
Le operazioni di dragaggio del canale di Tromello e, nel riquadro, il 'supertestimone Gianni Bruscagin
Garlasco (Pavia), 28 giugno 2025 - Non ancora analizzati e non trovati nel canale di Tromello lo scorso 14 maggio, ma nel 2018. E' il secondo filone della riaperta inchiesta sull'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco del 13 agosto 2007, parallelo all'indagine che vede indagato Andrea Sempio "in concorso" con altri ignoti o con Alberto Stasi già condannato in via definitiva.
E' la pista del 'super testimone' che a puntate in tv, alla trasmissione Le Iene su Italia 1, prima coperto dall'anonimato e poi rivelato come Gianni Bruscagin, ex 'investigatore privato' di Garlasco, riferisce le testimonianze all'epoca raccolte in ospedale da due donne, poi morte, che proprio il 13 agosto 2007 avrebbero visto una ragazza, individuata come Stefania Cappa (mai indagata), una delle due gemelle cugine della vittima, arrivare a Tromello, davanti alla casa disabitata della nonna, con un grosso e pesante borsone, sentendo poi un tonfo come del lancio in acqua.
Proprio in quel canale, lo scorso 14 maggio, in contemporanea con le perquisizioni a casa di Andrea Sempio, dei genitori e degli amici, carabinieri e vigili del fuoco fanno prosciugare e dragare le acque. Emergono indiscrezioni sul ritrovamento di alcuni oggetti, ancora da analizzare per verificare un eventuale collegamento col delitto di Garlasco. La testa di una mazzetta da muratore senza manico, un pezzo di quella che sembrerebbe un'ascia e una pinza da camino. L'arma del delitto, mai individuata né trovata?
In realtà è emerso ora che quegli oggetti non sono stati trovati a maggio dragando il canale, ma erano stati ripescati, sempre nelle acque di quello stesso canale, 7 anni fa, nel 2018, da un muratore egiziano che ora li ha consegnati ai carabinieri. Li aveva tenuti in un deposito nelle vicinanze, se n'era quasi dimenticato, ricordandosene solo quando ha visto le operazioni di ricerca nel canale. Erano comunque già passati 11 anni dall'omicidio di Chiara Poggi e che il ritrovamento nel 2018 possa essere una conferma della testimonianza di Bruscagin è al momento solo una supposizione.
Le analisi sugli oggetti, per cercare eventuali tracce di sangue, poco probabili dopo la lunga permanenza in acqua, o comunque un qualche tipo di collegamento con delitto di Garlasco, a più di un mese dall'acquisizione non sarebbero ancora state effettuate, almeno in base a indiscrezioni che, come quelle sulle circostanze del ritrovamento, potrebbero essere smentite da eventuali sviluppi futuri.

La mattina del 13 agosto 2007 a Garlasco viene trovata morta una ragazza di 26 anni: Chiara Poggi. Il corpo senza vita è riverso sulle scale che portano in taverna, nella sua abitazione in via Pascoli. Era sola in casa, perché la famiglia (padre, madre e fratello) stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza in montagna, in Trentino. A fare la terribile scoperta è il fidanzato Alberto Stasi, che si era recato da lei perché non rispondeva al telefono: il giovane chiama i soccorsi e si reca in caserma dai carabinieri. Entro pochi giorni diventa il primo indiziato per il delitto della 26enne: verrà poi condannato a 16 anni con l'accusa di omicidio volontario (da aprile 2025 è in regime di semilibertà).
Oggi che c'è un altro indagato: Andrea Sempio, grande amico di Marco, fratello della vittima. Il 37enne è rientrato nelle indagini a marzo 2025, dopo che era stato scagionato nel 2017. Ma nella nuova inchiesta spuntano tanti nomi: dalle gemelle Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara, a Roberto Freddi e Mattia Capra, amici di Sempio e Marco Poggi.