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“Sono stufa, mio figlio non ha ucciso Chiara Poggi”: lo sfogo della mamma di Andrea Sempio

Delitto di Garlasco, Daniela Ferrari torna a parlare dell’impronta 33. Secondo la consulenza dei legali di Alberto Stasi presenterebbe sangue e sudore del 37enne ora indagato

“Sono stufa, mio figlio non ha ucciso Chiara Poggi”: lo sfogo della mamma di Andrea Sempio

Garlasco (Pavia), 30 luglio 2025 – “Mio figlio non può aver lasciato impronte di sangue nella casa dei Poggi perché non è andato in casa dei Poggi ad ammazzare Chiara”. Sono le parole della mamma di Andrea Sempio, Daniela Ferrari, Morning News su Canale 5 parlando dell'impronta 33 che, secondo una perizia dei legali di Alberto Stasi, presenterebbe sangue e sudore del 37enne ora indagato.

Andrea Sempio e la mamma, Daniela Ferrari
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L’impronta 33

“Stavo guardando la televisione e sono uscita di casa di mia iniziativa e sono venuta qui davanti - ha spiegato - perché sono stufa di sentire tante cose non vere dette da tv e giornali”. E ancora: “Quello che dicono i legali di Stasi dovrà essere verificato. Che ci sia sudore o sangue noi non lo possiamo sapere”. 

Chiara Poggi, uccisa a Garlasco nel 2007 e, a destra, l'impronta 33
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“Una cosa sicura - ha aggiunto la donna - è che mio figlio non può aver lasciato impronte di sangue nella casa dei Poggi perché non è andato in casa dei Poggi ad ammazzare Chiara Poggi. Poi che ci sia un'impronta di sudore può essere”. Andrea, ha ricordato, “ha frequentato quella casa. Ma l'impronta di mio figlio c'è solo in quel punto della casa e non ce ne sono da nessuna altra parte?”.

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Lo scontrino del parcheggio

Altro elemento importante è la questione che riguarda il famoso scontrino del parcheggio che attesterebbe la sua presenza a Vigevano la mattina del delitto. “Questa cosa l'ho già raccontata diverse volte, due volte ai carabinieri. Io sono uscita di casa perché dovevo andare a Gambolò (in provincia di Pavia, ndr) in un negozio, che era chiuso, per far fare dei telecomandi. Sono tornata a casa, sono rientrata alle 10 meno 10 e questo l'ho raccontato perché quando sono entrata ho guardato l’orologio in cucina. Mio figlio, che era in casa, ha preso le chiavi della macchina, è uscito ed è andato a Vigevano. Io a Vigevano non ci sono mai andata, non ho fatto nessuno scontrino, non ho mai dato nessuno scontrino a mio figlio e lo scontrino se l'è fatto lui. Tutto il resto sono solo delle grandissime bufale”, ha raccontato la donna. 

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L’alibi

Quello “scontrino maledetto” – ha spiegato la madre dell'indagato - resta nell'auto di famiglia e viene “trovato da mio marito qualche giorno dopo”, ma “ho deciso io di tenerlo, perché negli anni '86 e '87 ho lavorato presso un carcere di massima sicurezza come vigilatrice penitenziaria e le detenute comuni quando raccontavano dei loro guai giudiziari, dicevano: 'Qualsiasi cosa succeda, parati il fondoschiena, perché non si sa mai'. Ammazzano un'amica di mio figlio a Garlasco (nei minuti successivi, Ferrari chiarisce che Sempio e la vittima "non erano amici tra loro" ma "conoscenti", ndr), io trovo uno scontrino che dice che mio figlio che ha 19 anni e frequenta quella casa è a Vigevano, la cosa più ovvia che mi è venuta in mente, magari anche sbagliando, è stata quella di conservare lo scontrino. L'ho preso io, l'ho messo in una busta di plastica e l'ho messo in un cassetto”. 

Poi ha aggiunto: “Quando è tornato è passato dalla nonna. È tornato a casa con gli stessi vestiti con cui è uscito, perfettamente pulito, e di certo non sembrava uno che è andato a fare un omicidio un'ora prima”.“Sono convinta – ha ribadito Ferrari – che Andrea mi abbia raccontato la verità e nè io nè mio marito stiamo cercando di fare alibi per mio figlio, abbiamo sempre detto la verità”.

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Il fango mediatico

Infine, una speranza. “Io mi auguro che questa nuova indagine serva a tirar fuori, definitivamente mio figlio da questa storia. Anche se mio figlio un'immagine sporca addosso se la terrà sempre”. Andrea Sempio è tornato a vivere con i genitori, perché "il padrone di casa gli ha detto che aveva messo in vendita la casa e che aveva due mesi per lasciarla”. Una decisione che per la mamma dell'indagato è “assolutamente” collegata alla risonanza dell'inchiesta sull'omicidio. Indagine che “di sicuro avrà anche degli effetti anche sul posto di lavoro. Adesso Andrea sta facendo le ferie e vedremo andando avanti se riuscirà a conservare il posto di lavoro. Me lo auguro, perché è dura da sopportare che una persona che da innocente perda la casa e rischi di perdere il posto di lavoro, senza aver fatto niente". “Andrea è innocente, non so più come dirlo, non è mai entrato ad ammazzare Chiara Poggi", ha concluso la donna.

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