STEFANO ZANETTE
Cronaca

I Poggi, il fango e lo sfogo dopo le insinuazioni sul figlio Marco: “Solo falsità contro di noi, il giorno in cui è morta Chiara era in Trentino”

“Prima i due cellulari, l’amante e ora Marco: non abbiamo segreti, quanta amarezza”. Rita Preda e Giuseppe Poggi mostrano le foto della vacanza. Il punto sul maxi incidente probatorio e l’anomalia degli oggetti trovati dal muratore nel 2018 e poi affidati ai carabinieri

Rita Preda tra Stasi, Ermanno Cappa, Giuseppe e Marco Poggi, Stefania Cappa

Rita Preda tra Stasi, Ermanno Cappa, Giuseppe e Marco Poggi, Stefania Cappa

Garlasco (Pavia), 29 giugno 2025 – Prima per difendere la memoria di Chiara, poi per smentire l’assenza dell’altro loro figlio, Marco, dall’albergo dov’erano invece insieme in vacanza in Trentino quel tragico 13 agosto 2007. Venerdì sera, alla trasmissione televisiva Quarto Grado su Retequattro, Rita Preda e Giuseppe Poggi hanno mostrato ‘le prove’: fotografie scattate quella stessa mattina di 18 anni fa, con Marco insieme al padre, con la medesima maglietta che indossava anche quando sono tornati a Garlasco, senza neppure cambiarsi, dopo aver saputo quel che era successo nella loro villetta di via Pascoli.   

La foto di Marco Poggi in vacanza sulle montagne del Trentino mostrata dai genitori dopo le illazioni sulla sua assenza
La foto di Marco Poggi in vacanza sulle montagne del Trentino mostrata dai genitori dopo le illazioni sulla sua assenza

Il papà: “Marco era con noi”  

Nell’indagine riaperta dalla Procura di Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi, per il quale è stato condannato in via definitiva Alberto Stasi, c’è un solo indagato, Andrea Sempio, amico di Marco. Nel tribunale mediatico i sospetti però si estendono, costringendo i genitori a mostrare prove non richieste. “Per dimostrare che Marco era con noi – spiega in tv Giuseppe Poggi – visto che l’albergatore non si ricorda di Marco, malgrado siamo andati lì per 10 anni. E quindi, proprio per far tacere queste voci, come il doppio cellulare, l’amante. Così smentiamo anche questo con documentazioni, che non è solo la nostra parola. Perché non credono, visto che mettono in dubbio anche noi genitori, cosa diciamo, cosa nascondiamo, cosa non vogliamo dire, che abbiamo dei segreti. Così mettiamo a tacere un po’ tutti”.  

Una delle ultime foto di Chiara Poggi, scattata da Alberto Stasi il 21 luglio 2007 a Londra, sulla ruota panoramica
Una delle ultime foto di Chiara Poggi, scattata da Alberto Stasi il 21 luglio 2007 a Londra, sulla ruota panoramica

“Siamo amareggiati” 

Poche settimane fa, davanti alle telecamere in via Pascoli dopo che la sera prima in un’altra trasmissione tv, Le Iene su ItaliaUno, erano stati rilanciati i dubbi su una presunta relazione di Chiara con un ‘uomo adulto’, citando ancora i due cellulari che avrebbe avuto la ragazza (circostanza già smentita nel corso delle indagini e del procedimento a carico di Stasi), i genitori si erano sfogati contro il fango gettato sulla figlia che non può più difendersi. E ora, con “tanta amarezza”, devono difendere anche il figlio Marco.  

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"Perché dicono queste cose?” 

“Non capisco perché le dicano”, aggiunge mamma Rita contrastando le illazioni. Nella stessa trasmissione Quarto Grado di venerdì sera è stato anche intervistato Mattia Capra (non indagato), amico di Marco Poggi e di Andrea Sempio. Il suo nome è stato inserito tra le persone per le comparazioni del Dna nell’incidente probatorio in corso sulle analisi genetiche, perché anche lui frequentava casa Poggi.  

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"Il mio amico è innocente” 

“Se ci sono dei dubbi è il caso di fugarli – ha detto Mattia Capra in tv – e alla fine se sento che il mio amico è innocente, se so di essere innocente, di avere la coscienza pulita, perché dovrei essere contrario a un’indagine? Da un’indagine si può uscire puliti, dal letame che viene sparso ogni giorno un po’ meno”. Gli viene anche chiesto se conosce il canale a Tromello dragato dai vigili del fuoco e dai carabinieri lo stesso giorno delle perquisizioni a casa di Sempio, dei genitori e anche nelle abitazioni sua e di un altro amico: “No – risponde – di quello non so niente”.  

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Il supertestimone 

È il canale citato da Gianni Bruscagin, il ‘supertestimone’ de Le Iene, che ha riferito che due donne, poi morte, avrebbero visto una ragazza, individuata in Stefania Cappa (non indagata), arrivare alla casa disabitata della nonna con un borsone poi forse gettato in acqua. Gli attrezzi acquisiti dai carabinieri il 14 maggio, si è poi appreso, erano stati ripescati nel 2018 da un muratore egiziano, che li ha consegnati, dopo 7 anni. Non sarebbero ancora stati analizzati.