
Andrea Sempio, Chiara Poggi e Alberto Stasi
Garlasco (Pavia) – Un confronto serrato, tra verità e dubbi. Il duplice interrogatorio di martedì 20 maggio in Procura avrà come protagonisti Andrea Sempio, indagato nella riaperta indagine sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco il 13 agosto 2007, e Alberto Stasi, già condannato in via definitiva per lo stesso reato.
Oggi Sempio ha 37 anni e Stasi 41, una differenza d’età che all’epoca del delitto li aveva portati a frequentare casa Poggi senza conoscersi personalmente, come dichiarato da entrambi. Uno, Stasi, fidanzato con la 26enne Chiara; l’altro, Sempio, amico del fratello minore Marco appena 19enne. Ora i loro destini si incrociano nella nuova inchiesta della Procura di Pavia, ma non per la prima volta.
Già nel 2016 la difesa di Stasi dopo la condanna aveva portato all’attenzione degli inquirenti i sospetti su Sempio, la cui posizione è stata poi archiviata nel 2017 e ancora nel 2020. I dubbi di allora sono gli stessi che hanno portato i pm a riaprire le indagini oggi.
Oltre all’eventuale presenza del Dna di Sempio sulle unghie di Chiara (che dovrà essere chiarita dalle analisi genetiche nell’incidente probatorio che vedrà iniziare le operazioni peritali il prossimo 17 giugno), i carabinieri di Milano avevano segnalato dubbi anche sulle telefonate fatte da Sempio a casa Poggi quando l’amico Marco era già in Trentino con i genitori e a Garlasco era rimasta solo Chiara.
Quelle chiamate sono datate 7 e 8 agosto, pochi giorni prima del delitto (il 13): Sempio ha spiegato le telefonate come tentativi di contattare l’amico perché non ricordava la data precisa della sua partenza per le vacanze. Poi le presunte incongruenze sullo scontrino del parcheggio a Vigevano, emerso un anno dopo i fatti e conservato come per dimostrare un alibi che nessuno ancora aveva chiesto a Sempio.
Si vedrà quali altri elementi abbiano raccolto i carabinieri del Nucleo investigativo e su quali aspetti si stiano concentrando gli inquirenti, in questa fase delle indagini preliminari. La Procura potrebbe scoprire in parte le sue “carte“ proprio domani con le domande dell’interrogatorio di Sempio.
“Stiamo affilando le armi – dice l’avvocato Massimo Lovati, che difende Sempio con la collega Angela Taccia – che ci offre il codice di procedura penale. Questo interrogatorio, prodromico a una richiesta di rinvio a giudizio, si scontra con l’incidente probatorio dove si vuole acquisire una prova per il dibattimento”.
Ma la Procura farà domande, alla stessa ora, anche al “testimone assistito“ Alberto Stasi, la cui condanna definitiva non è formalmente messa in discussione dalla riapertura dell’indagine per l’omicidio “in concorso“.

L’avvocato Gian Luigi Tizzoni, legale dei genitori di Chiara Poggi, ha più volte ribadito di credere nella “verità giudiziaria” della sentenza definitiva, con Stasi condannato per sei prove (scarpe, impronte, alibi, pedali della bici, foto del pigiama e incompatibilità del racconto) che peraltro scagionerebbero Sempio. Ma evidentemente gli inquirenti hanno altro da chiedere al già condannato Stasi.