Milano, 4 luglio 2025 – Il dito medio a favore di smartphone. Poi il lancio con il paracadute dalla cima di un grattacielo di Porta Nuova: “Pirellino takeover”, il commento. "Scalato". Non finanziariamente ma sul serio, con le proprie gambe, raggiungendo la cima dall'interno dopo aver scavalcato in gruppo le pareti del cantiere a terra.

Sul tetto, passeggiate e video prima del momento clou: il salto nel vuoto. Nel video è un solo giovane a buttarsi ma attorno ci sono più ragazzi, dai volti poi offuscati. Il ragazzo apre il paracadute e punta all'atterraggio sul verde mentre la telecamera accanto inquadra il Bosco Verticale, le torri Unicredit e Unipol e gli altri palazzi vicini.

Dalla strada, altra ripresa per mostrare tutte le prospettive. E dal basso si vede la sagoma scendere lenta nel buio. È l'ultima sfida che mette a rischio la vita, pubblicata 14 ore fa (ma non si sa quando sia stata compiuta con esattezza) in un post e in una storia su Instagram. In poco tempo ha già conquistato quasi 100 like e non mancano i commenti.
I commenti
"Bomba. Fai un pranzo sul Pirellino col tavolo", consiglia un follower. "Col paracadute è adrenalinico puro", scrive un altro. "Si vola". "Domani provo anche senza paracadute", altre frasi. "Siamo alla follia!", commenta Fabiola Minoletti, vicepresidente del Coordinamento comitati milanesi, che da tempo monitora il fenomeno delle "challenge", sfide.

L’appello
“La situazione è completamente fuori controllo a Milano, con giovani che si buttano di notte con paracadute dalla cima dei grattacieli, che praticano il train surfing e si arrampicano su monumenti e torri. Siamo di fronte a un’inquietante deriva comportamentale che occorre affrontare seriamente.
Senza una norma che regoli e punisca gli autori di queste imprese, le sfide saranno sempre più estreme e pericolose. C’è un vuoto normativo, legato, come si è visto in tanti altri casi recenti, alla difficoltà del legislatore di stare al passo con la realtà e di saperne interpretare i cambiamenti per trovare contromisure adeguate e deterrenti tempestivi".
Lo scorso anno è stata avanzata una proposta di legge sul tema sfide dal deputato di FdI Dario Iaia: chi le mette in pratica potrebbe rischiare la detenzione da 1 a 3 anni, con l'introduzione di un nuovo articolo (580-bis nel Codice penale) che istituisce il reato di "sfide estreme".