
L’ex assessore Giancarlo Tancredi e il suo avvocato Giovanni Brambilla Pisoni ieri all’uscita del tribunale del riesame di Milano dopo l’udienza sulla revoca dei domiciliari
Milano, 12 agosto 2025 – I giudici della libertà, a quattro giorni dall’esame del costruttore Andrea Bezziccheri e del vice della commissione Paesaggio, Alessandro Scandurra, annullano i due arresti, chiesti dai pm e convalidati dal gip. Il tribunale del Riesame, in sessione feriale, si è pronunciato solo sull’urgenza, cioè il mantenimento o meno della custodia cautelare, per Bezziccheri a San Vittore, per Scandurra, invece, ai domiciliari, ma non ha motivato, cioè non ha allegato il dispositivo con la spiegazione di quali presupposti non sussistono per il mantenimento della custodia cautelare.
La commissione formata dai giudici Pendino-Ghezzi-Papagno rinvia il deposito di 45 giorni. Il collegio potrebbe ritenere insussistenti i gravi indizi di reato sui quali insiste la procura, oppure semplicemente potrebbe ritenere che non ci sia il rischio di inquinamento delle prove, escluso invece il pericolo di fuga. I pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, coordinati dall’aggiunta Tiziana Siciliano, hanno già annunciato ricorso in Cassazione sulla decisione del Riesame. La messa in libertà dei primi due arrestati, in teoria, non dovrebbe influenzare la decisione sugli altri quattro ancora in custodia cautelare, l’assessore alla rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi, il numero uno della commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni, il ceo di Coima Manfredi Catella e il manager Federico Pella. Resta però un primo secco stop alla procura.
Ieri mattina erano in programma gli esami di Tancredi e Marinoni, ma i rispettivi legali Giovanni Brambilla Pisoni ed Eugenio Bono, hanno chiesto un rinvio a giovedì, (nella stessa data sarà esaminato anche Pella), per avere il tempo di leggere la memoria con allegate circa tremila pagine di chat che la procura ha depositato lunedì sera e di cui i legali lamentano di non averne avuto avviso, nemmeno di cortesia, dalla procura. La memoria è preceduta da un riassunto di 30 pagine in cui i pm documentano quello che definiscono “quadro urbanistico sconcertante e condotte da autentico allarme sociale» e parlano di «mercimonio della funzione pubblica, di sfregio delle leggi e di attentato alla democrazia urbanistica”.
Tra le chat riportate nelle carte, Tancredi che scrive a Catella: “Ma mi confermi come assessore?” E Catella risponde: “Voi siete i best ever, io se volete vi faccio da segretario”. Scrivono i pm: “Tancredi è consapevole che grazie alla sua azione gli interessi di Coima vengono massimizzati tant’è che ironizza sulla riconferma come assessore da parte di Catella, come se quest’ultimo fosse il sindaco”. E ancora su alcune questioni urbanistiche da “risolvere“ Tancredi scrive: “Come al solito caro Manfredi dobbiamo ingegnarci noi con le nostre idee”. E Catella: “Come sempre caro Giancarlo”. Per i pm questa chat dimostra come i contatti siano «radicati nel tempo» e come Catella “detti la linea che il Comune di Milano deve seguire, come se il Comune non potesse avere una linea propria diversa da quella di Coima, come se Catella fosse il sindaco ombra, il grande manovratore”.