MANUELA MARZIANI
Cronaca

Terre d’Oltrepò, parte la vendemmia più triste della storia

La Cooperativa ha debiti per 40 milioni, manca un consiglio di amministrazione i 65 dipendenti hanno aperto uno stato d’agitazione e non si sa quanti soci conferiranno l’uva

Sarà una vendemmia diversa da tutte le altre con la crisi della Cooperativa Terre d’Oltrepo

Sarà una vendemmia diversa da tutte le altre con la crisi della Cooperativa Terre d’Oltrepo

Broni (Pavia), 11 agosto 2025 – Tutto è pronto. Oggi i dipendenti di Terre d’Oltrepò puliranno e metteranno in funzione i macchinari in attesa delle uve. Ma non sarà una vendemmia come tutte le altre. Già lo scorso anno alcuni conferitori hanno preferito portare altrove i propri grappoli e quest’anno potrebbero farlo di nuovo per la paura di non essere retribuiti nonostante gli sforzi economici che hanno dovuto sostenere.

Broni, il presidio al Consorzio Terre d'Oltrepo
Broni, il presidio al Consorzio Terre d'Oltrepo

Intanto i 65 dipendenti hanno aperto uno stato d’agitazione per la situazione di totale incertezza che vivono. “Tutti i dipendenti – ha detto Francesco Lerede di Fai Cisl – sono professionisti validi. Se solo cercassero un altro posto di lavoro, lo troverebbero in un attimo, ma sono legati alla cantina”. Anche per i 460 soci la cantina è “casa” e adesso guardano con apprensione a quei conti in rosso e a quei circa 40 milioni di debiti da ripianare.

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“La capacità di produzione della cooperativa – ha scritto il collegio dei sindaci nel documento che ha dato il via alla composizione negoziata della crisi – ha subìto, negli ultimi anni, gli effetti negativi derivanti dalla contrazione del mercato interno e l’inflazione che ha colpito duramente la filiera vinicola, a causa del rilevante aumento del costo delle materie prime e dell’energia.

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Nel più recente periodo, inoltre, le performance economiche del gruppo sono state ulteriormente pregiudicate dalla minor resa produttiva dei vigneti dovuta alla diffusione della peronospora, malattia fungina che ha colpito i vigneti italiani e, maggiormente, quelli lombardi e ai minor conferimenti da parte dei soci. Si è, così, passati da una media storica compresa tra i 380mila - 400mila quintali di uva a un valore di 160.000 quintali durante l’ultima vendemmia del 2024”.

“Quando un organo sociale, a larghissima maggioranza, approva un bilancio – ha aggiunto l’assessore regionale all’agricoltura Alessandro Beduschi –, significa che tutto è ritenuto regolare. Questo è avvenuto lo scorso anno; solo all’inizio di quest’anno sono emersi segnali di criticità più evidenti. Di conseguenza sono arrivati i commissari, che hanno portato a termine il loro lavoro”.

Dopo le dimissioni della precedente governance e la rinuncia all’incarico di consigliere di amministrazione da parte di altre personalità quando hanno visto che la situazione economica era a dir loro “disastrosa”, si sarebbe dovuto trovare un nuovo Consiglio di amministrazione, ma nessuno si è fatto avanti. La prospettiva quindi è quella della liquidazione e tutto il territorio è in apprensione. “Ci appelliamo alle istituzioni – ha fatto sapere con una nota il Consorzio vini dell’Oltrepò – affinché riescano a trovare un modo per dare sostegno a centinaia di famiglie che fanno parte del tessuto sociale del nostro territorio”.