
Da sinistra: Giuseppe Poggi, Stefania Cappa, Marco Poggi, Alberto Stasi, Rita Preda e Paola Cappa ai funerali di Chiara il 18 agosto 2007. In seconda fila, da sinistra: il fratello delle gemelle e papà Ermanno Cappa
Garlasco (Pavia) – Il rapporto di parentela è diretto: la fratellanza fra Giuseppe Poggi, il padre di Chiara, e Rosa Maria Assunta, madre di Stefania e Paola, le gemelle Cappa consegnate da tempo all'iconografia della interminabile saga di Garlasco.
Giuseppe è un operaio che ha sposato Rita Preda, impiegata al Comune di Gropello Cairoli, il suo paese d'origine. Rosa Maria Assunta è la moglie di Ermanno Cappa, avvocato di fama, all'epoca alla direzione affari legali-societari della Banca Regionale Europea.
"Il suo forte desiderio - dice un'amica del tempo - era che le figlie diventassero famose, che andassero in televisione". "Tra la mia famiglia - dice Rosa Maria, ascoltata il 19 agosto del 2007 - e quella di mio fratello Giuseppe, esiste una frequentazione normale, nel senso che ci vedevamo durante le festività di Natale, Pasqua e ogni qualvolta ce n'era bisogno come ad esempio quando mia figlia Paola è stata ricoverata in ospedale a Vigevano, mia cognata era in ospedale tutti i giorni chiedendomi se avessi bisogno di qualcosa".
"Fino a maggio 2007 - è il verbale di Stefania Cappa del 15 agosto - io e Chiara ci vedevamo di rado in coincidenza con le festività tradizionali (...) In quel periodo l'ho chiamata chiedendole se potevo rivolgermi al suo amico Marco Panzarasa, figlio dell'ex sindaco di Garlasco, che era prossimo alla laurea in Giurisprudenza, per essere aiutata nei miei studi di legge (...) Da quel giorno abbiamo iniziato a sentirci con maggior frequenza (...), quasi ogni settimana". "Io e mia cugina Chiara - sono state le dichiarazioni del giorno 13 - avevamo un ottimo rapporto. Nell'ultimo mese ci vedevamo quasi tutti i giorni. Essendo stata lasciata dal mio fidanzato, avevo bisogno di confidarmi con qualcuno che mi capisse. Ci sentivamo sia sui telefoni di casa, sia sui cellulari".
Non solo il legame parentale, allora ma anche amicizia, comunione di affetti, confidenza fra Chiara e le due cugine? Non si collocano sullo stesso registro le dichiarazioni di Maristella Gabetta. È l'amica "piccola" di Chiara, che ha conosciuto nel 1995, quando aveva sei anni e con la famiglia si era trasferita al numero 5 di via Pascoli, vicino alla villetta dei Poggi.

"Con le cugine Stefania e Paola Cappa - fa mettere a verbale il 22 agosto 2007 - e con gli zii i rapporti erano ridotti al minimo. In pratica si vedevano durante le feste comandate, ma normalmente non si frequentavano. Le cugine normalmente non frequentavano Chiara, solamente nell'ultimo periodo, penso a causa dell'anoressia di Paola, le due famiglie si erano avvicinate e si frequentavano maggiormente. Comunque Chiara non era 'amica' delle cugine, non ci confidava con loro e non ricordo che siano mai uscite assieme".
"Sino alla data del 25 luglio 2005 - dichiara Maristella il giorno dopo - Chiara non mi ha mai riferito circa una frequentazione né assidua né sporadica con la cugina Stefania. Non mi ha mai raccontato della circostanza che la cugina Stefania l'andasse a trovare nel pomeriggio. Conosco solo di vista le cugine della Chiara. Aggiungo che mai Chiara mi ha detto di confidarsi con una delle due cugine".
Lo stesso 23 agosto viene ascoltata Maria Ventura, madre di Maristella. La sua testimonianza parrebbe una pietra scagliata contro una vetrina. "Maristella mi ha confidato che Chiara non aveva assolutamente dialogo con le due cugine Stefania e Paola perché Chiara era una ragazza studiosa, seria e molto meticolosa al contrario delle due cugine gemelle. Chiara una volta mi ha detto che per la sua festa di laurea le gemelle Paola e Stefania le avevano fatto degli auguri formali ma poco sinceri”.

