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Delitto di Garlasco, prime analisi: “Impronta 10 senza Dna o quantità minima, impossibile estrarre un profilo”

È quanto emerge dalle verifiche effettuate dai consulenti delle parti durante l’incidente probatorio nella nuova inchiesta che vede indagato per omicidio (in concorso) Andrea Sempio. L’avvocatessa Taccia: “Il mio assistito non si trovava sulla scena del crimine”

Delitto di Garlasco, prime analisi: “Impronta 10 senza Dna o quantità minima, impossibile estrarre un profilo”

Garlasco (Pavia), 1 luglio 2025 – Nel giorno in cui la Cassazione ha rigettato il ricorso della Procura Generale di Milano confermando la semilibertà ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, emergono nuovi risultati dal maxi incidente probatorio della nuova inchiesta della Procura di Pavia che vede indagato per omicidio (in concorso) Andrea Sempio, amico del fratello della ventiseienne uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco. 

Chiara Poggi e l’interno della villetta dove viveva e dove è stata uccisa a Garlasco
Chiara Poggi e l’interno della villetta dove viveva e dove è stata uccisa a Garlasco

Stando alle verifiche effettuate dai consulenti delle parti, sulla 'traccia 10' così come sulle altre impronte, circa 60, trovate e repertate nella villetta di Garlasco - dove è stata uccisa la 27enne - non c'è Dna o ne è presente una quantità così minima da rendere quasi impossibile ipotizzare di poterne estrarre un profilo. 

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La 'traccia 10' è stata trovata - già nel 2007 dai carabinieri del Ris di Parma - sulla parte interna della porta d'ingresso e per l'attuale procura non appartiene né a Sempio, né ad Alberto Stasi. La traccia, secondo la nuova ricostruzione dei pubblici ministeri e del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, sarebbe stata lasciata dall'assassino uscendo dall'abitazione con le mani sporche di sangue.

Andrea Sempio e Alberto Stasi
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Un'ipotesi investigativa già in parte smentita dall'assenza di sangue sull'impronta - l'Obti test nonostante abbia dato esito negativo verrà ripetuto su richiesta della difesa Stasi - e che ora data la quantità di Dna estratta dai fogli di acetato rende pressoché impossibile l'ipotesi di estrarne un profilo genetico con cui sostenere la tesi di più killer sulla scena del crimine. La difesa Stasi sperava di poter ricavare dall'impronta il secondo nome di chi, oltre a Sempio, avrebbe lasciato il suo Dna sulle unghie della vittima.

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Questi ultimi risultati, insieme agli esiti genetici raccolti sulla spazzatura conservata nell'abitazione di via Pascoli, saranno al centro del confronto di venerdì 4 luglio quando ci sarà un altro appuntamento dell'incidente probatorio che vedrà protagonisti i periti incaricati dalla giudice di Pavia Daniela Garlaschelli e i consulenti di parte, quelli della famiglia Poggi insieme agli esperti nominati da Sempio e Stasi.

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Sulla spazzatura conservata in casa Poggi i risultati (gli esiti su cui i consulenti sembrano concordare andranno ripetuti) hanno restituito la presenza del Dna di Stasi sulla cannuccia dell'Estathè, mentre la traccia genetica della vittima risulta evidente sul sacchetto dei cereali trovato nel salottino, sui due vasetti di Fruttolo, oltre che sullo stesso sacchetto del pattume. Anche l'ipotesi della Procura di Pavia che Chiara Poggi possa aver fatto colazione con i suoi assassini non trova fino a qui conferma. 

I due vasetti di yogurt e i resti della banana trovati nella casa di Chiara Poggi a Garlasco
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Il prossimo appuntamento dell'incidente probatorio (fra tre giorni) vedrà anche l'analisi dei tamponi effettuati sulla vittima (all'epoca diedero esito negativo per le indagini) e l'approfondimento del frammento del tappetino del bagno su cui l'assassino lasciò le impronte delle suole insanguinate. Impronte a pallini che una perizia ha ricondotto a una scarpa numero 42 marca Frau, la stessa taglia che calza Stasi.

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In un'altra data, invece, verrà affrontato il punto cruciale dell'incidente probatorio: lo studio degli elettroferogrammi dei due Dna maschili trovati sui frammenti delle unghie di Chiara Poggi. Una traccia genetica per la difesa Stasi, così come per la Procura di Pavia, appartiene a Sempio. Nel processo d'appello bis che vedeva imputato Stasi una perizia affidata al genetista Francesco De Stefano giunse alla conclusione, condivisa da tutti, che quel Dna non era attribuibile a nessuno. Un elemento non utilizzabile che è già valso a Sempio l'archiviazione (otto anni fa).

Luciano Garofano con l'avvocata Angela Taccia
Luciano Garofano con l'avvocata Angela Taccia

“Ad oggi, non solo l'analisi genetica dei reperti rinvenuti nella spazzatura, ma anche gli esiti emersi dalle analisi svolte sugli acetati, confermano ancora una volta che il mio assistito Sempio non si trovava sulla scena del crimine, come da anni lui stesso afferma”, ha ribadito l'avvocata Angela Taccia, legale di Andrea Sempio. “Per ora, anche gli accertamenti scientifici sin qui svolti, confermano dunque la totale estraneità di Andrea Sempio in questa terribile vicenda. Non poteva essere altrimenti, ma attendiamo comunque fiduciosi, rimanendo sempre concentrati”, ha aggiunto.

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