
Il santuario della Bozzola e Chiara Poggi
Garlasco (Pavia) – Dopo il latitante condannato per estorsione, ora anche il nipote in carcere per omicidio. Sono le due 'fonti' che collegano lo scandalo sessuale emerso nel 2014 al Santuario della Bozzola di Garlasco all'uccisione di Chiara Poggi il 13 agosto 2007. Materiale ora al vaglio della Procura di Pavia che ha riaperto l'indagine per omicidio in concorso tra Andrea Sempio (già archiviato nel 2017), eventuali ignoti e Alberto Stasi, già condannato in via definitiva.
Cleo Koludra Stefanescu, 25enne romeno in carcere dopo aver confessato l'omicidio a coltellate del 42enne Luca Leone a Vigevano all'alba dello scorso 6 maggio per un debito di droga, ha consegnato al suo avvocato Roberto Grittini un memoriale nel quale avrebbe scritto di essere venuto a conoscenza dallo zio del legame tra il delitto di Garlasco e lo scandalo della Bozzola.

Lo zio, assistito dallo stesso legale, è Flavius Savu, uno dei due condannati nel 2018 per l'estorsione, che dalla latitanza ha contattato la trasmissione televisiva ‘Chi l'ha visto?’ nella puntata del 21 maggio dicendo che "Chiara Poggi aveva scoperto il giro e aveva detto che avrebbe parlato, da lì è partito tutto”.
Tutto ovviamente da verificare, anche per l'attendibilità delle stesse “fonti”, una sì direttamente coinvolta in quello scandalo a luci rosse ma come estorsore e da anni ormai latitante, con mandato di cattura per espiare la pena, l'altra che emerge casualmente tramite il medesimo legale, anche se l'omicida reo confesso oggi 25enne nel 2014 aveva 14 anni e nel 2007 aveva solo 7 anni, ma ora si ricorda le confidenze dello zio, che potrebbe comunque avergli fatto anche più di recente dalla latitanza.
Comunque più che semplici suggestioni, anche se resta da dimostrare come e se Chiara Poggi potesse essere venuta a conoscenza di tali presunti segreti. Ma è la stessa ipotesi del 'sogno' dell'avvocato Massimo Lovati, ora difensore di Sempio, che nel 2014 si era occupato dello scandalo della Bozzola, sempre in qualità di legale, per un tentativo di risolvere la vicenda del ricatto insieme all'allora sindaco di Garlasco Pietro Farina, morto nel 2023. Oltre agli accertamenti in corso da parte della Procura, ci sono anche indagini difensive? “Allo stato stiamo fermi - risponde Lovati - dal momento che quelle 'offensive' sono al nulla”.

La mattina del 13 agosto 2007 a Garlasco viene trovata morta una ragazza di 26 anni: Chiara Poggi. Il corpo senza vita è riverso sulle scale che portano in taverna, nella sua abitazione in via Pascoli. Era sola in casa, perché la famiglia (padre, madre e fratello) stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza in montagna, in Trentino. A fare la terribile scoperta è il fidanzato Alberto Stasi, che si era recato da lei perché non rispondeva al telefono: il giovane chiama i soccorsi e si reca in caserma dai carabinieri. Entro pochi giorni diventa il primo indiziato per il delitto della 26enne: verrà poi condannato a 16 anni con l'accusa di omicidio volontario (da aprile 2025 è in regime di semilibertà).
Oggi che c'è un altro indagato: Andrea Sempio, grande amico di Marco, fratello della vittima. Il 37enne è rientrato nelle indagini a marzo 2025, dopo che era stato scagionato nel 2017. Ma nella nuova inchiesta spuntano tanti nomi: dalle gemelle Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara, a Roberto Freddi e Mattia Capra, amici di Sempio e Marco Poggi.