ANDREA GIANNI
Cronaca

Milano e il terremoto che ha sconvolto l’urbanistica. Dalla Chiesa: “Classe politica debole e subalterna”

Le accuse di corruzione e le presunte irregolarità nella commissione Paesaggio. Il sociologo: “Città glamour e scintillante, ma meno amorevole verso i non abbienti”

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, e l’immobiliarista Manfredi Catella

Il sindaco di Milano, Beppe Sala, e l’immobiliarista Manfredi Catella

Milano, 28 luglio 2028 – “Questa vicenda dimostra che Milano non ha avuto la robustezza politica sufficiente per trattare alla pari con i poteri economici. Questa forza va costruita su nuove basi, con un impegno più profondo a favore dell’interesse pubblico”.

Nando dalla Chiesa, docente di Sociologia della criminalità organizzata alla Statale di Milano e presidente del Comitato antimafia del Comune, osserva con amarezza il salto di qualità delle indagini sulla gestione dell’urbanistica, arrivate al livello politico e contestando anche l’accusa di corruzione.

Figlio del generale Carlo Alberto dalla Chiesa ucciso da Cosa Nostra, più volte parlamentare, nel 1993 si era candidato sindaco con una coalizione di centrosinistra, sconfitto al ballottaggio dal leghista Marco Formentini negli anni di Tangentopoli.

Inchiesta urbanistica a Milano, i sei indagati interrogati a Palazzo di Giustizia: Alessandro Scandurra, Giuseppe Marinoni,  Giancarlo Tancredi, Manfredi Catella, Andrea Bezziccheri e Federico Pella
Inchiesta urbanistica a Milano, i sei indagati interrogati a Palazzo di Giustizia: Alessandro Scandurra, Giuseppe Marinoni, Giancarlo Tancredi, Manfredi Catella, Andrea Bezziccheri e Federico Pella

Si aspettava questi sviluppi?

“Che qualcosa non andasse era nell’aria da tempo anche se mi ha sorpreso l’umiliazione dell’amministrazione pubblica e di un Consiglio comunale ridotto a un passacarte. Se negli anni ’80 Agnelli si fosse permesso di accampare simili pretese e parlare in questo modo a Diego Novelli (sindaco di Torino dal 1975 al 1985, ndr) sarebbe stato mandato a quel paese, anche perché all’epoca la politica era in grado di costituire una forza alternativa rispetto all’impresa. Ora non succede, perché la classe politica è più debole e meno preparata, non è più in grado di fare da argine allo strapotere dei privati. Al posto degli Agnelli ci sono i Manfredi Catella”.

Da quali basi si può ripartire?

“Bisogna rimettere al centro gli interessi collettivi, e ciò richiede uno sforzo costruttivo da parte di tutti, un lavoro di supplenza rispetto alle mancanze dimostrate dalla politica. Nel suo discorso il sindaco Sala ha delineato una strada, vedremo come si tradurrà nella realtà. Serve anche un ruolo più forte per il Consiglio comunale, perché la democrazia passa da lì”.

Lei ha vissuto, da politico, gli anni di Tangentopoli. Nota un parallelo?

“All’epoca i partiti erano complici di un sistema illecito. Adesso non sono correi ma, piuttosto, compatibili. Questo non è meno grave, anche se non credo che i politici abbiano agito in un certo modo per un tornaconto economico personale, quanto per una forma di debolezza e subordinazione”.

In questo contesto che ruolo giocano le mafie?

“Quando si abbassa la guardia sulla legalità si aprono spazi alle mafie anche se l’amministrazione Sala, a differenza di altre, ha dimostrato attenzione. Sullo sviluppo immobiliare sono in gioco interessi miliardari, dobbiamo tenere gli occhi spalancati”.

Quale profilo dovrebbe avere il nuovo assessore all’Urbanistica?

“Per ora Anna Scavuzzo va benissimo. Il nuovo assessore dovrà avere una conoscenza tecnica profonda, che riguardi anche le logiche, gli attori e le strategie di un mondo che attraversa una fase delicatissima. Anche perché, a livello di politica nazionale, non mi sembra che il contesto sia favorevole a un cambio di passo verso una maggiore tutela della legalità”.

È la crisi del “modello Milano“, cresciuto dopo l’Expo?

“Milano è diventata più glamour e scintillante, ma è meno amorevole verso i non abbienti. Un cittadino si sente tradito quando vede che costruiscono grattacieli ma si perdono servizi, il costo della vita aumenta, lo stipendio non basta mai. Se gli studenti non vengono a Milano perché costa troppo, e i lavoratori se ne vanno, significa che c’è un problema. L’esempio da seguire dovrebbe essere la Berlino degli anni 2000, quando la scelta di tenere bassi gli affitti ha portato a un grande rilancio della città”.

Il Comune dovrebbe fare un passo indietro sulla vendita di San Siro a Inter e Milan?

“Milano è conosciuta all’estero per tre cose: il Duomo, la Scala e San Siro. È folle pensare di abbattere uno di questi simboli. Anche in questa vicenda c’è stata troppa condiscendenza, da parte della politica, verso i privati”.