
Sull'accoltellamento di via Curiel indagano i carabinieri di Corsico
Milano – Domenica sera a Corsico, alle porte di Milano, una lite familiare si è trasformata in tentato omicidio. Poco dopo le 22, in via Eugenio Curiel, un uomo di 35 anni di origine ecuadoregna è stato accoltellato da un peruviano di 39 anni e dal figlio diciannovenne dell’uomo. La vittima ora lotta tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Rozzano.

La storia è quella di una famiglia divisa. Il trentanovenne peruviano e la quarantatreenne connazionale si erano separati dopo aver avuto un figlio, nato a Milano diciannove anni fa. Lei aveva iniziato una nuova relazione con l’ecuadoregno, scatenando tensioni che covavano da tempo.
La lite e l’aggressione
La sera di domenica, i quattro si sono incontrati per strada. Non è chiaro se l’appuntamento fosse programmato o casuale, ma la discussione è degenerata rapidamente. Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri della Compagnia di Corsico, padre e figlio avrebbero aggredito insieme il nuovo compagno della donna. Due fendenti al torace, rapidi e violenti, hanno fatto cadere l’uomo a terra in una pozza di sangue. Non è chiaro, al momento, se i colpi siano stati sferrati dal padre, dal figlio o da entrambi.
I soccorsi
I soccorsi sono arrivati con tre equipaggi: ambulanza, automedica e autoinfermieristica dell’Agenzia regionale di emergenza urgenza. Il personale sanitario ha trovato la vittima in condizioni disperate, mentre la donna assisteva impotente alla scena. Nel frattempo, i due aggressori si erano allontanati.
L’accusa di tentato omicidio
I carabinieri li hanno rintracciati ed entrambi sono stati sottoposti a fermo con l’accusa di tentato omicidio in concorso. La dinamica dell’aggressione potrebbe anche far pensare a un gesto premeditato, dato che si desume che i due uomini fossero armati già prima dell’incontro. L’accusa potrebbe trasformarsi in omicidio se le condizioni del trentacinquenne dovessero peggiorare: al momento è ricoverano nel reparto di rianimazione. I medici si riservano la prognosi: le prossime ore saranno decisive.