GUIDO BANDERA
Cronaca

Garlasco, alibi, orari e sospetti: da Stasi a Sempio alle gemelle Cappa, la ricostruzione minuto per minuto del giorno del delitto

Nuova indagine sull’omicidio di Chiara Poggi il 13 agosto 2007, gli investigatori rimettono in gioco ciascuno degli elementi che avevano portato alla condanna a 16 anni di carcere per Alberto Stasi: nome per nome, l’analisi della mattina del delitto

Chiara Poggi (al centro), uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco. A sinistra il fidanzato Alberto Stasi, a destra l'indagato Andrea Sempio e le gemelle Paola e Stefania Cappa

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Garlasco (Pavia) – Gli alibi di tutti. La riapertura dell’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi, la mattina del 13 agosto 2007, che vede sotto accusa Andrea Sempio, amico di Marco, fratello della vittima, rimette in gioco ciascuno degli elementi che avevano portato alla condanna in via definitiva a sedici anni di carcere per Alberto Stasi, il fidanzato oggi in semilibertà.

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In attesa degli accertamenti genetici che potrebbero portare all’identificazione di un soggetto specifico dal materiale trovato sui margini delle unghie della ragazza, torna quindi in discussione l’orario del delitto, che la Cassazione, attribuendone la responsabilità a Stasi, ha fissato come il procuratore generale fra le 9.12 e le 9.35 di quella mattina. Ma durante i vari gradi di giudizio lo scenario è mutato più volte.

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L’ora del delitto, primo mistero

Agli occhi dei soccorritori del 118, che alle 14.11 entrano nella casa di Garlasco, la vittima non mostra né “rigor mortis” né ipostasi (ristagni di sangue dovuti a gravità). La rigidità emerge tre ore dopo il decesso, con picco a 12 ore. Le macchie, invece, spuntano circa mezz’ora dopo la morte, per fissarsi a distanza di 8 ore. Ma il corpo di Chiara si muove, scivola sulla scala e altera il calcolo. Il medico legale Marco Ballardini, incaricato dell’autopsia, colloca l’ora della morte fra le 10.30 e le 12, con una “‘centratura’ più probabile attorno alle 11-11.30”. Per la difesa di Alberto Stasi, l’uccisione della 26enne è fra le 9 e le 10. La pm Rosa Muscio in primo grado, confortata dai Ris, colloca l’omicidio “fra le 10.30 e le 12, più verosimilmente tra le 11 e le 11.30”.

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In Appello, i difensori di Stasi fanno notare come i pm di Vigevano hanno ampliato l’ora della morte di Chiara fra le 9.12 (quando disinnesca l’allarme) e le 9.35, oppure dopo le 12.46. La Procura generale la indica invece tra le 9.12 e le 9.35, quando Stasi riprende a scrivere la sua tesi sul pc. La forbice temporale viene fissata dalla Cassazione.

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L’alibi di Alberto Stasi

Alberto dice di aver lavorato alla sua tesi di laurea tutta la mattina. Accende il pc alle 9.35. Esce di casa, per andare da Chiara, alle 13.40. Alle 9.45 uno squillino sul cellulare alla fidanzata, che non risponde. Altro squillo alle 10.45. Alberto non si preoccupa, perché dice che qualche volta succede. Telefona però alle 12.20 dall’apparecchio fisso. Chiara non risponde. Alle 13.31 altra chiamata, purtroppo a vuoto.

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Alberto si veste, maglietta e pantaloni corti, sale in auto e va da chiara. La chiama dall’esterno del cancello. Sente suonare il cellulare e anche il fisso, ma Chiara non risponde. Alle 13.45 circa, scavalca e trova il cadavere. Poi va dai carabinieri e intanto telefona al 118. Per gli inquirenti che lo indagano, il suo pc è comunque rimasto senza attività fra le 11.17 e le 11.58.

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L’alibi di Sempio: lo scontrino

Andrea Sempio, il nuovo indagato, racconta di essere stato a casa con il padre fino alle 10. L’auto era in uso alla madre, uscita per commissioni. A quell’ora, quando recupera le chiavi della vettura, si reca a Vigevano, dove arriva alle 10.18. Lo testimonia lo scontrino del parcheggio, conservato dalla madre.

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La libreria Feltrinelli è chiusa e Sempio torna a casa senza uscire più. Sempio, però, non avrebbe detto tutta la verità secondo gli inquirenti. Lo scontrino, ritengono, non sia suo, ma della madre. Sempio ha una vasta serie di contatti telefonici con gli amici quella mattina. Alle 9.58 chiama l’amico Mattia Capra.

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Alle 10.10 un sms da Capra a Sempio. Alle 11.25, quando Sempio è, in teoria, già tornato da Vigevano, Sempio sente da casa l’amico Mattia. Poi alle 11.59 si scrive un messaggio all’amico Roberto Freddi, che risponde alle 12.12. Sempio e Capra si sentono ancora al telefono per 30 secondi alle 12.17. Alle 12.18 altro sms di Sempio a Freddi. Freddi e Capra sarebbero sempre stati a casa, a Garlasco, quel giorno. Di quelle chiamate, però, non sarebbe stato riferito agli inquirenti.

