
La galleria Vittorio Emanuele gremita di turisti Secondo i ristoratori del salotto cittadino l’estate è stata positiva Ma la capacità di spesa dei visitatori è molto ridotto rispetto agli altri anni
MILANO – Un agosto in chiaroscuro, in Galleria Vittorio Emanuele II, sul fronte del turismo. Sì, certo, tanti visitatori, forse più della scorsa estate, ma con minori capacità di spesa. Un turismo “low cost” che ha provocato più di un problema ai ristoratori del Salotto: contestazione del pagamento del coperto, consumazioni limitate (ad esempio, una famiglia di quattro persone che ordina solo due piatti da dividere), richiesta di acqua da rubinetto invece che acquistare acqua naturale o frizzante in bottiglia.
Pier Antonio Galli, gestore del ristorante Galleria nonché consigliere delegato dell’associazione Salotto di Milano (Confcommercio), fa un’analisi a tutto campo dell’estate tra i tavoli di uno dei luoghi simbolo del capoluogo lombardo: “Per noi è stato un agosto positivo dal punto di vista economico, probabilmente per numero di turisti in centro a Milano è andata anche meglio dell’estate 2024. Ma durante il mese ancora in corso sono arrivati in città turisti con meno capacità di spesa rispetto agli anni precedenti, in particolare tra i visitatori arabi provenienti da Arabia Saudita, Qatar, Kuwait, Emirati Arabi Uniti e tra gli indiani...”.
In Galleria gli inconvenienti, proprio a causa di questo turismo “low cost“, non sono mancati, come sta accadendo anche in altre città turistiche italiane, come dimostrano, ad esempio, le cronache agostane di Firenze. Il primo inconveniente registrato nel Salotto dei milanesi ? “Alcuni turisti stranieri, soprattutto quelli che sono arrivati per la prima volta in Italia, non conoscono il nostro “coperto“ e si rifiutano di pagarlo – racconta galli –. Quando gli diamo il conto, ci chiedono: “Cos’è questa voce?“. Glielo spieghiamo, anche grazie a un nostro cameriere che parla l’arabo, gli ripetiamo che il prezzo del coperto viene applicato da tutti i ristoranti in Italia, ma alcuni pensano che sia una truffa ai loro danni. Da qui discussioni infinite...”.
Non solo. Le pessime recensioni sul ristorante scritte sui social sono dietro l’angolo, un danno che i commercianti provano a evitare in tutti o modi. “L’altro giorno un turista ha scritto che gli avevamo fatto pagare i grissini che non aveva mangiato, allagando pure lo scontrino. Gli abbiamo risposto che quella voce che aveva pagato era il coperto. Non l’aveva capito”, continua Galli, il cui ristorante è stato riconosciuto come “Bottega storica“ e pratica dei prezzi abbordabili, pur essendo in uno dei luoghi più conosciuti di Milano.
Ma andiamo avanti. Il secondo inconveniente che vi trovate a fronteggiare? “Alcune famiglie o un gruppo di amici – risponde il gestore del “Galleria“ – si siedono nel ristorante ma non tutti consumano. Magari ordinano due pizze in quattro. Per noi è un danno economico non indifferente. Tanto che nelle prossime ore metteremo davanti al ristorante un cartello in varie lingue in cui avviseremo la clientela che “visti gli elevati costi di gestione del locale in Galleria Vittorio Emanuele si richiede cortesemente la consumazione di almeno un piatto a testa“. Un messaggio che è presente da tempo anche nei nostri menù, sia in quelli all’ingresso del ristorante, sia in quelli al tavolo”.
Un messaggio che, precisa Galli, vale soprattutto per i turisti stranieri, perché gli italiani sanno che se entrano in un ristorante – a maggior ragione nel Salotto dei milanesi – è buona creanza consumare almeno un piatto a testa. Ma il turista “low cost“, in certi casi, prova a entrare in un locale in Galleria anche se sa di non avere i soldi sufficienti per pagare un pranzo o una cena per tutti i commensali. Stanco dopo un giro nel centro storico, questo visitatore punta a riposarsi in un bel locale in uno dei luoghi iconici di Milano, ma spendendo poco o nulla. I ristoranti del Salotto, però, pagano migliaia di euro di affitto ogni anno al Comune, proprietario dell’immobile, e devono provare a massimizzare i ricavi. Insomma, non possono permettersi di far sedere clienti che consumano poco o nulla. Tant’è. Terzo inconveniente del turismo low cost agostano? “Molti turisti, per ridurre i costi, ci chiedono acqua del rubinetto, gratis, invece, che acqua in bottiglia, da pagare. In inglese, tap water”, afferma Galli. Sì, la cosiddetta acqua del sindaco è potabile e buona, ma va un po’ di traverso ai ristoratori che puntano ai ricavi.
Sul fronte sicurezza, invece, l’agosto in Galleria non ha registrato particolari problemi nei ristoranti. Se non un fenomeno che continua a colpire nelle strade intorno a Piazza Duomo: le bande a caccia di orologi di lusso. Anche durante quest’estate ci sono state rapine ai danni di turisti che sfoggiavano ai polsi Rolex o altri orologi da migliaia di euro. I commercianti del Salotto sostengono che il capoluogo lombardo ormai è diventato tristemente noto all’estero come la città in cui si rischia la rapina in pieno centro. Una fama che Milano farebbe bene a togliersi il prima possibile. Per evitare che una parte dei turisti che pensano di venire in città cambi destinazione proprio per la paura di essere rapinata.