
Da sinistra, l’ex assessore Giancarlo Tancredi, Andrea Bezziccheri, Bluestone, Federico Pella, ex J+S, l’ex vicepresidente della Commissione Paesaggio, Alessandro Scandurra, e l’ex numero uno Giuseppe Marinoni
Milano – Il gip Mattia Fiorentini potrebbe esprimersi già oggi, al massimo venerdì, sulla convalida delle richieste di custodia cautelare nei confronti di sei indagati, due ai domiciliari, l’ex assessore Giancarlo Tancredi e Manfredi Catella e quattro in carcere, l’imprenditore di Bluestone Andrea Bezziccheri, l’ormai ex manager di J+S Federico Pella, l’ex vice della commissione Paesaggio, Alessandro Scandurra, oltre naturalmente all’ex numero uno della disciolta Commissione, Giuseppe Marinoni.
Il gip potrebbe convalidare, respingere o rimodulare le misure richieste. In altri casi, ad esempio, dopo le richieste d’arresto la risposta dei giudici è stata l’applicazione di misure interdittive per un determinato periodo da attività e professioni. La pronuncia del gip è, quindi, uno spartiacque, nella sostanza e nelle motivazioni che saranno depositate contestualmente alla decisione.
Poi proseguiranno le indagini che si preannunciano molto lunghe. Questa inchiesta non sarà una corsa ai 100 metri, ma una lunga maratona. C’è tutto il materiale raccolto dalle prime ventiquattro perquisizioni che deve essere vagliato e la Gdf sta continuando nell’attività di acqusizione di atti e documenti negli uffici comunali anche in queste ore. Nel materiale raccolto ed esaminato andranno cercate le ulteriori prove delle accuse formulate a vario titolo nei confronti dei sei. La più pesante e difficile da dimostrare è la presunta corruzione.
Poi inizierà l’analisi dei device e dei telefoni sequestrati, si procede con la copia forense e con la ricerca degli elementi utili all’indagine che va fatta solo con l’utilizzo delle chiavi di ricerca inerenti l’urbanistica. Questo comporterà mesi e mesi di analisi, ricerche e registrazioni, all’esito delle quali si dovrà comporre il puzzle delle prove che sostengono le accuse.
Senza contare un altro aspetto giudiziario, squisitamente tecnico delle difese, la questione della cosiddetta “discrezionalità amministrativa” la facoltà, riconosciuta dalla legge, alla pubblica amministrazione, di scegliere, tra più comportamenti leciti, quello che meglio realizza l’interesse pubblico primario. In sostanza, è il margine di scelta che la legge lascia alla PA quando non indica precisamente come agire, permettendole di valutare e selezionare l’azione più opportuna. Questa sarà materia amministrativa davanti alla quale il giudizio penale si ferma.
Come già emerso nei giorni scorsi, la Procura lavora poi per approfondire il capitolo di fondi arrivati dall’estero nelle casse di imprese e sviluppatori immobiliari: all’attenzione ci sono bonifici, quindi avvenuti in chiaro, per 6,5 milioni di euro e anche quello di eventuali conti all’estero venuti a galla con le perquisizioni di due settimane fa.
Nel mentre la procura fa sapere che le acquisizioni proseguono anche in altri cantieri, fino ad ora non finiti nel mirino e soprattutto, fa sapere che tra i loro focus, in generale, c’è anche il tema stadio San Siro. Vicenda complessa, quest’ultima, il Comune, infatti, sta trattando con Milan e Inter la cessione dell’attuale stadio Meazza e dell’area limitrofa, ma i tempi stringono perché il 10 novembre dovrebbe scattare il vincolo della Sovraintendenza sul secondo anello e questo impedirebbe lavori di rifunzionalizzazione del Meazza.
Il nulla di fatto entro quella data di novembre manderebbe in fumo l’intera operazione fra amministrazione e club. In attesa di capire cosa succederà nell’affaire Meazza, i pm Marina Petruzzella, Mauro Clerici e Paolo Filippini, con l’aggiunta Tiziana Siciliano che ha coordinato queste indagini (dovrebbe andare in pensione il 19 dicembre) dicono che dal 16 luglio, quando sono state notificate le sei richieste d’arresto sono arrivate in Procura decine di denunce o esposti di cittadini, anche assistiti da avvocati, per chiedere agli inquirenti di verificare situazioni di cantieri e palazzi che ai cittadini sembrano “sospetti“.
Ma c’è anche l’altra faccia della inchiesta di cui tenere conto, le 4500 famiglie rimaste senza casa dall’inizio di questo terremoto politico-giudiziario e anche quel numero è destinato a salire. Famiglie che si trovano in un limbo per avere anticipato denaro nell’acquisto di case che, forse, non verranno mai consegnate.