
Alberto Stasi. Andrea Sempio e Chiara Poggi
Garlasco (Pavia), 4 luglio 2025 – Terzo round, questa mattina, venerdì 4 luglio, in Questura a Milano, dell’incidente probatorio nell’ambito della nuova inchiesta sul delitto di Garlasco che vede indagato Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, la 26enne uccisa nella villetta di famiglia il 13 agosto 2007. Si tratta dell’apertura di una “parentesi processuale” a indagine ancora in corso tesa a cristallizzare prove di carattere scientifico che non potranno più essere acquisite in altro modo.
Dopo l’avvio di martedì 17 e la continuazione di giovedì 19 giugno, oggi le attività in programma ci sono le campionature per successive analisi genetiche sui tamponi della vittima, su alcune tracce di sangue che non avevano dato risultati all'epoca, e su tracce rinvenute su un frammento del tappetino del bagno. Analisi saranno effettuate anche sul frammento di pelo o capello trovato nella spazzatura. Nessuna analisi prevista, invece, su un cucchiaino, che fu già esaminato all'epoca e su cui c'era Dna di Chiara.
''Non so chi parlava di spazzatura della mattina, forse la stampa''. Così l'avvocata Giada Bocellari, difensore di Alberto Stasi, entrando alla questura di Milano per il terzo giorno dell'incidente probatorio disposto dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli, ha risposto a chi le chiedeva se il fatto che sulla cannuccia dell'Estathé trovato nella spazzatura della villetta sia stato trovato il Dna del suo assistito dimostri che il ragazzo era in casa della vittima la mattina in cui è stata uccisa. ''Trovare il Dna di Chiara Poggi e di Alberto Stasi'' (che la sera prima era nella villetta di via Pascoli) nei reperti della spazzatura ''era un conto'', mentre ''trovare il Dna di qualcun altro poteva avere un peso centrale, perché nessun altro ha dichiarato di avere avuto contatti con la vittima''. Era questo ''il senso di analizzare la spazzatura, evidentemente recente'', ha spiegato l'avvocato Bocellari.
''Ci auguriamo che ci sia più correttezza e che non si ripetano situazioni incresciose come quella dell'Estathé'', ha detto l'avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, riferendosi al fatto che sia stato trovato il Dna di Alberto Stasi sulla cannuccia della confezione di Estathé trovata nella spazzatura della villetta analizzata nell'incidente probatorio disposto dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli. ''Se il dato - che per altro è stato rappresentato tramite i media - che Stasi aveva bevuto quell'Estathé, andava detto innanzitutto ai periti, perché non siamo qua a farci prendere in giro. Trarremo le nostre conclusioni e faremo anche delle verifiche su questo dato che dimostra ancora di più come Stasi quella mattina abbia fatto colazione con Chiara. Però ribadisco, se ci sono altri dati devono essere comunicati prima ai periti", ha aggiunto il legale.

"Noi presenteremo la nostra consulenza" così ha risposto l'avvocata di Alberto Stasi, Giada Bocellari al suo arrivo in questura per la prosecuzione dell'inchiesta sull'omicidio di Chiara Poggi del 13 agosto del 2007, a una domanda sull'impronta 33 che per la difesa di Andrea Sempio sarebbe stata attribuita all'uomo anche sulla base di tracce del muro della casa di Garlasco e quindi non sarebbe del nuovo indagato per l'omicidio di Garlasco. "Non so cos'abbiano scritto - ha detto la legale - . Mi sento solo di ricordare la caratura professionale dei consulenti della Procura". Oggi, per l'avvocata "ci sarà sicuramente una calendarizzazione e si capirà quando discutere in contraddittorio anche l'aspetto del Dna" trovato sulle unghie di Chiara "che è la parte più importante dell'incidente probatorio, il nucleo centrale".

Intanto, sempre in questi giorni, i carabinieri del Ris di Cagliari stanno lavorando, dopo il sopralluogo del 9 giugno con laser e droni nella villetta dei Poggi, per ricostruire tridimensionalmente scena e dinamica dell’omicidio. Gli inquirenti, infatti, vogliono rileggere tutte le impronte e le tracce, anche quella già note da tempo e comprese quelle del muro e delle scale verso la cantina in fondo alle quali c’era il corpo di Chiara. Questa fotografia super precisa – seppure a distanza di quasi un ventennio – potrebbe rivelarsi utile a consolidare l’impianto della nuova indagine, anche sulla base del riscontro scientifico sul campo.

