MANUELA MARZIANI
Cronaca

A Pavia l’inclusione è servita. Al Parco borromaico è arrivato Horti Bistrot, e in cucina e ai tavoli ci sono detenuti e soggetti fragili

Aperto da tre mesi, non è solo un locale dove trascorrere qualche ora in compagnia a pranzo e cena ma soprattutto un luogo d’accoglienza per chi cerca una chance per ricominciare

Horti Bistrot trova spazio all'interno di un cascinale seicentesco

Horti Bistrot trova spazio all'interno di un cascinale seicentesco

Pavia, 17 agosto 2025 – Grigliate di carne e di pesce a pochi passi dal Ticino. Niente di straordinario, è tradizione grigliare il 15 agosto. Quello che è eccezionale è il luogo, il parco degli Horti borromaici dove si intrecciano habitat naturali, arte contemporanea, riflessione culturale, impegno etico, equità e inclusione sociale. Tra opere di diversi artisti, testimonianze del passato e natura, infatti, in un cascinale seicentesco si trova Horti Bistrot, non un locale come tanti bensì un luogo di accoglienza e cura. Una scuola per addetti sala e addetti bar che possano avere una seconda opportunità. L’idea è venuta al rettore del Collegio Borromeo, Alberto Lolli, che ha pensato di riaprire il locale immerso nel parco offrendo la possibilità di ricominciare senza pregiudizi a detenuti in regime di semilibertà e persone fragili che possano imparare l’arte del servizio. 

I tre responsabili del progetto. Da sinistra, Luca Visconti, Samanta Alloni e Michele Gatti
I tre responsabili del progetto. Da sinistra, Luca Visconti, Samanta Alloni e Michele Gatti

Chi sono i protagonisti 

Per mettere in pratica l’idea, il rettore ha pensato a una professionista del settore attenta al sociale come Samanta Alloni e a un giovane laureato in Archeologia con il massimo dei voti come Luca Visconti, che ha sempre lavorato nei bar per pagarsi gli studi scegliendo i locali vicino ai luoghi di scavo e ora si occupa di riportare alla luce la chiesa romanica di San Marco in Monte Bertone. “Il rettore ci ha chiamati – spiega Samanta Alloni – e ci ha raccontato il progetto al quale stava pensando, chiedendoci se fossimo disposti a lavorarci. Abbiamo accettato la sfida, dando vita a un’impresa sociale”. 

Una possibilità per ripartire 

A fine maggio Horti Bistrot ha aperto e in questi primi mesi molti clienti si sono avvicendati per consumare colazione, pranzo, aperitivo al tramonto o la cena. “Crediamo che anche la cucina e il servizio possano essere gesti quotidiani di rispetto per l’ambiente, per il territorio e per le persone – sottolinea il gestore, Luca Visconti – Abbiamo tre detenuti del carcere di Pavia, tre di Voghera, due di Bollate e quattro persone fragili che seguiamo in percorsi di formazione e di crescita, offrendo a tutti l’opportunità di ricominciare”. 

Un apprendista cameriere mostra il menu con i principi dell’iniziativa
Un apprendista cameriere mostra il menu con i principi dell’iniziativa

"Mi sento rinato” 

Seguiti da un educatore, Sergio Chillè, tutti imparano un mestiere per poi intraprendere la loro strada. “Mi sento come rinato – ammette uno dei detenuti impegnati – Servire per me è, e sarà sempre, un segno di libertà. La sera, appena finisco il turno, rientro in carcere. Quando ho il permesso premio vado a casa di mamma e l’anno prossimo avrò pagato il mio debito. Nella vita si può sbagliare, ma ci si rimbocca le maniche e si ricomincia”. Il progetto, illustrato sinteticamente nella prima pagina del menu portato ai tavoli, è stato condiviso e apprezzato dalla clientela, che in alcuni casi ha deciso di sostenerlo con una borsa lavoro.  

Approfondisci:

L’inclusione si costruisce con PizzAut

L’inclusione si costruisce con PizzAut

"Ci metterei la firma” 

“Lavoravo in un supermercato – aggiunge Aurora – prima di venire agli Horti Bistrot, dove sono costretta a stare sempre in piedi. Devi avere il fisico e la testa per servire ai tavoli. Da grande vorrei fare la cantante, ho scritto un testo anche per gli Horti ma non l’ho mai cantato. Mi piacerebbe tanto poterlo presentare”. “Per me questa è vita – sottolinea Eros, detenuto in regime di semilibertà che ha già lavorato in un ristorante – Siamo un gruppo affiatato e lavoriamo bene. Ci farei la firma, se potessi lavorare qui sempre”.