ANDREA GIANNI
Cronaca

Riqualificazione degli scali ferroviari: perché per i pm è una speculazione a favore dei privati

I magistrati mettono sotto la lente le operazioni seguite all’accordo di programma firmato nel 2017: nel mirino anche la partita Villaggio Olimpico

In alto i cantieri del Villaggio Olimpico che diventerà uno studentato dopo i Giochi

In alto i cantieri del Villaggio Olimpico che diventerà uno studentato dopo i Giochi

Milano, 23 agosto 2025 – A finire sotto i riflettori della Procura è l’operazione di sviluppo immobiliare e di trasformazione urbanistica più importante nella Milano post Expo 2015, quella con al centro la “rigenerazione urbana dei sette scali ferroviari dismessi presenti sul territorio cittadino”.

Un’operazione resa possibile dall’Accordo di programma del 2017 tra Ferrovie dello Stato, proprietaria delle aree, Comune e di Milano e Regione Lombardia con il quale fu modificata la destinazione da “infrastrutture ferroviarie” ad ambiti edificabili con destinazione mista residenziale e direzionale. Passaggio, all’epoca presentato come una svolta per il futuro di spazi abbandonati, che ora finisce nelle carte delle inchieste sulla gestione dell’urbanistica milanese.

Un iter, messo sotto la lente dagli inquirenti, con al centro l’alienazione di aree per un totale di 1,2 milioni di metri quadrati “quasi completamente non edificati” e colonizzati da piante selvatiche. “Il sacrificio di questo bene comune di fondamentale importanza nella pianificazione generale degli Scali di cui all’Accordo di programma del 2017 – annotano i pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici negli atti dell’inchiesta – non risulta supportato da alcun reale interesse pubblico”. Interesse pubblico fondamentale per poter portare avanti il procedimento, perché in gioco ci sono immense aree del patrimonio cittadino.

Analizzando la maxi-partita legata all’area Scalo Romana/Villaggio Olimpico, secondo le argomentazioni dell’accusa Coima “acquista un bene pubblico” che “viene così distratto da finalità pubbliche e destinato a finalità privatistiche” con un danno, quindi, per i milanesi.

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L’indice di edificabilità superiore rispetto all’indice unico previsto a Milano (0,80 al posto di 0,30) è legato anche all’onere assunto da Fs di completare la Circle line milanese, sviluppando quindi il trasporto pubblico con una rete in grado di collegare le nuove aree al centro dell’espansione edilizia. Circle line che però, secondo i pm, non basta per “costituire il giusto contrappeso pubblico alle volumetrie concesse”.

Di questo sarebbero stati consapevoli anche il fondatore di Coima Manfredi Catella (ieri tornato in libertà dopo che il Tribunale del Riesame ha accolto il suo ricorso contro gli arresti domiciliari) e l’ex assessore Giancarlo Tancredi, che “nelle loro conversazioni cercano strumentalmente di ‘procacciare’ l’insediamento nello Scalo Romana di istituzioni con finalità benefiche, come Airc e Ifom, al fine di ‘irrobustire’ la parvenza dell’interesse pubblico della complessiva operazione di manifesta speculazione edilizia privata”.

Anche l’iter che ha portato alla scelta del Masterplan, disegnando lo sviluppo dello scalo che ospita il Villaggio olimpico destinato a diventare lo studentato più grande d’Italia dopo i Giochi invernali del 2026, con circa 1700 posti letto, è bollato dall’accusa come “fuori da ogni previsione di legge” concretizzando una “espropriazione della funzione pianificatoria pubblica attribuita inderogabilmente al Consiglio comunale”.

La Procura contesta anche l’interpretazione del Comune degli studentati come “servizi pubblici”, che avrebbe portato a volumetrie “regalate” e a minori oneri di urbanizzazione e costruzione per lo sviluppatore. Una partita che vede in gioco anche i fondi del Pnrr gestiti dal ministero dell’Università, che offrono un finanziamento di circa 20mila euro a posto letto. La convenzione con il Comune, inoltre, “prevede canoni per i posti letto del tutto remunerativi” per Coima e “del tutto inaccessibili alle fasce più svantaggiate della popolazione”. Un “combinato disposto” di presunte agevolazioni per il privato che porrebbe l’operazione “in contrasto con la normativa europea sugli aiuti di Stato, risultando distorsiva della concorrenza” favorendo Coima rispetto ad altri gestori di residenze per studenti. Ma non è finita, perché secondo la Procura Coima avrebbe scaricato gli extra costi sulle finanze pubbliche, anche perché con il Decreto sport approvato dal Parlamento “il Comune è autorizzato a migliorare ulteriormente i profili economici della convenzione Villaggio/Studentati”.

Accuse pesanti, che mettono in discussione alcuni dei cardini della maxi-operazione sugli scali partendo dall’impostazione alla base fino ai vari step della realizzazione. Per questo la Guardia di finanza ha acquisto documenti e materiale, ora al vaglio, anche su questa partita decisiva per lo sviluppo di Milano. Nella relazione si parla di “illegalità diffuse” anche il relazione a un’altro progetto: l’area in via Valtellina, confinante con lo Scalo Farini, acquisita da Coima. Un’area di circa 60mila metri quadrati “priva di piano attuativo” e “oggetto di massiccia edificazione e trasformazione”.