MASSIMILIANO MINGOIA E MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Leoncavallo, sulla possibile nuova sede si accende già lo scontro destra-sinistra

Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia) annuncia un esposto in Procura in caso di bando comunale “cucito” addosso al centro sociale. I dem, da parte loro, chiedono al governo un analogo impegno per lo sgombero di un palazzo occupato dagli estremisti di destra di CasaPound a Roma

Il capannone di proprietà del Comune di Milano in via San Dionigi dove potrebbe trasferirsi il centro sociale Leoncavallo dopo lo sgombero di via Watteau

Il capannone di proprietà del Comune di Milano in via San Dionigi dove potrebbe trasferirsi il centro sociale Leoncavallo dopo lo sgombero di via Watteau

Milano, 23 agosto 2025 – Il centrosinistra rilancia e chiede di sgomberare anche CasaPound a Roma, mentre il centrodestra è pronto a presentare un esposto in Procura contro il bando comunale che potrebbe assegnare una nuova casa al centro sociale Leoncavallo in un immobile pubblico dismesso in via San Dionigi 117, periferia sud-est di Milano.

La battaglia politica legata al Leonka, dopo lo sgombero di giovedì mattina della storica sede di via Watteau, non è finita. Anzi, per certi aspetti sembra appena cominciata e non riguarda solo il capoluogo lombardo.

Il Pd, dopo il blitz meneghino voluto dal ministero dell’Interno e stando a quanto appreso organizzato un paio di giorni prima durante una riunione tecnica di coordinamento, richiama il governo a una sorta di par condicio degli sgomberi. Il vicepresidente dem Toni Riccardi attacca: “Non voglio comparare CasaPound al Leonvacallo per rispetto al Leoncavallo che è contenitore di cultura, solidarietà e socialità. Se è una questione di ordine pubblico e di legalità, mi aspetto dal ‘prefetto’ Piantedosi che vada domani stesso a sgomberare CasaPound che occupa uno stabile pubblico senza svolgere alcuna attività socialmente utile, ma anzi rappresentando un pericolo democratico. Se non sgombera CasaPound, la vicenda del Leoncavallo può essere derubricata a squadrismo di Stato”.

Un messaggio simile arriva anche dall’ex sindaca della Capitale, la pentastellata Virginia Raggi, che riprende polemicamente le parole di giovedì della premier Giorgia Meloni: “Uno Stato di diritto non può tollerare zone franche. A Roma si proceda immediatamente con lo sgombero di CasaPound”.

Il centrodestra milanese, intanto, guarda con preoccupazione all’annunciato bando comunale che punta a raccogliere manifestazioni d’interesse su alcuni immobili dismessi, tra cui un ex capannone in via San Dionigi 117 su cui i leoncavallini da alcuni mesi hanno messo gli occhi.

La vicesindaco con delega alla Rigenerazione urbana Anna Scavuzzo ha già annunciato che le linee-guida del bando saranno approvate dalla Giunta Sala giovedì prossimo. Il deputato di FdI ed ex vicesindaco meneghino Riccardo De Corato non ci sta: “Mi opporrò con ogni atto politico e istituzionale. E sia chiaro: se il Comune dovesse concedere abusivamente uno spazio pubblico o in violazione delle norme, procederò immediatamente con un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, investendo anche Anac e il Prefetto per i profili di trasparenza e ordine pubblico”.

I leoncavallini, nel frattempo, annunciano per il prossimo 6 settembre una manifestazione nazionale. Una risposta allo sgombero, un corteo caratterizzato dallo slogan “Giù le mani dalla città” e “contro il fascismo di governo, la gentrificazione ed espropriazione dei patrimoni pubblici e autogestiti”. Non solo. Le Mamme antifasciste del Leonka rilanciano la raccolta fondi “Cassa di resistenza” in vista della manifestazione e delle possibili spese per riqualificare il nuovo spazio da utilizzare come sede del centro sociale.

Intanto, la proprietà, l’immobiliare Orologio del gruppo Cabassi, è tornata in possesso della struttura. Sono stati riattivati i sistemi di allarme ed è prevista la demolizione dei sanitari per rendere inagibile l’edificio, mentre continua il monitoraggio delle forze dell’ordine. Le chiavi delle porte esterne sono nelle mani della proprietà. Quelle delle stanze, dell’ufficiale giudiziario. I referenti del Leonka potranno ritirare nell’arco dei prossimi 30 giorni gli oggetti rimasti, tra cui tavoli, sedie, maxischermi e qualche letto.