"Aggiungo che Maristella apprendeva da Chiara che le due gemelle erano molto invidiose della sua laurea, del suo buon rapporto sentimentale con Alberto e in genere del suo tipo di vita che loro traducevano con la parola 'successo'. Ricordo che Maristella mi disse che in particolare durante la festa di laurea di Chiara sia Paola che Stefania avevano dato l'impressione di corteggiare l'Alberto (Stasi, ndr), cosa che l'aveva infastidita anche perché diceva che quelle 'erano capaci di tutto' (...) Sostanzialmente Maristella mi diceva che le due gemelle 'odiavano' Chiara anche se lei invece le trattava comunque con cordialità. Infatti Chiara non diceva nulla al papà poiché quest'ultimo stravedeva per la sorella e quindi con lui non si lamentava mai. Non ho mai visto le due gemelle frequentare la casa di Chiara se non per le festività natalizie e pasquali e comunque sempre con i rispettivi genitori (...) Chiara raccontava a Maristella che la zia Maria Rosa Assunta era invidiosa della nipote perché faceva dei paragoni tra lei e le sue figlie".
Stefania Cappa trascorre in casa la mattinata dell'omicidio dividendosi fra lo studio in vista del temuto esame di Diritto penale, una chiacchiera telefonica (confermata) con l'amica Lucrezia, il pranzo, poi in piscina fino alle tre del pomeriggio con l'amico Emanuele. Emanuele Arioldi, figlio di Annina Rizzoli, erede della storica famiglia di editori, e di Roberto, campione di equitazione, oggi è il marito di Stefania Cappa e il padre dei suoi due figli. Paola, ancora sofferente dopo un intervento chirurgico e un nuovo ricovero, in luglio, quella mattina quasi non esce dalla camera. L'avvocato Ermanno sale sulla sua Fiat Croma, fra le 8.30-8,45, forse 8.50, e raggiunge l'ufficio in Monte di Pietà, a Milano.
Le ore mattutine della moglie sono intense. Il 21 agosto 2007, quando Alberto Stasi è già indagato da una settimana per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, i carabinieri acquisiscono la documentazione sui movimenti della signora: bolletta Enel Energia di 127,84 euro per fornitura gas, pagata all'ufficio postale il 13 agosto; scontrino con descrizione del materiale acquistato e ricevuta di pagamento con bancomat presso il supermercato Familia di Garlasco (ore 10.00); scontrino bancario della Banca Regionale Europea per un prelievo dal conto corrente di 250 euro (ore 10.09); scontrino di pagamento eseguito con carta Visa per 77,70 euro e scontrino con descrizione del materiale acquistato emesso dalla farmacia Bozzani di Garlasco (ore 11.12). Le carte confermano il racconto della mamma delle gemelle Cappa. Ha detto la verità sui movimenti fatti nelle ore in cui Chiara veniva assassinata.
E oggi, diciotto anni dopo, come in un romanzo di Dumas? Le gemelle Cappa (mai coinvolte nell'inchiesta giudiziaria) hanno preso strade diverse. Stefania, dopo la laurea in legge, si è specializzata in diritto penale societario e in diritto sportivo. Lavora con il padre, nello studio di via Solferino, a Milano. Paola è una food blogger, specializzata in cucina italiana. Vive tra Milano e Ibiza. Da anni i Cappa hanno lasciato Garlasco per la metropoli, anche se hanno mantenuto l'abitazione di via Leonardo da Vinci. Ogni anno, il 13 agosto, sono puntuali alla messa in suffragio di Chiara Poggi.

La mattina del 13 agosto 2007 a Garlasco viene trovata morta una ragazza di 26 anni: Chiara Poggi. Il corpo senza vita è riverso sulle scale che portano in taverna, nella sua abitazione in via Pascoli. Era sola in casa, perché la famiglia (padre, madre e fratello) stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza in montagna, in Trentino. A fare la terribile scoperta è il fidanzato Alberto Stasi, che si era recato da lei perché non rispondeva al telefono: il giovane chiama i soccorsi e si reca in caserma dai carabinieri. Entro pochi giorni diventa il primo indiziato per il delitto della 26enne: verrà poi condannato a 16 anni con l'accusa di omicidio volontario (da aprile 2025 è in regime di semilibertà).
Oggi che c'è un altro indagato: Andrea Sempio, grande amico di Marco, fratello della vittima. Il 37enne è rientrato nelle indagini a marzo 2025, dopo che era stato scagionato nel 2017. Ma nella nuova inchiesta spuntano tanti nomi: dalle gemelle Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara, a Roberto Freddi e Mattia Capra, amici di Sempio e Marco Poggi.