ANNA GIORGI
Cronaca

Urbanistica, riqualificazione di piazzale Loreto: incontri fra Nhood e Marinoni. Così suggerivano i progettisti

Il faro della procura punta sul ruolo degli architetti coinvolti nelle più importanti iniziative edilizie: “Contatti troppo frequenti tra assessori, professionisti e i membri della Commissione paesaggio”

Giuseppe Marinoni, ex presidente della commissione Paesaggio A destra, il rendering del progetto di restyling di piazzale Loreto

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Milano – Il faro della procura, per come emerge dalle carte della inchiesta che ha travolto l’urbanistica milanese, punta il ruolo degli architetti coinvolti nelle più importanti iniziative edili, come ad esempio la “riqualificazione di piazzale Loreto”.

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Per gli inquirenti, anche l’ex assessore all’Urbanistica della giunta Moratti Carlo Masseroli, ora divenuto manager del gruppo di sviluppo immobiliare Nhood, che ha in portafoglio anche Loreto, “all’occorrenza avrebbe messo in contatto” l’allora numero uno della Commissione Giuseppe Marinoni con “progettisti” che lavoravano all’interno della sua società.

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Nelle chat, contenute nelle annotazioni della Gdf, Marinoni e Masseroli si confrontavano anche sugli interventi immobiliari e sulla “trasformazione di piazzale Loreto”. Così nel settembre 2023 Masseroli dice a Marinoni: “Se vuoi dico a Caputo (uno dei progettisti, impegnato anche nella riqualificazione dei sottopassi della stazione Centrale ndr) di venire a trovarti dove vuoi tu”. Marinoni: “Anche una call va bene”. E il 17 ottobre: “Caputo ha lavorato al progetto. Possiamo rubarti 20 minuti (...) per fartelo nuovamente vedere?”. Marinoni di nuovo: “Va bene una call”.

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Emblematica, per la procura, la trasformazione di piazzale Loreto. Marinoni e Masseroli “aspirano alla semplificazione degli accordi di partenariato pubblico privato – scrivono i pm – come moduli procedimentali per portare avanti nell’ombra i loro progetti espansionistici e giustificare le varianti”. Gli “accordi di corruzione” poi, tra Marinoni, il numero due della Commissione paesaggio Scandurra e i costruttori su vari progetti, come anche, ad esempio, quello del Villaggio olimpico in cui è indagato Manfredi Catella di Coima (in foto), sarebbero stati favoriti, secondo i pm, anche dai termini usati nei verbali della Commissione per dare il via libera ai progetti: “I viali diventano sequenza di piazze attraversanti”.

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Il 12 maggio 2023 ancora Masseroli scrive a Marinoni: “Mi dai qualche disponibilità per vederci con Sergio?”. Risposta: “Oggi pomeriggio ti indico e ti dico anche dell’incontro con Tancredi”, l’ormai ex assessore, dimessosi all’inizio di quest’ultima inchiesta. Sergio Asti è un progettista, tra l’altro rinviato a giudizio tre giorni fa per il caso Park Towers, uno dei tanti filoni della maxi indagine.

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Altro tema è il pressing, spesso ricambiato, sugli imprenditori. “L’ho visto due settimane fa al tavolo di un Comune e abbiamo parlato un po’. Un buon cavallo su cui puntare. Condivido”, dice a Marinoni, il 17 ottobre 2023, Federico Pella, ormai ex manager della società di ingegneria J+S e presunto “collettore” delle tangenti-parcelle per il quale i pm hanno chiesto il carcere. Si riferiva a Carlo Cerami, presidente del Cda di Redo sgr (non indagato) che Marinoni avrebbe voluto coinvolgere nei cosiddetti “nodi metropolitani”. Il 20 novembre 2023 Marinoni a Pella: “Redo (...) sarebbe interessato a fare uno studio su un nodo o due....ormai li stiamo esaurendo (...) Giovedì ne parlo anche con Tancredi ... ma su uno si è già espresso positivamente”. Agli atti, infine, pure messaggi tra Marinoni e Cerami, il quale a fine 2023 gli scrive: “Mi sembra davvero una bella prospettiva quella di lavorare insieme”.

Nel frattempo, dalle centinaia di pagine di atti allegati alle sei richieste di misure cautelari spunta il testo della “proposta” sulla base della quale fu concesso il “patrocinio gratuito” del Comune al dossier “Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050” affidato allo “studio Marinoni”, proprio lo studio di architettura dell’allora presidente della Commissione paesaggio.