STEFANO ZANETTE
Cronaca

Delitto di Garlasco, caccia a Ignoto 3. Ora l’indagine si allarga: lente sugli amici di Chiara Poggi

Per i consulenti della difesa e dei Poggi poco Dna e “probabile contaminazione”. Il “donatore” del profilo si cerca fra i conoscenti della vittima e dell’ex fidanzato

Alberto Stasi. Andrea Sempio e Chiara Poggi

Alberto Stasi. Andrea Sempio e Chiara Poggi

Garlasco (Pavia) – Tra gli amici dell’indagato, fra i suoi vecchi compagni di scuola, ma anche tra le conoscenze della vittima e forse del fidanzato già condannato. Senza escludere chi può avere ‘contaminato’ il corpo o la garza usata per il tampone orale in sede di autopsia. Prosegue la caccia a Ignoto 3, o meglio la ricerca del ‘donatore’, ancora sconosciuto, del Dna maschile emerso nell’incidente probatorio dalle analisi genetiche della nuova indagine della Procura di Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco del 13 agosto 2007.

Le operazioni peritali sono sospese, con la fase delle analisi sui reperti che si è conclusa (esaurendo il materiale da analizzare) con gli ultimi aggiornamenti ai consulenti delle parti comunicati martedì dalla genetista Denise Albani, che col dattiloscopista Domenico Marchigiani è incaricata come periti dalla Gip Daniela Garlaschelli, in attesa di un confronto tra gli stessi esperti e consulenti, che ci sarà probabilmente a inizio agosto.

Un confronto necessario anche per le differenze nell’interpretazione degli stessi dati da parte dei diversi consulenti e legali. Gli avvocati del già condannato in via definitiva Alberto Stasi, ammesso dal Gip all’incidente probatorio “in qualità di persona interessata all’assunzione della prova”, Giada Bocellari e Antonio De Rensis, hanno più volte commentato gli esiti delle tracce di Ignoto 3 come “un profilo univoco, che indica con certezza una sola persona”, sottolineando che se si trattasse di contaminazione, come nel caso dell’assistente del medico legale, si dovrebbe anche riuscire a identificare chi ha contaminato.

Senza negare la ricerca in atto di chi può aver “inquinato”, anzi sottolineando le richieste in questo senso avanzate dallo stesso perito al medico legale che eseguì l’autopsia sulle modalità utilizzate per il tampone orale, i consulenti della famiglia Poggi, Marzio Capra, e della difesa dell’indagato Andrea Sempio, Luciano Garofano, ripetono invece che quello di Ignoto 3 non è un profilo completo, ma parziale ed estratto in quantità infinitesimali, oltre che misto a quello dell’assistente del medico legale. Per Capra, in particolare, “In questo caso la traccia genetica è in una quantità irrilevante, su una garza probabilmente contaminata e maneggiata da più persone”. “Riprova – prosegue il consulente dei Poggi – è che pur trovandosi nella bocca di Chiara è la componente dove il materiale genetico della vittima è risultato più basso”.

Spetterà comunque ai periti l’ultima valutazione, nelle conclusioni che verranno presentate al Gip nell’udienza al momento fissata al 24 ottobre (salvo eventuali proroghe), su questo come su altri punti, fra cui soprattutto l’utilizzabilità dei profili estratti dai margini ungueali della vittima, sulla quale pure si scontr eranno i consulenti delle parti. Con Ugo Ricci per la difesa di Stasi e Carlo Previderè e Pierangela Grignani per la Procura, che nelle loro consulenze hanno già concluso per la corrispondenza con l’indagato Sempio del profilo Y di Ignoto 1 (senza attribuzione quello di Ignoto 2), mentre i consulenti della difesa di Sempio e della famiglia Poggi ritengono ancora valida la conclusione della perizia del 2014 che non aveva ritenuto quei dati utilizzabili (contro l’allora imputato Stasi nell’Appello-bis). Nel frattempo la Procura di Pavia e i carabinieri di Milano devono cercare non solo di dare un nome a Ignoto 3, ma anche di contestualizzare la sua presenza sulla scena del crimine.