
Il sangue trovato sul tappetino del bagno nella villa di Garlasco è di Chiara Poggi. Così emerge anche dall'incidente probatorio nell'ambito dell'inchiesta bis con Andrea Sempio indagato
Pavia, 20 luglio 2025 – Non partecipa a trasmissioni in tv e non rilascia interviste in esclusiva. Il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, ha diramato ieri mattina il terzo comunicato stampa sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco del 13 agosto 2007. Ed è la seconda volta, da quando si è saputo delle riaperte indagini preliminari a carico di Andrea Sempio, che la Procura interviene per smentire. “Dato il continuo attribuire alla Procura di Pavia valutazioni, ricostruzioni, attività in corso e persino stati d’animo - scrive Napoleone nella nota di ieri - ritengo necessario chiarire quanto segue: i magistrati titolari delle indagini, che aggiornano costantemente il Procuratore sull’accuratezza delle verifiche condotte, si esprimeranno ufficialmente solo al termine delle attività, adottando le decisioni necessarie”.
Cosa in particolare abbia spinto a diramare il comunicato di ieri non viene precisato, ma il messaggio dalla Procura è forte e chiaro: “Qualsiasi interpretazione proveniente da soggetti estranei all’Ufficio, in assenza di comunicati ufficiali, genera solo confusione, dando vita a discussioni fittizie in cui consulenti, esperti o opinionisti commentano su ipotetiche scelte della Procura basate su congetture”.

Parole perentorie
Ricercare chi abbia detto o scritto cosa (sul Dna di Ignoto3 e sulle ricerche in corso per identificarlo?) abbia provocato questa reazione porterebbe solo ad altre ipotesi non confermate dalla Procura. Ma la conclusione è perentoria: “Ogni riferimento alla Procura di Pavia - anche quelli recentemente diffusi - deve considerarsi infondato, se non supportato da comunicazioni ufficiali”. Prima del comunicato di ieri, la Procura aveva fornito ‘comunicazioni ufficiali’ sul delitto di Garlasco solo in due occasioni: la prima, il 20 marzo, sulla richiesta al Gip per l’incidente probatorio; la seconda, il 21 maggio, sul deposito della consulenza tecnica dattiloscopica. Quest’ultima era stata diramata per smentire “le imprecisioni e le inesattezze riportate dai media in merito all’impronta 33”. Per il resto la Procura ha sempre lavorato in silenzio, anche prima che lo scorso 11 marzo diventasse di pubblico dominio l’inchiesta, per l’avviso di garanzia notificato all’indagato Andrea Sempio, amico del fratello della vittima.
Il ricorso accolto dalla Cassazione
Del 18 novembre 2024 (data udienza 12 settembre 2024) è la sentenza della Cassazione che ha accolto il ricorso della Procura sul ‘non luogo a provvedere’ del Gip del Tribunale di Pavia, del 9 maggio 2024, sull’istanza avanzata dalla Procura il 20 marzo precedente, riproposizione di una già respinta il 28 febbraio 2024. E già da più di un anno la Procura stava indagando (nei confronti di ignoti) “a seguito di atti di impulso (tra dicembre 2022 e gennaio 2023) da parte della difesa” del già condannato Alberto Stasi. Ma la Procura non ha mai comunicato nulla neppure in merito ad altri atti notificati alle parti, come il prelievo del Dna all’indagato Sempio (effettuato il 13 marzo), le perquisizioni (del 14 maggio) o le convocazioni (del 20 maggio), né sulla richiesta di ampliamento dell’incidente probatorio alle impronte, oggetto dell’udienza fissata dalla Gip Daniela Garlaschelli a mercoledì.

Apparizione in tv
Intanto venerdì sera a Quarto Grado, su ReteQuattro, in un’intervista l’indagato Andrea Sempio è tornato invece “per fare chiarezza” sullo scontrino del parcheggio e sull’ambulanza intervenuta in uno dei suoi interrogatori dell’epoca e mai messa a verbale. “Per quanto riguarda lo scontrino - ha detto Sempio - quello non è stato portato durante una pausa del verbale”. È il 4 ottobre 2008 e i carabinieri a Vigevano sentono sia Sempio che altri amici suoi e di Marco Poggi. “Mi hanno interrogato - riassume Sempio - mi hanno rimandato a casa, mi hanno richiamato indietro, abbiamo parlato dello scontrino, abbiamo concluso tutto e io a quel punto sono andato a casa a riprenderlo, gliel’ho portato e hanno riaggiornato il verbale. Tutto lì”.
Il malore
“Per quanto riguarda la storia dell’ambulanza - dice ancora Sempio in merito al malore che avrebbe avuto durante l’interrogatorio - non mi ricordo di preciso se è stato quella volta o la volta precedente, non mi ricordo. Io mi ero presentato all’interrogatorio che però era già qualche giorno che avevo la febbre. Hanno visto che non stavo bene, li hanno chiamati, anche loro hanno visto che non era niente”. Nessuno svenimento però: “Non è che sono crollato lì per terra”, solo “andavo un po’ giù”.