GUIDO BANDERA e GABRIELE MORONI
Cronaca

Delitto di Garlasco, Andrea Sempio colpevole o innocente: le parole dell'amico frate

I verbali del passato e le voci dei ragazzi, al centro i legami nel gruppo di persone che ruotava attorno a casa Poggi. Chi sono Alessandro Biasibetti, Mattia Capra, Roberto Freddi e Marco Panzarasa

Chiara Poggi in un fotomontaggio con le cugine Stefania e Paola Cappa

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Garlasco (Pavia) – Andrea Sempio e i suoi tre amici. Tutti coetanei (nati nel 1988). Tutti residenti a Garlasco. Tutti amici di Marco, fratello minore di Chiara Poggi. Tutti (tranne uno) a Garlasco il 13 agosto del 2007, giorno dell’omicidio. Vengono tutti ascoltati dai carabinieri di Vigevano il 4 ottobre 2008, dopo Andrea Sempio.

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Alessandro Biasibetti

Alessandro Biasibetti risponde per quaranta minuti. Dopo il liceo a Vigevano, l’università a Pavia e dieci anni da educatore per la diocesi e la parrocchia, sarà frate domenicano, professo nel 2020, diacono quattro anni dopo. La sua è l’amicizia più antica con Marco Poggi, fin dall’asilo. Legati anche i genitori: dal 2002 al 2007 trascorrono le vacanze insieme nel Trentino. Alessandro non è a Garlasco in quel tragico lunedì di sangue. Anche l’anno dopo, nel 2008, Alessandro andrà (solo) in Trentino coi Poggi. "Escludo categoricamente – dichiara – di avere amici in comune con Chiara Poggi. Non ho mai visto il fidanzato Alberto Stasi presso l’abitazione di Chiara Poggi, anche se lo conosco in quanto è stato il mio animatore all’oratorio”.

"All’alba del 5 agosto 2007 i Poggi, madre, padre e figlio, partono per la vacanza in Trentino insieme a tutta la famiglia Biasibetti”, conferma nel 2017 l’allora procuratore di Pavia Mario Venditti, chiedendo l’archiviazione per Sempio. Lo fa per spiegare come mai Sempio abbia telefonato a casa Poggi, sul fisso. Una scelta sospetta secondo chi l’accusa. “Un errore” per Venditti, giustificati con la ricerca del fratello di Chiara: “Sempio, non riuscendo a chiamare Marco, ha chiamato Biasibetti, sapendo che si trovava con lui” in vacanza.

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Nel 2020, però, un’informativa dei carabinieri di Milano legge l’episodio all’opposto. “Perché Sempio chiama casa Poggi il 7 e 8 agosto se sa che Marco è in Trentino?”, si domandano i militari. Ipotizzando, implicitamente, un qualche legame fra Sempio e la vittima. E si cita ancora Biasibetti: "Credo di aver detto agli amici, a eccezione di Marco Poggi che veniva in vacanza con me, che il 4 agosto sarei partito per il Trentino”. Insomma, l’amico di Sempio, diventato frate, è decisivo sia per chi crede alla colpevolezza di Sempio, sia per chi lo considera estraneo al delitto.

Mattia Capra e Roberto Freddi

Nel 2008, lo stesso giorno di Biasibetti, parlano Mattia Capra e Roberto Freddi. Amici di Marco Poggi dalla scuola, hanno con Chiara una conoscenza meno che superficiale, non hanno amici in comune, non conoscono Stasi. Hanno trascorso in casa l’intera giornata e appreso dell’omicidio da una telefonata ricevuta da Sempio. Dal telefono di Sempio sarebbe emerso un fitto scambio di chiamate e di sms con Capra e Freddi (non indagati) nella mattinata del 13 agosto 2007.

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Marco Panzarasa

Marco Panzarasa oggi è un noto avvocato di 42 anni, che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione e di diritto ambientale. Figlio dell’ex sindaco di Garlasco, è considerato all’epoca il miglior amico di Alberto Stasi, conosciuto nove anni prima al liceo scientifico di Mortara. Viene ascoltato lo stesso 13 agosto. "Circa - verbalizza - il suo rapporto con Chiara, Alberto mi diceva che teneva molto a quella ragazza, perché era molto brava e trasparente”. Fra il 7 luglio e il 4 agosto 2007 Alberto è in vacanza di studio a Londra. Panzarasa lo raggiunge il 15 luglio per lo stesso motivo. Giovedì 19 luglio arriva Chiara, che si trattiene fino alla domenica. “Ho sentito - conclude - Alberto nel tardo pomeriggio di sabato scorso (11 agosto, ndr). Io ero al mare a Borghetto Santo Spirito e Alberto mi chiese se potevo dargli una cartolina che avevo portato dall’Inghilterra. La cartolina era di Alberto ed era rimasta nei miei bagagli. Io facevo presente che mi trovavo al mare, per cui non avrei potuto ridargli la cartolina. Ci accordavamo per incontrarci lunedì, ossia oggi”.

Quel lunedì, l’incontro però non avviene: l'omicidio di Chiara Poggi diventa di dominio pubblico nella tarda mattinata, quando Marco Panzarasa sta rientrando in treno da Borghetto Santo Spirito. Parte dalla stazione di Loano alle 11.40, perde la coincidenza a Genova, e arriverà a Pavia non prima delle ore 17. E' in treno quando riceve la telefonata di Stefania Cappa, cugina della vittima e che aiuta in un paio di esami all'università, e apprende dell'omicidio della fidanzata dell'amico. I biglietti del treno sono agli atti dell'indagine