
Rider Glovo in servizio (foto di repertorio)
Gli italiani hanno sempre avuto un rapporto complicato con il caldo: lo amiamo d’estate, ma solo se siamo in vacanza. Per i rider di Glovo, invece, il sole cocente è parte del lavoro quotidiano. Ai tempi del riscaldamento globale, la sentenza milanese che impone cappelli, occhiali e trenta centesimi extra a consegna quando le temperature superano i 24 gradi sembra quasi ovvia, eppure ha richiesto una lunga battaglia legale. È il paradosso di un Paese che sa essere geniale negli escamotage ma fatica con le tutele elementari; dove serve un giudice a ricordare alle aziende che i rider sono esseri umani, non algoritmi su due ruote. I sindacati parlano di “vittoria storica”: un po’ triste che proteggere chi lavora al caldo sia considerato rivoluzionario. Ma meglio tardi che mai.