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L’alibi della mamma di Sempio

L’attenzione degli inquirenti di Pavia oggi va anche alle attività svolte quella mattina dalla mamma di Andrea Sempio, Daniela Ferrari. La donna scrive un messaggino alle 8.47 a un amico, forse il vigile del fuoco Antonio B., oggi pensionato e allora in servizio a Vigevano.

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Daniela dice di essere uscita di casa alle 8.15, per dirigersi in un paese vicino. Vuole acquistare il telecomando per il cancello, ma trova chiuso. In seguito, va a fare la spesa al supermercato, nel paese di Gambolò. Alle 9.09 Daniela manda un altro sms all’amico, lo stesso a cui ha scritto prima. Il ricevente è agganciato a una cella di Vigevano. La donna, infine, torna a casa attorno alle 9.55. Almeno così riferiscono i familiari. Avrebbe quindi consegnato le chiavi dell’auto al figlio, che sarebbe partito per Vigevano. La ricostruzione non sarebbe però considerata del tutto attendibile dalla procura di Pavia.

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Gli alibi di Paola e Stefania Cappa

Paola e Stefania, cugine di Chiara Poggi, si trovano secondo quanto dichiarato a casa a Garlasco. La mamma le lascia alle 9.30. Paola, che ha i postumi di un grave trauma, è a letto. Stefania, invece, sta studiando, anche se fra ricevuti e fatti, risultano in tutto 51 fra sms e chiamate telefoniche. Verso le 10 del mattino, Paola chiede alla sorella di abbassare la voce, mentre telefona. perché la disturba.

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L’amica di Stefania, Ludovica, conferma la chiamata. Alle 11.19 un cellulare intestato a mamma Rosa, ma per i carabinieri di Vigevano in uso a Paola, telefona a Stefania. Rosa dice di non aver chiamato. Paola non ricorda telefonate. Risulta comunque una chiamata fra Paola e un’utenza aziendale legata al papà Ermanno alle 11.44. Alle 11.30 Paola si alza e vede Stefania a tavola, davanti alla tivù. Briciole sul tavolo, resti di un pranzo frugale. Paola chiede di abbassare il volume. Alle 11.30 torna a casa anche mamma Rosa Poggi. Alle 13 circa Stefania esce. Va in piscina col futuro marito e rientra alle 14.30, 15. A quell’ora Rita Poggi dal Trentino sta avvisando della morte di Chiara la sorella, chiedendo di presentarsi alla villetta.

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L’alibi di Ermanno Cappa e di Cesare

Ermanno Cappa, lo prova il tabulato del telepass, quella mattina è al lavoro. Ci va a bordo della sua auto. Passa infatti alle 8.37 del 13 agosto sotto il rilevatore del casello di Gropello Cairoli, entrando sulla Milano-Genova. Alle 8.45 circa, comunque, avrebbe confermato che gli altri familiari erano a casa. Di sicuro, effettua da Milano una telefonata alla figlia Paola, almeno questo risulta dai tabulati, che la registrano alle 11.44. Più semplice ancora stabilire l’attività di quel giorno del terzo figlio della famiglia Cappa, Cesare.

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L’unico figlio maschio si trova infatti in Croazia in vacanza. È partito il 10 agosto e rientra proprio il 13, dopo il delitto. Cesare, peraltro, vive da solo a Tromello, nella casa della nonna paterna, quella dove un testimone riferisce la presenza della sorella Stefania. La casa, dunque, non è abbandonata come sarebbe stato riferito da una vicina al “supertestimone“ delle Iene, Gianni Bruscagin.

La mattina del 13 agosto 2007 a Garlasco viene trovata morta una ragazza di 26 anni: Chiara Poggi. Il corpo senza vita è riverso sulle scale che portano in taverna, nella sua abitazione in via Pascoli. Era sola in casa, perché la famiglia (padre, madre e fratello) stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza in montagna, in Trentino. A fare la terribile scoperta è il fidanzato Alberto Stasi, che si era recato da lei perché non rispondeva al telefono: il giovane chiama i soccorsi e si reca in caserma dai carabinieri. Entro pochi giorni diventa il primo indiziato per il delitto della 26enne: verrà poi condannato a 16 anni con l'accusa di omicidio volontario (da aprile 2025 è in regime di semilibertà).

Oggi che c'è un altro indagato: Andrea Sempio, grande amico di Marco, fratello della vittima. Il 37enne è rientrato nelle indagini a marzo 2025, dopo che era stato scagionato nel 2017. Ma nella nuova inchiesta spuntano tanti nomi: dalle gemelle Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara, a Roberto Freddi e Mattia Capra, amici di Sempio e Marco Poggi.