
Chiara Poggi è stata uccisa a 26 anni il 13 agosto 2007 nella villetta di famiglia a Garlasco (Pavia) Andrea Sempio, oggi 37enne, è indagato nella nuova inchiesta
GARLASCO (Pavia) – Il campione sotto le unghie di Chiara Poggi, un mix di Dna maschili, “è da 476 a 2.153 volte più probabile” sia di Andrea Sempio e di “un soggetto sconosciuto”, rispetto all’ipotesi che nasca da “due sconosciuti non correlati” all’indagato. Formula complessa quella alla quale ricorrono Carlo Previderè e Pierangela Grignani, consulenti della Procura di Pavia, per tradurre in un numero la probabilità che quella “indistinguishable mixture”, la “mistura indistinguibile” rilevata nel 2007 sulle mani della vittima del delitto di Garlasco appartenga all’amico del fratello della 26enne massacrata il 13 agosto 2007.
I due esperti firmano la consulenza alla base della richiesta di nuovi test genetici che ha portato all’incidente probatorio. E due sono le conclusioni alle quali giungono, appoggiando la relazione dei periti scelti dalla difesa di Alberto Stasi, condannato in via definitiva. La prima è che, a differenza di quanto ritiene il professor Francesco De Stefano, che analizzò fisicamente per l’Appello bis contro Stasi i reperti trovati sulle mani di Chiara, quel materiale, ormai esaurito e trasformato in grafici, sia comparabile con quello di un soggetto maschile preciso.
De Stefano, che ha eseguito tre test in serie, solo in un caso ha avuto una decina di punti comparabili, ma valutando nel complesso gli altri due, esclude ci si possa servire del risultato in un’Aula. Previderè, invece, prende solo il secondo test, più promettente, e lo ritiene comparabile. Analizza così un Dna, in codice CT28112016, ovvero “Consulenza Tecnica 28 novembre 2016”, dalla relazione dei periti della difesa Stasi che aveva raccolto un genoma riconducibile a Sempio. Previderè lo paragona, trova alcuni punti di contatto e stabilisce che “non si possa escludere” che due tracce sotto un’unghia della mano destra e una della sinistra di Chiara siano riconducibili a quell’individuo, indicato poi come Sempio anche dai campioni prelevati nel 2023 nei sacchi della spazzatura.

Seguendo le osservazioni degli esperti di Stasi, con la collega Grignani, Previderè va oltre. Sa, ed è questa la seconda conclusione, che quelle tracce sotto le unghie “possono anche essere frutto di contaminazione”. Allora sceglie di servirsi di un software gratuito che si chiama Y-Str Mixture calculation, un algoritmo che calcola la probabilità che un soggetto abbia contribuito a creare un mix di Dna, come quello sotto le mani della vittima di Garlasco, insieme a un altro ignoto, rispetto alla corrispondente ipotesi sia stato lasciato da due ignoti. Il database offre 349.750 profili di soggetti maschili in Europa. I consulenti dei pm riducono l’ambito all’area dell’Europa Centro Occidentale, che comprende l’Italia. Da qui il risultato: a seconda del software, da 476 a 2.153 volte più probabile che c’entri Sempio rispetto a un altro ignoto.
Proprio su questi aspetti sarà battaglia, fra algoritmi e tecnologia, in un incidente probatorio in cui cellule e reperti fisici, già consumati, non si potranno usare. Ma il tema degli ignoti pesa. Non a caso, Gian Luigi Tizzoni, legale dei Poggi, ha chiesto nell’udienza del 16 maggio di “estendere le comparazioni” del Dna, per “l’ampio rischio di ritrovarci” “tra anni a ricercare Ignoto 2, 3, 4 e 5” o “ad inseguire il soggetto che, mandato a giudizio, dirà ‘non ho potuto partecipare a quell’incidente probatorio che mi incastra’”. “Concentriamoci su chi ha avuto un contatto col corpo di Chiara”, fra cui i tre carabinieri senza guanti, il medico legale, i soccorritori, chi ha spostato il corpo e analizzato quei reperti.