NICOLA PALMA
Cronaca

Milano, nuova protesta dei taxi: servizio bloccato in stazione Centrale

I tassisti lamentano la “occorrenza sleale” degli Ncc e la mancata applicazione del protocollo anti-abusivi, Sciopero “dal basso”, slegata da sigle sigle sindacali e di categoria.

Il blocco dei taxi in stazione Centrale a Milano

Il blocco dei taxi in stazione Centrale a Milano

Milano, 15 settembre 2025 – La protesta dei tassisti di Milano è scattata puntuale poco dopo le 12.00 di oggi, lunedì 15 settembre: servizio bloccato ai posteggi di piazza Luigi di Savoia in stazione Centrale, eccezion fatta per i trasporti "sociali" riservati a disabili, anziani e donne in gravidanza.

L'obiettivo della base è quello di estendere la mobilitazione ad altri luoghi-simbolo della città: da piazza Duomo all'aeroporto di Linate. I conducenti di auto bianche stanno manifestando contro l'abusivismo e per chiedere più controlli sui noleggiatori con conducente.

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Il volantino nelle chat

L'iniziativa è stata anticipata nei giorni scorsi da un volantino circolato nelle chat interne. La firma ‘tassisti milanesi’ indica che la protesta è partita come sempre dal basso, slegata da sindacati e associazioni di categoria. “I tassisti di Milano – si legge nella nota – alzano la voce contro una situazione diventata ormai insostenibile: la misura è colma, ma colma per davvero. Non si può andare avanti così: hanno calpestato ogni logica, siamo in un mondo al contrario”. Il riferimento è alla presunta “concorrenza sleale” dei noleggiatori con conducente, in particolare a quelli che prendono corse con l’app Uber.

La protesta dei tassisti in stazione centrale a Milano
La protesta dei tassisti in stazione centrale a Milano

Le presunte "disparità"

Non a caso, nel comunicato si elencano le “disparità” tra tassisti e ncc: i primi "hanno il tassametro”, gli altri “fanno i prezzi che vogliono”; i primi “rispettano turni massimi di 10 anni”, gli altri “lavorano h24”; i primi “possono utilizzare un solo autista per licenza”, gli altri “ne mettono quanti ne vogliono”; i primi “rispettano il vincolo della territorialità”, gli altri “arrivano da tutta la regione per lavorare a Milano”; i primi “sono soggetti a provvedimenti disciplinari”, gli altri “operano nell’impunità grazie anche a Uber, che censura pure le denunce per molestie”. I conducenti lamentano anche la mancata applicazione del protocollo anti-abusivi, sottoscritto lo scorso 24 luglio in Prefettura.