indagato. La 33 ha dato una reazione negativa sia al Combur test sia al più specifico Obti test: il sangue è assente. La traccia della scarpa non risulta sia mai stata analizzata. L’apparenza è quella di una ’strisciata’ del lato destro della suola che imprime sul muro una serie di linee che corrisponderebbero alle scanalature della suola.

Uno o due assassini nella villetta
Come se chi l’ha lasciata stesse camminando rasente la parete, faticando a mantenere l’equilibrio, forse perdendolo, tanto da essere costretto ad appoggiarsi al muro con il piede. Questo perché, subito dopo il primo gradino di dimensioni rettangolari, la scala compie una curva che fa assumere al secondo e al terzo gradino una conformazione quasi triangolare che riduce lo spazio per la discesa. La prima e più importante domanda è se l’impronta della scarpa sia preesistente o contestuale all’omicidio.
L’unica scarpa che attraversa la scena del delitto è la Frau numero 42, suola a pallini, attribuita ad Alberto Stasi che però, in quel torrido pomeriggio agostano, calza Lacoste numero 41 color bronzo, mentre nell’abitazione gli vengono sequestrate scarpe Frau ma invernali e taglia 43. Due assassini la mattina del 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli, a Garlasco? Si dovrebbe supporre che uno sia riuscito ad attraversare il soggiorno dove Chiara è stata trucidata fino all’ingresso del seminterrato con l’abilità (o la fortuna) di evitare il sangue, oppure che sia rimasto spettatore fino al momento di trasportare la vittima nel seminterrato.

Quelle impronte in casa Poggi
Scarpe che appaiono come in un macabro balletto. Scarpe che segnano i corridoi di casa Poggi, il salotto, la cucina, il bagno. Nel pomeriggio del 13 agosto 2007 sono almeno venticinque le persone – soccorritori, carabinieri, medici legali, necrofori – che entrano nella villetta. Non tutti indossano i guanti, non tutti portano i calzari. I carabinieri, nel 2020, per mettere in dubbio la ricostruzione che incolpa Alberto Stasi, condannato in via definitiva, segnalano, con una foto, che uno degli inquirenti la mattina del delitto entra con scarpe senza calzare, ma consegna per le analisi calzature diverse. Numero 45. Il gip, nell’archiviare la prima volta Andrea Sempio, sottolinea che le uniche tracce di certo legate al delitto riguardano le scarpe 42 a pallini. Ma non si parla della strisciata lungo le scale, che non riporta tracce ematiche.

Nelle ispezioni del 16, 17 e 20 agosto 2007 gli uomini del Ris cercano impronte di suole insanguinate. Ne trovano sette, quattro nel corridoio davanti alla porta a libro della scala della cantina, una tra questa porta e il bagno, due tra la porta del bagno e il tappeto sotto il lavabo, una sul tappeto. Tutte presentano “un’unica tipologia di suole” costituita “da piccoli tasselli a forma ovale/circolare”. Il sopralluogo del 5 settembre conferma.

Le scarpe ritrovate nel canale
Scarpe che escono dall’acqua. Il 24 agosto 2007 due agricoltori ritrovano in un canale un sacco di cellophane bianco con degli indumenti, qualcuno parrebbe sporco di sangue, e un paio di scarpe. Siamo sulla Strada del Cucù, fra Villanova d’Ardenghi e Zinasco. Il canale è alimentato dal Cavo delle Brie, che scorre dietro via Pascoli, a Garlasco. Sulle scarpe marca Mister Valentino, numero 43, colore marrone, lacci, suole di gomma, ci sono “tracce varie di dubbia natura”. Con il luminol emergono “due aree di luminescenza: una sulla suola della scarpa destra e una su quella sinistra”.

Tutte vengono testate con il Combur: negativo. Un jeans tipo «pinocchietto» taglia 36, un paio di pantaloni neri, marca ’Marlboro’ beige, ispezionati con crimescope, luminol, Combur non danno risposte utili. Due canottiere sono “sporche di terriccio e tracce di varia natura”. Una “presenta una traccia di colore rossastro”. Con il crimescope e il luminol emergono “due ristrette aree di circa 5 mm di diametro oggetto di un unico prelievo”. Il Combur test non rileva alcuna presenza ematica.