Andrea Sempio è "tranquillo compatibilmente con la situazione " e "si augura che non siano commessi nuovi errori". A spiegarlo l'avvocata Angela Taccia, legale del giovane, nuovo indagato nell'inchiesta sul delitto di Garlasco la quale, prima di entrare in questura a Milano per l'incidente probatorio ha detto che "se ci sono state lacune nelle precedenti" indagini si augura che queste non si verifichino anche nella nuova "considerato che tutte le inchieste giudiziarie incidono pesantemente sulla vita delle persone".
Non saranno più effettuate nuove analisi sull'impronta 10, quella sulla porta d'ingresso, dopo che già un primo test accertò che non c'era sangue. Stando alle verifiche effettuate dai consulenti delle parti, sulla 'traccia 10' così come sulle altre impronte, circa 60, trovate e repertate nella villetta di Garlasco - dove è stata uccisa la 27enne - non c'è Dna o ne è presente una quantità così minima da rendere quasi impossibile ipotizzare di poterne estrarre un profilo. La traccia, secondo la nuova ricostruzione dei pubblici ministeri e del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, sarebbe stata lasciata dall'assassino uscendo dall'abitazione con le mani sporche di sangue. Un'ipotesi investigativa già in parte smentita dall'assenza di sangue sull'impronta - l'Obti test nonostante abbia dato esito negativo verrà ripetuto su richiesta della difesa Stasi - e che ora data la quantità di Dna estratta dai fogli di acetato rende pressoché impossibile l'ipotesi di estrarne un profilo genetico con cui sostenere la tesi di più killer sulla scena del crimine.
Nel frattempo, la battaglia tra esperti sull’impronta 33 anticipa le divergenze anche sulle analisi genetiche, che proseguono oggi nell’incidente probatorio. La famiglia Poggi ha fatto svolgere dai propri consulenti un approfondimento sulla famosa traccia palmare 33, che la Procura di Pavia ha attribuito ad Andrea Sempio, e le analisi hanno stabilito la "estraneità dell'impronta alla dinamica omicidiaria" e la non "attribuibilità della stessa a Sempio". Da qui i legali dei familiari, gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, hanno chiesto ai pm di "sollecitare" un incidente probatorio su questa impronta. Istanza che, però, è stata "rigettata" dai pm, come si legge in una nota degli avvocati della famiglia di Chiara. Poco dopo, è arrivata la notizia che anche per i consulenti della difesa di Andrea Sempio, l'impronta 33, "non è attribuibile" all'amico del fratello della vittima, nuovo indagato nell'inchiesta. Presenta, infatti, solo "5 minuzie" e non la "corrispondenza di 15" con l'impronta di Sempio, come sostengono, invece, i consulenti dei pm di Pavia.

I periti già oggi potrebbero far sapere ai consulenti delle parti come intenderanno procedere - cioè con che modalità e con che tempi - per la lettura e lo studio dei dati documentali sul Dna trovato sulle unghie di Chiara, che per i pm, sulla base di una consulenza, sarebbe di Sempio. Dovranno prima di tutto stabilire se è leggibile e comparabile. Nel processo d’appello bis a carico del fidanzato della vittima, il perito dei giudici della Corte d’assise d’appello di Milano, Francesco De Stefano, stabilì che erano troppo degradate e in quantità troppo limitata, e quindi il confronto con il profilo genetico, pur evidenziando la compatibilità di cinque ‘marcatori’, non aveva dato esiti sufficientemente attendibili: “È necessario che la corrispondenza sia di tutti e 17 i marcatori” per l’attribuzione. Una conclusione con cui all’epoca concordò anche la difesa di Alberto Stasi. La procura di Pavia, invece, ritiene sulla base di una consulenza di Carlo Previderè (il genetista che isolò il profilo Ignoto 1 nel caso Yara Gambirasio) e Pierangela Grignani, che quelle tracce siano utilizzabili e comparabili con il profilo genetico di Andrea Sempio, indagato nell’inchiesta. Utilizzabilità segnalata precedentemente da una consulenza della difesa di Stasi.
L’incidente probatorio prosegue oggi con il terzo round, dopo l’avvio di martedì 17 e la continuazione di giovedì 19 giugno. In programma ci sarebbero i campionamenti, per le successive analisi genetiche, sui rimanenti reperti, tra cui campioni autoptici della vittima, tracce ematiche e il frammento del tappetino del bagno. Analisi saranno effettuate anche sul frammento di pelo o capello trovato nella spazzatura. Nessuna analisi prevista, invece, su un cucchiaino, che fu già esaminato all'epoca e su cui c'era Dna di Chiara. Dei due periti sarà presente la genetista Denise Albani, non dovrebbe invece esserci il dattiloscopista Domenico Marchigiani. Nei laboratori del gabinetto regionale della polizia scientifica si ritroveranno i consulenti tecnici delle parti. Quella della famiglia Poggi, dell’unico indagato Andrea Sempio e dell’unico condannato in via definitiva Alberto Stasi. I primi risultati potrebbero essere già previsti forse per la prossima settimana.