
I rilievi dei carabinieri nella villetta di via Pascoli dove fu uccisa Chiara Poggi Nella foto si vede il garage dell’abitazione collegato con la scala dove fu trovato il corpo Da qui sarebbe scomparso il martello che papà Giuseppe usava per schiodare i bancali
Garlasco (Pavia) – Un martello, due teli da mare. Spariti dalla villetta dove Chiara Poggi vive il terribile epilogo della sua vita di ventisei anni. Un altro mistero nello scrigno di misteri dell’omicidio di Garlasco. I familiari di Chiara si accorgono della scomparsa al rientro nell’abitazione di via Pascoli. Lo rivela il padre della vittima, quando con la moglie Rita interviene per la prima volta in televisione, a “Porta a Porta”, la sera del primo settembre 2009.
“Un martello a coda di rondine del tipo di quello usato dai muratori e col manico di legno”, lo ha descritto Giuseppe Poggi ai carabinieri il 14 luglio 2008. “Dopo il dissequestro della casa ho iniziato a visionare attentamente tutti gli ambienti per accertare l’esistenza di oggetti e suppellettili”, ha spiegato. Più nessuna traccia del martello “che usavo per schiodare i bancali in legno”, anche in giardino.
“Era in garage sul davanzale in marmo della finestra”, ha aggiunto, escludendo comunque che sia stato portato via da chi lo ha aiutato a sistemare la casa. L’ombra di quel martello continua ad aleggiare su questa vicenda. È il pomeriggio del 16 febbraio del 2017. Andrea Sempio è stato iscritto per la prima volta nel registro degli indagati della procura di Pavia per omicidio volontario di Chiara Poggi. La testimonianza di papà Giuseppe viene raccolta dal procuratore aggiunto Mario Venditti e dalla pm Giulia Pezzini.
Conferma la mancanza di un martello in casa sua? “Io avevo un martello che usavo una volta alla settimana o ogni quindici giorni per togliere i chiodi dai bancali che portavo a casa dal lavoro per bruciarli nei camini. Aveva delle code di rondine molto sottili ed un manico più lungo di quello solito – afferma Giuseppe –. Lo tenevo appoggiato spesso sul davanzale della finestra del garage. Credo di essermi reso conto di tale mancanza quando ho ripreso possesso della mia casa dopo circa otto mesi. Il garage è collegato alla casa da una porta di comunicazione che non veniva chiusa a chiave. Io non l’ho più trovato e mi sembra di averlo lasciato sul davanzale di quella finestra”. Marco Ballardini, il medico legale che esegue l’autopsia sul corpo di Chiara, indica che i colpi che si abbattono, ripetutamente, “con notevole forza”, sul capo della vittima vengono inferti con uno strumento “pesante”, “stretta superficie battente”, una “punta impiegabile di per sé” e probabilmente di natura metallica. In una memoria tecnica successiva il medico legale ipotizza l’impiego di uno strumento simile a una forbice da sarto.
Le perizie successive si orientano per un martello, uno strumento fornito di manico, che presenta da una parte una massa battente e dall’altra una specie di lama. I riflettori (e le speranze) sul possibile ritrovamento si riaccendono un mese fa quando a Tromello, a una manciata di chilometri da Garlasco, viene dragato il cavo Bozzoni. Fra gli oggetti restituiti dal fondo melmoso, è la voce che corre, c’è anche un martello. Ma gli investigatori lo definiscono più simile alla testa di una mazzetta. Soprattutto non è il martello a coda di rondine che da diciotto anni manca da casa Poggi.