
Chiara Poggi è stata uccisa la mattina del 13 agosto 2007
Pavia, 12 agosto 2025 – La Procura di Pavia conferma che non c'è un Ignoto 3 da ricercare sulla scena del crimine, almeno non quello del Dna trovato sulla garza del tampone orale della vittima, che in consulenti dei pm ritengono frutto di una contaminazione involontaria in sala autoptica, avendo trovato riscontro nelle analisi fatte su altri corpi sottoposti ad autopsia. Il giorno prima del triste anniversario dell'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco il 13 agosto 2007, la Procura di Pavia ha emesso il quarto comunicato sulla riaperta indagine, fornendo due informazioni. La prima sulle conclusioni di consulenti sulla provenienza del Dna di Ignoto 3, la seconda su una nuova consulenza tecnica (di parte) sulle cause della morte.

Una garza o una pinza
"A seguito del rinvenimento di un profilo genetico su una garza, utilizzata 18 anni fa dal medico legale per il prelievo di materiale biologico della bocca della vittima – spiega il comunicato firmato dal procuratore Fabio Napoleone – la Procura di Pavia ritenendo possibile una contaminazione con precedenti esami autoptici, ha disposto approfondimenti specifici. Tali verifiche comparative, non previste nell'ambito dell'incidente probatorio, sono state effettuate dai genetisti Carlo Previderé e Pierangela Grignani, consulente tecnico del pm al fine di evitare eventuali indagini su soggetti terzi".

Nuovi accertamenti
Mentre il tribunale mediatico era impegnato nella caccia a Ignoto 3 fra i compagni di scuola dell'indagato Andrea Sempio, la Procura aveva in realtà disposto un altro tipo di accertamenti. "La decisione è stata presa – prosegue la nota della Procura – per consentire di concentrare gli accertamenti peritali, affidati alla genetista forense Denise Albani, il cui operato ha ricevuto unanime riconscimento da tutte le parti coinvolte per la serietà e la metodologia adottata, sul materiale rilevato".
Le conclusioni dei consulenti della Procura: "Vagliando la possibilità che tale profilo aplotipico fosse stato originato da una contaminazione involontaria nell'ambito dell'esame autoptico prodotta dall'utilizzo di un supporto non sterile, nello specifico una “garza”, e/o una pinza utilizzata per “trattenere” tale garza ed eseguire il prelievo nel cavo orale, sono stati selezionati i preparati istologici relativi a cinque soggetti di sesso maschile sottoposti ad autopsia in un lasso temporale prossimo all'esame autoptico condotto sulla salma di Chiara Poggi”.

La comparazione
"La comparazione dei profili aploticipi parziali ottenuti dai tessuti biologici relativi ai cinque soggetti di sesso maschile sopra elencati rispetto al reperto 335283-114472 ha evidenziato una concordanza degli alleli in relazione al soggetto identificato dal codice anonimo 153E – continua il comunicato –. Tale dato, in questa forma incompleta, è suggestivo della provenienza del materiale biologico maschile di cui al reperto 335283-114472 dal soggetto identifricato dal codice 153E". Quindi Ignoto 3 sarebbe un deceduto sottoposto all'autopsia poco prima di Chiara Poggi.
L’ulteriore consulenza
La Procura ha però comunicato l'affidamento di un'altra consulenza tecnica: "Per garantire poi una valutazione più ampia degli elementi raccolti, sia in sede medico-legale sulla vittima sia sul luogo del delitto – prosegue la nota – la Procura ha incaricato come ulteriore consulente del pubblico ministero la professoressa Cristina Cattaneo, professore ordinario del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell'Università degli studi di Milano, figura di riferimento nel campo dell'antropologia e medicina legale". L'ultima precisazione della Procura riguarda quanto già sottolineato nel precedente comunicato dello scorso 19 luglio: "Si ribadisce da ultimo che ogni dichiarazione o riferimento alla Procura di Pavia, in assenza di comunicazione ufficiali, è da ritenersi privo di fondamento".