
Da sinistra, Andrea Sempio, Chiara Poggi e Alberto Stasi
Milano, 12 luglio 2025 – In attesa del maxi accertamento sui due profili genetici sui ‘margini ungueali’ di Chiara Poggi, la 26enne uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco di cui uno attribuito a Sempio da una consulenza della Procura (e da una dei legali di Stasi), le novità emerse oggi sul caso Poggi riguardano l’intervento del Garante della Privacy che ha bloccato la vendita online di un video dell’autopsia di Chiara e la replica che verrà effettuata, probabilmente lunedì, sul tampone orale di Chiara Poggi, conservato ai tempi dell’autopsia ma mai analizzato.
Due, infatti, i profili di Dna maschile rilevati e che non appartengono né a Andrea Sempio né a Stasi: e se uno è probabilmente riconducibile ad un assistente del medico legale, l’altro è di un profilo ignoto e sarà necessario accertare se si tratti di una contaminazione, forse confrontando il Dna di tutti i tecnici che sono entrati in contatto col reperto, compresi i Ris di Parma, o della firma genetica dell’assassino (attualmente è in carcere con condanna definitiva Alberto Stasi).
Video dell'Autopsia, intervento del Garante della Privacy
A margine di tutto questo, è stato reso noto che il Garante della privacy ha adottato, d'ufficio e in via d'urgenza, un provvedimento di blocco nei confronti di un soggetto che stava rendendo disponibile online, a pagamento, un video contenente le immagini dell'autopsia di Chiara Poggi,. Lo ha riferito con una nota lo stesso Garante per la protezione dei dati personali. Con lo stesso provvedimento, l'Autorità avverte i media e i siti web che l'eventuale diffusione delle immagini risulterebbe illecita in quanto in contrasto con le Regole deontologiche dei giornalisti e la normativa privacy.
Ordine dei giornalisti plaude al Garante
"Bene ha fatto il Garante della Privacy, con un atto d'ufficio e urgente, ad adottare un provvedimento mirato a bloccare la diffusione online del video contenente le immagini dell'autopsia di Chiara Poggi. Qualcosa di assurdo che non ha nulla a che fare con il diritto di cronaca e che lede la dignità della vittima e dei suoi familiari. Ci auguriamo che altri, all'interno della nostra categoria, denuncino con fermezza l'accaduto". Così il vicepresidente dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia, Massimo Cherubini, anche a nome del Movimento Liberi Giornalisti, sulla misura del Garante emessa dopo che un soggetto ha iniziato a rendere disponibile in rete, a pagamento, un filmato dell'esame autoptico condotto sulla vittima dell'omicidio di Garlasco. "Un provvedimento - aggiunge Giuseppe Gallizzi, leader del Movimento Liberi Giornalisti e storico presidente del Circolo della Stampa di Milano - che deve suonare come un monito forte e chiaro verso tutti. C'è un limite a tutto e qui si è andati ben oltre la misura".
Lunedì si replica l’esame del dna?
Sarà replicato, probabilmente già lunedì, l'esame sul tampone orale di Chiara Poggi sul quale sono stati rilevati due profili di Dna maschile che non appartengono né a Andrea Sempio, l'indagato nella nuova inchiesta, né ad Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l'omicidio di Garlasco. I due profili - uno 'ignoto' e l'altro frutto della contaminazione da parte dell'assistente del medico legale che esegui l'autopsia - sono stati individuati infatti nelle prime analisi preliminari dell'incidente probatorio e ora i risultati dovranno essere consolidati per avere una valenza scientifica. Solo con i risultati della replica, si potrà cominciare a ragionare su come procedere.
5 campionature su garza e un ignoto
I primi dati trasmessi venerdì in tarda mattinata ai tecnici di accusa, difese e parti civili, riguardano 5 campionature sulla garza usata in sede di autopsia dal medico legale Dario Ballardini.
Di queste, tre non hanno dato risultati utili mentre le altre due hanno portato a individuare il profilo genetico che, con una percentuale del 70-80%, è compatibile con quello di Ernesto Gabriele Ferrari, l'assistente in sala autoptica che si occupò di preparare il corpo di Chiara. L'altro profilo che si riferisce alla zona del palato e della lingua e che, come è stato riferito, avrebbe "esibito" quantità di Dna maschile in misura maggiore rispetto a tutti gli altri (si tratta comunque di pochissimi picogrammi), non si sa di chi sia.
Come procedere? Strada in salita
Qualora questi dati venissero confermati, la strada è tutta in salita: bisognerà cominciare il confronto con tutti coloro che hanno frequentato casa Poggi prima e dopo la morte di Chiara o hanno avuto a che fare con il cadavere, compresi i tecnici del Ris di Parma. E questo per capire se sia davvero una "contaminazione" come alcuni ritengono, o sia, come altri ipotizzano, la firma dell'assassino che potrebbe aver tappato la bocca alla ragazza o essere stato morso da lei nel disperato tentativo di difendersi.
Il tampone di 18 anni fa analizzato solo nei giorni scorsi
Cosa è successo? Dal tampone orale di Chiara Poggi, prelevato 18 anni fa e analizzato soltanto ora nel corso dell'incidente probatorio, sarebbe stata individuata una minima quantità di Dna maschile appartenente ad un uomo non ancora identificato e, dunque, non riconducibile né ad Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l'omicidio della ragazza, né ad Andrea Sempio, indagato nella nuova indagine della procura di Pavia. Da quanto è stato riferito da consulenti delle parti il dato grezzo su uno dei tamponi della ragazza,è stato trasmesso da Denise Albani, la genetista incaricata dalla gip pavese Daniela Garlaschelli di effettuare gli accertamenti tecnici irripetibili.
Profilo genetico maschile
Il dato è relativo ad una prima estrazione e parla di un profilo genetico Y ma in una ridottissima quantità, il che potrebbe anche essere dovuto a una 'contaminazione', di chi ha maneggiato per esempio la garza con cui all'epoca venne prelevato il materiale. C'è infatti chi pensa che tale Dna possa appartenere a un "inquinamento" dell'assistente di Dario Ballardini, il medico legale che allora fece l'esame autoptico e i tamponi. Pertanto va approfondito con ulteriori analisi per verificare se ci siano esiti tali da poter avere davvero un profilo utile e confrontabile.
In attesa del maxi accertamento
Intato, non c'è ancora un programma, con tempi e modalità, per quello che sarà il cuore del maxi accertamento, su cui puntano tutto i pm, ovvero l'analisi dei due profili genetici sui "margini ungueali" di Chiara, di cui uno attribuito a Sempio da una consulenza della Procura, seguita a quella della difesa Stasi.