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Delitto di Garlasco, Alberto Stasi resta in semilibertà: la Cassazione rigetta il ricorso della Procura Generale

Nella richiesta di revoca si faceva riferimento in particolare a un'intervista al 41enne andata in onda il 30 marzo scorso nel programma tv 'Le Iene': Stasi sta scontando 16 anni in carcere a Bollate per l’omicidio di Chiara Poggi

Chiara Poggi e Alberto Stasi

Chiara Poggi e Alberto Stasi

Garlasco (Pavia), 1 luglio 2025 – Alberto Stasi resta in semilibertà. La Cassazione ha rigettato il ricorso della Procura Generale presso la corte d'Appello di Milano contro l'ordinanza del 9 aprile scorso che concedeva il beneficio a Stasi, condannato in via definitiva per la morte di Chiara Poggi. 

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La decisione è arrivata dopo la camera di consiglio dei giudici della Cassazione chiamati a decidere sul ricorso relativo alla semilibertà del 41enne che sta scontando 16 anni per l'omicidio di Chiara Poggi.

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La Procura Generale di Milano aveva lamentato 'vizi di legittimità' nell'ordinanza con cui ad aprile gli era stato concesso il regime più favorevole motivato col suo comportamento irreprensibile nel carcere di Bollate. Nel ricorso si faceva riferimento in particolare a un'intervista di Stasi andata in onda il 30 marzo scorso nel programma tv 'Le Iene'.

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La Procura Generale aveva chiesto di annullare il provvedimento con rinvio ai giudici milanesi della Sorveglianza per una nuova valutazione sottolineando anche che sarebbe mancata un'autorizzazione specifica a rilasciare l'intervista durante un permesso premio concesso solo per un ricongiungimento familiare. La difesa di Stasi aveva sostenuto che il ricorso fosse "inammissibile". L'effetto della decisione della Cassazione e' che Stasi puo' continuare il suo percorso verso la libertà con un regime detentivo più 'leggero'.

Il carcere e il lavoro all’esterno

l fine pena per Alberto Stasi è fissato nel 2030, ma, considerando la buona condotta e lo scomputo di 45 giorni di liberazione anticipata ogni sei mesi, la conclusione della carcerazione potrebbe arrivare nel 2028. Nel gennaio 2023, il tribunale di sorveglianza di Milano gli ha però concesso di lavorare all’esterno dell’istituto penitenziario: svolge mansioni contabili e amministrative in un ufficio a Milano. Esce ogni giorno dalla prigione e torna in cella ogni sera. 

La semilibertà

Dall’ aprile 2025 Stasi ha ottenuto la semilibertà (il primo giorno è stato il 28 aprile), che consiste nella possibilità, data al condannato, di trascorrere parte del giorno fuori dall'istituto di pena, per partecipare ad attività lavorative, istruttive o comunque utili al reinserimento sociale, in base a un programma di trattamento, la cui responsabilità è affidata al direttore dell'istituto di pena.

Secondo la legge, il regime della semilibertà è destinato ai detenuti in esecuzione di pena, anche minorile, che soddisfino determinati requisiti di condotta e pericolosità sociale. La misura è volta a favorire il graduale reinserimento sociale del detenuto, preparandolo al ritorno in libertà. Il beneficiario può uscire di giorno per lavorare, studiare, partecipare a corsi o svolgere attività socialmente utili; deve però rientrare la sera in istituto.

La semilibertà soddisfa uno dei principi fondamentali della Costituzione italiana, secondo la quale – all'articolo 27 – “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. La norma, infine, prevede che la semilibertà possa essere revocata in caso di violazione delle prescrizioni o comportamenti che compromettono gli scopi del trattamento.