
Il confronto tra la traccia sul muro di casa Poggi e l'impronta di Andrea Sempio
Garlasco (Pavia) – Otto impronte ritenute "utili” per arrivare a una identificazione, rispetto a 78 “frammenti” analizzati, e una, quella sulla “seconda parete destra delle scale che conducono al seminterrato”, dove è stato “rinvenuto il cadavere” di Chiara Poggi, che “è stata lasciata dal palmo destro” di Andrea Sempio, come accertato dalla “corrispondenza di 15 minuzie dattiloscopiche”.

Sono le conclusioni della consulenza – più di 60 pagine, corredate da fotografie e analisi tecniche, di Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli, rispettivamente esperto del Ris dei carabinieri e dattiloscopista forense.
1) L’accusa contro Andrea Sempio
Un documento con cui la Procura di Pavia ritiene di aver “inchiodato” il 37enne Sempio, amico di Marco, fratello di Chiara, sulla scena del crimine. Relazione che si aggiunge a quella, sempre disposta dai pm e che ha avuto impulso da un lavoro della difesa di Alberto Stasi, sul materiale trovato sulle unghie della 26enne, “perfettamente sovrapponibile” al Dna del nuovo indagato, che gli inquirenti puntano a portare a processo per il delitto di Garlasco dopo 18 anni.

2) La tecnologia al servizio della giustizia
La richiesta della Procura è subito chiara: “Procedere a una rivalutazione delle tracce dattiloscopiche alla luce anche delle nuove potenzialità tecniche a disposizione, sia hardware che software, rispetto a quelle disponibili al momento dell’omicidio di Chiara Poggi nell’agosto 2007”. Il salto non è solo temporale: ricucire una storia lunga 18 anni. Ma tecnologico: le innovazioni scientifiche applicate alle investigazioni consentono di arrivare a risultati inimmaginabili fino a poco tempo fa (ma il genetista della famiglia Poggi, Marzio Capra, non ci crede: ecco perché).

3) La “riconsiderazione” dei frammenti
La consulenza disposta e depositata dalla Procura di Pavia, firmata dal tenente colonnello Gianpaolo Iuliano (Ris di Roma) e dal dottor Nicola Caprioli, è così una “riconsiderazione” di tutti i frammenti di impronte “non identificate”, a suo tempo, dal Ris di Parma. Sia di quelle giudicate “utili e non identificate” sia di quelle giudicate “non utili”. Ecco allora il documento che punta a riscrivere il delitto di Garlasco. Non Alberto Stasi colpevole dell’omicidio di Chiara Poggi: ma Andrea Sempio. Anzi: almeno Andrea Sempio (è indagato per omicidio in concorso). Identificato dalla consulenza dei pm sulla scena del crimine, la villetta di via Pascoli dove Chiara venne assalita e massacrata la mattina del 13 agosto 2007.
4) I materiali del Ris del 2007
I consulenti Iuliano e Caprioli sono ripartiti dalla relazione finale del Ris di Parma del 2007, il documento che elencava i risultati degli accertamenti dattiloscopici di tutte le impronte evidenziate e repertate nei sei sopralluoghi condotti tra il 16 agosto e il 31 ottobre 2007: contatti papillari, digitali e palmari, un totale di 107 impronte conservate tra adesivi e fotografie.
5) L’analisi di 36 frammenti e l’impronta 33: Sempio
L’attenzione dei consulenti si focalizza su 36 frammenti. In particolare si tratta di 28 frammenti digitali-palmari-papillari con "utilizzabilità comparativa" e otto impronte (sette digitali e una palmare) di "utilità dattiloscopica". Gli esiti dei confronti - con le impronte del nuovo indagato Andrea Sempio e del condannato Alberto Stasi - restituiscono esiti non utili tranne l'impronta 33: "Il palmo della mano destra di Andrea Sempio" e si trova nella "seconda parete destra della scala ove è stato rinvenuto il corpo esanime della vittima". Un match - sono 15 le minuzie identificate - determinato mediate "scansione ottica" e confermato "con la tecnica dell'inchiostrazione". Si tratta della stessa impronta che in una relazione del Ris dell'epoca era stata definita non leggibile e senza sangue. Analisi biologiche ed ematiche che gli inquirenti ritenteranno, sempre con nuovi strumenti tecnologici.
6) L’impronta 10 senza nome sul portone d’ingresso
Un’impronta digitale sulla superficie interna del portone d'ingresso - l'impronta 10 ritenuta dai carabinieri di interesse investigativo - è ritenuta comparabile, ma non è attribuibile né a Sempio né a Stasi, perché non ha caratteristiche utili per un confronto (mancano “i 16 punti utili ad una comparazione”, ne ha “solamente otto”: anche nei nuovi accertamenti tecnici più sofisticati non si è riusciti a superare questa difficoltà oggettiva). Il confronto ha esito negativo anche con le impronte dattiloscopiche dei genitori di Chiara, Giuseppe Poggi e Rita Preda, il fratello Marco, le gemelle Stefania e Paola Cappa, i tre amici della comitiva di Sempio.
7) Il mignolo di Stasi e le tre impronte anonime
Delle otto impronte "utili", cioè con una valenza dattiloscopica, una è riconducibile a Sempio (l'impronta 33 sulle scale che portano in cantina), una a Stasi (mignolo della mano sinistra sul cartone della pizza mangiata la sera prima), tre di un falegname (che lavorava in casa e sicuramente innocente) e tre non attribuibili né a Sempio, né a Stasi sempre sui cartoni della pizza.